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MEDICINALI POLACCHI - PISAREK OTC

2. eponimo viene accompagnato dalla sua denominazione specifica: [IT:] Hypericum perforatum (erba di San Giovanni), edema di Quincke/angioedema; [PL:] martwica

3.2.2. Tecnicismi collaterali

3.2.2.1. TC morfosintattici presenti nei FI italiani

“Per TC morfosintattici si intendono quelle espressioni che riguardano un particolare aspetto grammaticale della lingua, quali ad esempio, il diverso uso di alcune parti del discorso (preposizioni, aggettivi) o alcuni aspetti morfologici delle parole (plurale, genere)” (Puato

104 Di seguito vengono riportate le preposizioni e locuzioni preposizionali quali tecnicismi collaterali, individuati da Luca Serianni e descritti nel suo libro Un treno di sintomi (2005) a pagine: 135-138.

2018: 173). Sono meno variegati in relazione ai TC lessicali, ma la loro presenza è altrettanto frequente.

Per quanto riguarda la lingua medica, la maggior parte dei TC morfosintattici viene espressa sotto forma di aggettivi di relazione e locuzioni preposizionali. I primi sono molto frequenti nella lingua medica e solo pochi di loro vengono utilizzati anche nel linguaggio comune, si pensi per esempio al bulbo oculare, anziché bulbo dell’occhio o allo strappo muscolare, al posto di strappo del muscolo. Nonostante la poca presenza degli aggettivi di relazione nella lingua comune, il profano è capace di arrivare al significato di tale aggettivo, grazie ai processi di derivazione aggettivale tipici per la lingua italiana, così la comprensione di infiammazione gengivale, ossia delle gengive non crea dei grossi problemi alle persone comuni (prescindendo dal fatto se esse comprendono il significato della parola gengiva).

In polacco la questione degli aggettivi di relazione è diversa. Essi funzionano nella lingua medica polacca soprattutto grazie alle basi greche della formazione delle parole, in questo modo si riscontrano degli aggettivi come: dermatologiczny -> ‘dotyczący chorób skóry’, pediatryczny → ‘dotyczący chorób wieku dziecięcego’, gastrologiczny → ‘dotyczący chorób żołądka’ e tanti altri (Magajewska 2016: 203). Le forme aggettivali vengono inoltre spesso create a partire dalle trasformazioni sintattiche delle forme dei casi sostantivali o delle locuzioni preposizionali. In questo modo prendono vita gli aggettivi relazionali, che, insieme al sostantivo da essi determinato, informano sulla relazione che vige tra due oggetti, così si vedono: jelitowy (nieżyt jelitowy), udo → udowy (kość udowa), krew → krwionośny (układ krwionośny), rak → rakotwórczy (czynnik rakotwórczy), tłuszcz → tłuszczowy (tkanka tłuszczowa), diagnostyka → diagnostyczny (funkcja diagnostyczna), nonché pod + skóra → podskórny (wylew podskórny), do + żyła → dożylny (zastrzyk dożylny), itp. (Magajewska 2016: 205). In polacco però, a differenza dell’italiano, l’uso di aggettivi di relazione di carattere medico è abbastanza diffuso anche nella lingua comune. Un profano infatti dirà:

staw biodrowy anziché ricorrere al sintagma costituito da nome + genitivo, quale: staw biodra, parlerà di gałka oczna, non di gałka oka, però un polacco naderwie mięsień [si strappa il muscolo], e non verrà colpito da naderwanie mięśniowe105 [strappo muscolare].

105 Sintagma che non viene usato nemmeno dal personale medico.

A questo punto si ritiene interessante far riferimento alla questione sollevata da Katarzyna Maniowska nell’articolo in cui tratta la problematica della traduzione degli aggettivi relazionali italiani in lingua polacca. La studiosa sottolinea infatti la particolarità di questo tipo di aggettivi che può essere inoltre fonte di ambiguità nelle traduzioni, in quanto la lingua polacca, per via della declinazione, risulta più precisa nella sua accezione. Vuol dire, citando il suo esempio, che l’italiana campagna presidenziale in polacco può esser tradotta in due modi portando due significati diversi, ossia uno che fa riferimento alla campagna elettorale (kampania prezydencka) e l’altro che porta il significato della campagna del presidente (kampania prezydenta). Questa ambiguità può risultare molto problematica quando il traduttore viene costretto a decidere il significato originario dell’aggettivo italiano (Maniowska 2016: 56). Bisogna inoltre aggiungere che la lingua italiana fa un uso molto frequente di aggettivi, che da Podeur (2002: 42) viene definito addirittura esagerato.

Nel linguaggio medico gli aggettivi relazionali sono presenti soprattutto nelle espressioni anatomiche e, anche se alcuni di essi appartengono al linguaggio comune, si tratta soltanto di quelli più frequenti, in maggior parte essi vengono utilizzati esclusivamente nell’ambito sanitario (Serianni 2005: 131). Tanti di essi non costituiscono solamente una definizione del sostantivo, ma creano dei veri sintagmi costanti (formati da un nome generico e un aggettivo portatore del significato specifico) che formano nomenclature mediche di carattere ufficiale e che sono presenti negli appositi dizionari. Nella lingua italiana non è però possibile creare degli aggettivi sostantivati per tutte le parti del corpo, infatti non si può farlo per esempio per anca, gomito, piede, mano o polso. In questi casi l’italiano fa ricorso a un sostantivo introdotto dalla preposizione di e dall’adeguato articolo determinativo (si tratta quindi di complemento di specificazione) (Maniowska 2016: 58-59), così si hanno:

articolazione dell’anca; del gomito; del polso. In questi casi la lingua polacca adopera invece gli aggettivi relazionali, come negli esempi: staw biodrowy; łokciowy; nadgarstkowy ecc.

Nella maggior parte dei casi, tuttavia, le espressioni che in italiano sono formulate con l’aggettivo di relazione, in polacco vengono riferite tramite il sostantivo al genitivo (Maniowska 2016: 59). Basti pensare a: metastasi cerebrale, flusso urinario o manifestazioni anginose, che il polacco presenta nelle forme: przerzuty do mózgu, przepływ moczu, objawy dusznicy, anche se la lingua polacca, in teoria, in questi casi non interdirebbe il ricorso agli aggettivi relazionali, dando in questo modo la possibilità all’esistenza di: przerzuty mózgowe, przepływ moczowy o objawy dusznicowe. Ciò nonostante in questo luogo non si trattano le soluzioni che offre la struttura del sistema linguistico polacco, ma le espressioni vigenti

all’interno del dato linguaggio specialistico (in questo caso medico). Nei casi citati, infatti, il linguaggio medico polacco vede come forme standardizzate solamente le soluzioni con il sostantivo al genitivo (Maniowska 2016: 60). Per la lingua polacca questa soluzione viene adoperata soprattutto nei casi in cui, in italiano, l’aggettivo relazionale, riferendosi a un organo, indica il luogo di manifestazione del fenomeno fisiologico o patologico (micosi cutanee -> grzybice skóry; tubercolosi polmonare -> gruźlica płuc) (Maniowska 2016: 60).

Oltre a ciò ci sono i casi in cui l’aggettivo di relazione italiano viene espresso in polacco mediante il sostantivo in funzione di un avverbio di luogo, introdotto da una preposizione. Questo succede per esempio per il sostantivo metastasi. Nelle situazioni in cui esso viene adoperato, la lingua italiana gli associa un aggettivo di relazione, come in:

metastasi polmonari, mentre il polacco fa ricorso a una preposizione: przerzuty do płuc106. D’altra parte la predilezione per gli aggettivi relazionali nella lingua polacca viene notata nei casi in cui si tratta della localizzazione di un organo o di una condizione patologica, come negli esempi: setto interventricolare-> przegroda międzykomorowa; muscolatura periscapolare -> mięśnie przyłopatkowe; cisterna preposntina-> zbiornik przedmostowy.

Ci sono inoltre i casi in cui l’aggettivo di relazione italiano viene espresso in polacco mediante l’attributo preposizionale o quello genitivale (Maniowska 2016: 63), come negli esempi che seguono: fenomeni artrosici intrapofisari-> zmiany zwyrodnieniowe stawów międzywyrostkowych; ormone preipofisario -> hormon wydzielany przez przysadkę mózgową; Rx lombo-sacrale -> Rtg odcinka lędźwiowo- krzyżowego107; e quelli in cui diventa un sostantivo combinato con un aggettivo o avverbio/locuzione preposizionale. Quest’ultima situazione riguarda i casi in cui nella lingua italiana si fa ricorso alle espressioni che indicano un’assenza di lesioni e in cui la creazione dell’aggettivo relazionale avviene mediante la prefissazione normo, come per: paziente normoteso; polso normofrequente. Tale intervento non è applicabile per la lingua polacca che in questi casi fa ricorso agli aggettivi normalny o prawidłowy oppure alle locuzioni preposizionali bez nieprawidłowości o w normie. In questo modo gli equivalenti polacchi per gli esempi italiani sono: pacjent z ciśnieniem tętniczym w normie; częstotliwość tętna prawidłowa. La stessa soluzione viene adoperata dalla lingua

106 Per approfondire il significato del sostantivo metastasi in polacco e in italiano si rimanda a Maniowska (2016:

62).

107 Gli esempi provengono da Maniowska (2016: 63-64).

polacca per gli aggettivi relazionali la cui formazione parte dal sostantivo che fa riferimento alle condizioni patologiche. In questi casi, nella lingua italiana, la malattia diventa una caratteristica del paziente, spesso denominato come soggetto, basti pensare a: soggetto ipoteso; anemico o glaucomatoso. I traducenti nella lingua polacca sono invece: pacjent cierpiący na niedociśnienie (o pacjent z niedociśnieniem); pacjent z anemią; pacjent cierpiący na jaskrę (o pacjent z jaskrą) (Maniowska 2016: 65).

Da questa breve introduzione si nota soprattutto una massiccia presenza degli aggettivi di relazione nella lingua italiana medica, ma anche il fatto che spesso i loro equivalenti nella lingua polacca non vengono espressi con la stessa forma grammaticale.

3.2.2.2. Aggettivi di relazione nei sintagmi costituiti da un nome generico e un aggettivo