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Le sfumature del colore rosso in italiano e in polacco – analisi contrastiva

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Le sfumature del colore rosso in

italiano e in polacco – analisi

contrastiva

Acta Philologica nr 46, 70-82

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Sylwia Skuza

Le sfumature del colore rosso in italiano

e in polacco – analisi contrastiva

Il presente articolo ha lo scopo di mostrare, in maniera concisa ma esauriente, le gradazioni del colore rosso in italiano e czerwony in polacco. Il materiale linguistico legato al colore rosso-czerwony ed i suoi lessemi riguardanti le tonalità ci mostrano tante somiglianze, ma dall’altro lato, anche tante differenze, a volte sorprendenti.

1. Lo stato delle ricerche riguardanti il campo semantico dei colori

primari e delle loro tonalità in italiano e in polacco

A questo punto è bene descrivere il corpus principale legato alle ricerche riguardanti il campo semantico dei colori primari e delle loro tonalità in italiano e in polacco su cui mi sono basata. La lingua italiana non ha sviluppato molte ricerche dal punto di vista delle analisi strettamente linguistiche e semantiche sui colori. Il lavoro più importante in questo campo è quello di Maria Grossmann del 1988, intitolato Colori e lessico. Studi sulla struttura semantica degli aggettivi di colore in catalano, castigliano, italiano, romeno, latino e ungherese. Dal punto di vista teorico, invece, la ricerca della Grossmann si è basata fondamentalmente sulla lessematica di Eugenio Coseriu.

La lingua polacca deve invece un lavoro pionieristico all’opera scritta nel 1954 da Alfred Zaręba: Nazwy barw w dialektach i historii języka polskiego (I nomi dei colori nei dialetti e nella storia della lingua polacca) – un elaborato trattato accuratamente dal punto di vista diacronico e anche da quello dialettale. Recentemente per la lingua polacca le più importanti opere sono quella apprezzatissima di Ryszard Tokarski, Semantyka barw we współczesnej polszczyźnie del 2004 (La semantica del colore nel polacco moderno) e Niepodstawowe nazwy barw w języku polskim, czeskim, rosyjskim i ukraińskim del 2005 (I nomi delle tonalità dei colori basilari in polacco, ceco, russo e ucraino) di Inna Bjelajeva, in cui l’autrice ha puntato principalmente alla classificazione dei nomi delle gradazioni dei sette cromonimi principali, basando tale classificazione soprattutto sulle definizioni del vocabolario. Il contributo nello sviluppo dello studio semantico dei colori nella lingua polacca è stato anche dato da Mirosława Ampel-Rudolf, che negli anni ’90 del secolo scorso ha analizzato i nomi di colori nella lingua polacca sia dal punto di vista lessicale che da quello sintattico.

1.1. La nozione di campo lessicale

“La nozione del campo lessicale è stata spesso definita una svolta cruciale per lo studio del significato, una sorta di rivoluzione copernicana che ha aperto una nuova era nella semantica” (Casadei, 2007, p. 61). L’idea del campo lessicale viene sviluppata negli anni Trenta dell’ultimo secolo dal filologo e linguista tedesco Jost von Trier con buoni risultati

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nell’ambito onomasiologico (Cuppari, 2009, p. 23). Trier, comunque, ha applicato la nozione di campo lessicale prima di tutto alla semantica diacronica. Secondo lo scienziato, il limite della semantica diacronica tradizionale era quello di studiare i mutamenti di significato in modo “atomistico”, cioè analizzando l’evoluzione di singoli lessemi, mentre la nozione di campo consentiva di guardare ai cambiamenti nei rapporti di valore tra insiemi di lessemi. La teoria del campo lessicale è basata fondamentalmente sull’assunto strutturalista che i significati siano entità linguistiche e che al di sotto del lessico vi sia una realtà di per sé amorfa, che ogni lingua articola a suo modo, avente come unico accesso la lingua stessa: in tale modo è quindi la lingua a creare i concetti, imponendo la sua peculiare organizzazione a un mondo prelinguistico indifferenziato (Casadei, 2007, p. 63). La teo-ria del campo semantico unisce il concetto saussuteo-riano di arbitrarietà con il relativismo o determinismo linguistico. Secondo tale ipotesi, è la lingua a determinare la visione del mondo.

Uno dei campi lessicali più famosi è proprio quello riguardante i nomi di colore: rosso, giallo, blu, verde ecc. L’insieme di questi lessemi rappresenta il modo in cui sia l’italiano che il polacco strutturano l’area concettuale del colore. Ogni lessema corrisponde a una delle sezioni, che possono costituire a loro volta un’area concettuale che viene struttu-rata in campo da un altro insieme di lessemi; in tale modo, per esempio, l’area coperta da blu è strutturata da lessemi come: celeste, bluastro, pervinca ecc. Le parole collocate nello stesso campo lessicale possono anche rispondere ad altri tipi di ordinamento, può anche capitare che all’interno del campo esse manifestino rapporti semantici di affinità o contrasto, per esempio: nel campo dei colori blu e colore sono in relazione di iponimia. Un campo lessicale può pure essere definito come l’insieme dei co-iponimi di uno stesso iperonimo, come per esempio nero, blu ecc. rispetto a colore, e all’iperonimo già nominato E. Coseriu ha dato il nome di “arcilessema”. Mi servirò spesso proprio di tale termine coseriano durante la mia seguente ricerca. Egli intendeva con il termine “arcilessema” un’unità che corrispondesse al contenuto di un intero campo e che potesse o meno essere espressa da un lessema specifico.

1.2. Il colore rosso nella gerarchia

L’ispirazione per gli studi moderni sulla semantica del colore è stata data senza dubbio dal lavoro pionieristico dei due linguisti-antropologi, Bernt Berlin e Paul Kay, Basic Color Terms del 1969. I due ricercatori americani, sulla base dell’analisi del lessico dei colori di 98 lingue, appoggiandosi su dati sperimentali, comunicazioni personali o fonti pubblicate, sono giunti durante la ricerca ai risultati che hanno confermato l’ipotesi iniziale: la catego-rizzazione cromatica non è casuale e i punti focali dei termini basici si assomigliano in tutte le lingue.

La ricerca di Berlin e Kay dice che le lingue diverse codificano un numero di-verso di categorie cromatiche fondamentali, esiste un inventario universale di undici categorie percettive che servono come referenti psicofisici ai termini di colore basici di ogni lingua. Secondo gli scienziati (1969, p. 2), tutte le lingue hanno dei termini per bianco e nero, e “se una lingua ha tre termini cromatici, allora il terzo termine sarà rosso” (If a language contains three terms, then it contains a term for red).

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Nonostan-te le discussioni e le critiche al lavoro di Berlin e Kay, l’importanNonostan-te Nonostan-terzo posto nella gerarchia cromatica del colore rosso non è mai stato indebolito da nessuno in modo fondamentale.

purple

black yellow pink

< red < < blue < brown <

white green orange

grey

Figura 1. Sequenza temporale di acquisizione dei termini basici ad opera di Berlin e Kay Per giungere a una definizione di rosso e czerwony si presenta innanzitutto la necessità di stabilire gli oggetti prototipici e i rapporti che essi giocano nell’ambito del campo semantico legato al colore. Il prototipo per il colore rosso è soprattutto il sangue fresco, ma anche il fuoco. Si dice spesso, addirittura, che il rosso è il colore del sangue. Anna Wierzbicka ha proposto di concettualizzare il lessema inglese red tramite la concezione della parola “sangue”. “Red – il colore di cui pensiamo come del colore del sangue”(Wierzbicka 1980, p. 43). Nella sua ricerca la Wierzbicka fa anche delle riflessioni sul colore del fuoco e nota che esso viene spesso associato al colore rosso, nonostante il fatto che esista pure un’asso-ciazione del fuoco con il colore arancione (per lo più il rosso e l’arancio vengono spesso confusi).

Secondo Tokarski (2004, p. 90), invece, la lingua polacca ha due prototipi legati alla nozione dell’aggettivo czerwony: fuoco e sangue. La Ampel-Rudolf (1994, p. 82) considera invece kolor krwi (color sangue) come sinonimo del primo grado del czerwony. Nel caso italiano non ci sono le differenze perché già la definizione del rosso nel Vocabolario della Crusca del 1612 descrive il colore come “simile a quello del sangue”, mentre nell’opera di Leonardo da Vinci leggiamo che per dipingere il fuoco ci vuole il colore rosso (Da Vinci, 1804, pp. 33, 97), che Leonardo, come se non bastasse, definì come “colore del fuoco”.

Secondo Tokarski, il continuo penetrarsi dei motivi del sangue e del fuoco nelle atte-stazioni del nome czerwony rende pressoché impossibile fornire una risposta sulla premi-nenza di uno di questi motivi sull’altro. Il ricercatore polacco riporta anche esempi poetici in cui il czerwony evoca allo stesso tempo il sangue e il fuoco. Altro esempio fornito da Tokarski (2004, p. 82) è quello legato alla simbolica della liturgia cristiana, in cui dal XVI secolo il colore rosso poteva essere unito sia al sangue dei martiri sia al fuoco dello Spirito Santo.

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Definizione del lessema rosso nei dizionari

italiani Definizione del lessema czerwony nei dizionari polacchi

Identificato col colore del sangue e del fuoco

(Devoto e Oli, 1995). Mający kolor krwi – che ha il colore del sangue (Polański, 2009). Di colore rosso; incandescente, arroventato

dal fuoco (Treccani). Kolor pierwszego pasma tęczy, kolor krwi – il primo colore dello spettro solare, colore del sangue (Skorupka, 1968).

Di colore che nello spettro solare sta tra il violetto e l’arancio ed è quello caratteristico del sangue, del fuoco, del papavero (Zingarelli, 2013).

Będący koloru pierwszego pasma tęczy, koloru krwi; zarumieniony – il primo colore dello spettro solare, colore del sangue; vermiglio (Szymczak, 1982).

Tabella 1. Definizioni nei dizionari monolingui dei lessemi rosso e czerwony

Come possiamo notare, le definizioni italiane indicano sia il sangue che il fuoco come il prototipo del colore rosso, mentre quelle polacche per il czerwony riportano solamente il sangue come il prototipo naturale e primario.

Il color rosso, il colore del fuoco e delle fiamme, viene spesso unito alle associazioni legate al color del sangue. Lo si vede pienamente nei nomi delle tonalità del rosso tipo: rosso fiamma – płomienista czerwień, rosso fuoco – ognista czerwień. L’antica espressione czerwony kur (letteralmente il gallo rosso) incarna ancora oggi nella lingua polacca il fuoco e l’incendio. Questo colore, lo vediamo presso i pompieri, i loro mezzi di intervento, ma anche gli idranti e gli estintori; il rosso è generalmente usato per i mezzi antincendio in tutta Europa.

2. Lessemi appartenenti al campo lessicale dell’arcilessema rosso in

ita-liano e czerwony in polacco

Il concetto di rosso già dall’antichità abbracciava una vasta gamma di sfumature, con le diverse gradazioni: porpora–purpura, scarlatto–szkarłatny, kèrmes–kermes (colorante), giacinto–hiacynt, giacintinto–fioletowy (uso in letteratura), ametista–ametystowy ecc. I sinonimi più frequenti, almeno settecenteschi (Mayenowa 1966–1998), per czerwony sono: karmazynowy (cremisi), purpurowy (porpora), purpurzany (porpora), szkarłatny (scarlatto), rumiany (rubicondo, vermiglio), cisawy (baio, rossomarrone).

Per quanto riguarda il rosso: “Nell’Antico Testamento per connotare ciò il cui colore ricordava quello del sangue, si componevano le parole partendo da »dám« che letteralmen-te significava »sangue«. Anche il letteralmen-termine greco »eruthrós« era impiegato per indicare le tonalità cremisi del sangue, del vino, delle rocce rosse, del rame, il colore degli indumenti tinti con la robbia e naturalmente il sangue stesso; in latino equivalente era »ruber«, da cui deriva la parola italiana rosso” (Luzzato e Pompas, 2010, p. 209).

Il colore rosso, presente da secoli in ogni settore della vita umana, abbracciava una vasta gamma di gradazioni che erano incluse tra il porpora, il viola e l’arancione. Nella classificazione italiana dell’arcilessema rosso fatta dalla Grossmann (1998, 68) troviamo 44 lessemi delle tonalità di questo colore. I. Bjelajeva (2005, pp. 49–52) che studia invece le sfumature dei colori nelle lingue slave, distingue per la lingua polacca i 25 lessemi del colore prototipico czerwony.

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Lessema italiano Traduzione in polacco Lessema polacco Traduzione in italiano 1. Amaranto Amarantowy 1. Amarantowy Amaranto

2. Aragosta Czerwonopomarańczowy 2. Bordo Bordò, bordeaux 3. Arancio Pomarańczowy 3. Buraczkowy,

burakowy Color barbabietola, rosso scuro 4. Arancione Jaskrawopomarańczowy,

jaskrawy oranż 4. Ceglasty Mattone 5. Arrossato Zaczerwieniony 5. Cynobrowy Cinabro 6. Arrossito Poczerwieniały,

zarumieniony 6. Jarzębinowy Rosso del sorbo 7. Bordò Bordo 7. Kalinowy Rosso del viburno 8. Carne Cielisty 8. Karmazynowy,

karmazyn Cremisi 9. Carota Marchewkowy 9. Karminowy Carminio 10. Ciliegia Wiśniowy 10. Koralowy Corallo

11. Corallo Koralowy 11. Krasny, kraśny Vermiglio, rubicondo 12. Cremisi Karmazynowy 12. Krwawy Sangue

13. Fragola Truskawkowy 13. Makowy Papavero 14. Fucsia Fuksja 14. Malinowy Lampone 15. Granata Ciemnoczerwony, kolor

granatu 15. Miedziany Ramato, rame 16. Mattone Ceglasty 16. Ognisty Igneo, rosso fiamma 17. Pesca Brzoskwiniowy 17. Pąsowy, pąs Ponsò

18. Porpora Purpurowy, purpura 18. Pomidorowy Color Comodoro 19. Ramato Miedziany 19. Poziomkowy Fragola (di bosco) 20. Rame Miedziany, rudawy 20. Purpurowy,

purpura Porpora 21. Rosa Różowy 21. Rakowy Color gambero 22. Rosa antico Pudrowy róż 22. Rubinowy Rubino

23. Rosa confetto Blady róż 23. Rumiany Rubicondo, rosso rubicondo, vermiglio 24. Rosa shocking Jaskraworóżowy 24. Szkarłatny, szkarłat Scarlatto

25. Rosato Różowy 25. Wiśniowy Ciliegia 26. Roseo Różowy, rumiany

27. Rossastro Czerwonawy, rudawy 28. Rossiccio Czerwonawy, rudawy 29. Rossissimo Intensywnie czerwony 30. Rosso bandiera Czerwień flagowa 31. Rosso cardinale Czerwień kardynalska 32. Rosso fiamma Ognista czerwień,

czerwień ognia 33. Rosso fuoco Płomienna czerwień,

płomienny czerwony 34. Rosso lacca Czerwień lakowa 35. Rosso Tiziano Czerwień tycjańska 36. (Rosso) vino Kolor wina 37. Rubicondo Rumiany 38. Rubino Rubinowy 39. Ruggine Rdzawy (kolor) 40. Salmone Łososiowy 41. Sangue Krwawy

42. Sangue di bue Ciemna czerwień, czerwonobrązowy 43. Scarlatto Szkarłatny, szkarłat 44. Vinaccia Czerwonofioletowy

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Avendo in paragone l’elenco delle gradazioni del rosso e del czerwony possiamo costatare che 14 gradazioni corrispondono esattamente in ambedue le lingue; sono le coppie: amaranto–amarantowy, bordò–bordo, ciliegia–wiśniowy, corallo–koralowy, cremisi– karmazynowy, fragola–truskawkowy, mattone–ceglasty, porpora–purpurowy, ramato–mied-ziany, rame–miedramato–mied-ziany, rudawy, rubicondo–rumiany, rubino–rubinowy, sangue–krwawy, scarlatto–szkarłatny. Altre differenze, come vedremo tra poco, sono l’effetto delle diverse scelte fatte durante la classificazione delle gradazioni dei colori primari dai ricercatori sia italiani che polacchi.

La Ampel-Rudolf (1994, pp. 82–83) a sua volta distingue solamente 18 gradazioni della tonalità del czerwony:

amarantowy (amaranto) – rossoviola – il colore x assomiglia ai fiori dell’amaranto; bordo (bordò) – rosso vivo – il colore x è come il colore del vino (rosso);

• buraczkowy, buraczany, burakowy (color barbabietola) – rosso scuro con la sfumatura violacea – il colore x è come il colore della barbabietola;

ceglasty, ceglany (mattone) – rossoarancio – il colore x è come il colore del mattone; cynobrowy (cinabro) – rosso puro – il colore x è come il colore del cinabro (metallo); karmazynowy (cremisi) – rosso scuro scuro – il colore x è come il colore del cremisi

(colorante);

koralowy (corallo) – rossobiancastro – il colore x è come il colore del corallo; krwisty, krwawy (sangue) – rosso vivo – il colore x è come il colore del sangue; malinowy (lampone) – rossolivido – il colore x è come il colore del lampone; ognisty (rosso fiamma) – rossoarancione – il colore x è come il colore del fuoco; pąsowy (ponsò) – rosso chiaro – il colore x è come il colore del papavero (dal

fran-cese);

pomidorowy (color pomodoro) – rosso chiaro – il colore x è come il colore del po-modoro;

purpurowy (porpora) – rosso scuro con la sfumatura violacea – il colore x è come il colore della porpora (colorante);

rakowy (color gambero) – rosso ruggine – il colore x è come il colore del gambero; rubinowy (rubino) – rosso scuro – il colore x è come il colore del rubino;

szkarłatny (scarlatto) – rosso acceso – il colore x è come il colore dello scarlatto (colorante);

wiśniowy (ciliegia) – rosso scuro – il colore x è come il colore della ciliegia.

Tokarski (2004, pp. 153–154), nel libro sul quale si è basata la Bjelajeva, osserva che l’elenco dei lessemi legati al color czerwony è sempre aperto e che il loro apparire nella lingua è differenziato. Le sfumature del czerwony tipo: amarantowy, koralowy, pąsowy, purpurowy rubinowy, szkarłatny sono più frequenti del cynobrowy, jarzębinowy o miedziany. Infatti, i dizionari polacchi non riportano nemmeno le definizioni delle sfumature tipo: jarzębinowy o rakowy.

Come possiamo vedere, la Grossmann, facendo la ricerca sulle gradazioni del rosso, classifica tutte le sue tonalità cominciando dal rosso scuro per finire al color rosa. Per i linguisti slavi, ossia Tokarski e la Bjelajeva, le tonalità del color różowy (rosa) sono descritte separatamente dal color czerwony. La Bjelajeva (2005, p. 66), per di più, indica

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cinque nomi dell’arcilessema różowy (rosa), fra cui troviamo il lessema łososiowy (salmone). Nel caso del lessema italiano salmone, che secondo la Grossmann fa la parte del campo semantico dell’arcilessema rosso, il suo equivalente polacco łososiowy viene classificato da Zaręba (1954, p. 78) e Tokarski (2004, p. 173) come quello appartenente all’arcilessema pomarańczowy, mentre la Bjelajeva lo classifica come quello attinente all’arcilessema del cromonimo różowy (rosa). La ricercatrice spiega che la carne cruda del salmone infatti è rosa con le tonalità arancione, mentre la carne cotta del salmone, di solito affumica-ta, ha più la sfumatura arancione e decide, servendosi dell’esempio poetico di Tuwim “rozpłatana różowość świeżego łososia” (spaccata rosa del fresco salmone) di classificare il lessema łososiowy come quello relativo in polacco all’arcilessema różowy (Bjelajeva, 2005, p. 67).

Le differenze riguardanti i lessemi dell’arcilessema rosso e czerwony sono legate so-prattutto agli aggettivi polacchi rudy e ryży, che riguardano il colore dei capelli. Infatti, la lingua italiana, a differenza del polacco, non ha mai individuato un lessema a parte che descriverebbe esclusivamente il rosso dei capelli umani, mentre tale procedimento linguistico nel caso della lingua polacca era cominciato molti secoli fa, ancora tramite il protoslavo (ryd’ъ). Nel caso della lingua polacca vale la pena sottolineare che l’aggettivo czerwony non è un nome genericamente slavo, perché esso manca nelle lingue slave dell’est (красный in russo). Nelle lingue slave esiste comunque un gruppo di aggettivi che hanno la stessa radice (il già nominato ryd’ъ che nell’antico slavo descriveva il colore intermedio fra il giallo e il rosso, mentre ryd’ъ proviene a sua volta dall’indoeuropeo rudh (Boryś, 2008), che significava “essere rosso”) e diversi suffissi; in polacco sarebbero gli aggettivi come: rudy, rusy (quasi in disuso), rydzy, ryży, rdzawy che riguardano (tranne rdzawy) il colore dei capelli e della pelle nel caso degli uomini e del pelo nel caso degli animali (Zaręba, 1954, p. 29). L’espressione czerwone włosy (capelli rossi) può essere compresa nella lingua polacca solamente come espressione poetica perché sia nella lingua parlata che scritta si dice sempre rude włosy. Secondo la Bjelajeva (2005, p. 62), rudy e ryży si trovano sulla frontiera di tre campi cromatici: del colore rosso, giallo e marrone, e in conseguenza è molto difficile precisarli e definirli come attinenti a un solo campo cromatico. La ricercatrice però si aiuta con la definizione dei dizionari polacchi: rudy– czerwonobrązowy (rosso-marrone) (Szymczak, 1982) e (Polański, 2009) ryży–jasnorudy (rossiccio), czerwonopomarańczowy (rossoarancio), ceglasty (mattone) (Skorupka, 1968), e dato che per i polacchi rudy e ryży vengono trattati come sinonimi, li categorizza nel campo cromatico dell’arcilessema brązowy (marrone). Il lessema ruggine (rdzawy), classificato dalla Grossmann come quello relativo al campo semantico del rosso, viene invece collocato dalla Bjelajeva (2005, p. 61) come iponimo dell’arcilessema brązowy (marrone).

Le gradazioni ramato–miedziany e mattone–ceglasty sono relative sia in italiano che in polacco all’arcilessema rosso–czerwony, mentre le altre gradazioni descriventi le tonalità rosse dei capelli vengono classificate diversamente in ogni lingua d’interesse. Gli aggettivi castano– kasztanowy (capelli castani – kasztanowate włosy) e mogano–mahoniowy (i capelli mogano, i capelli color mogano, i capelli mogano rosso – mahoniowe włosy, włosy koloru mahoniowego) vengono entrambi classificati come relativi all’arcilessema marrone–brązowy (Grossmann,

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1998, p. 65) e (Bjelajeva 2005, p. 60), mentre la gradazione tiziano (tycjanowski–colore tizianesco, indicante esclusivamente il colore dei capelli umani) viene classificata dalla Grossmann (1998, p. 68) come arcilessema del colore rosso. Il suo equivalente polacco tycja-nowski viene invece classificato dalla Bjelajeva (2005, p. 54) nella cromatica relativa al colore żółty (giallo).

Secondo Tokarski (2004, p. 166), la tonalità cielisty (carne) che indica il colore rosa pallido simile a quello della carne umana è un lessema che sfugge a qualsiasi catego-rizzazione, mentre la Bjelajeva (2005, p. 60) lo classifica come iponimo dell’arcilesse-ma brązowy (dell’arcilesse-marrone) e la Grossdell’arcilesse-mann, invece, di quello del rosso. Il probledell’arcilesse-ma della collocazione giusta del colore cielisty è spiegato da Tokarski con la scarsa frequenza dell’uso dell’aggettivo e – in conseguenza di ciò – con l’impossibilità di trovare un numero assai rilevante che permetterebbe di stabilire le connotazioni semantiche della parola.

La Grossmann classifica il lessema arancio, arancione nell’elenco relativo all’ar-cilessema rosso, mentre nel caso polacco la Ampel-Rudolf (1994, p. 72) classifica pomarańczowy come un lessema che appartiene all’arcilessema del colore żółty (giallo). Per la Bjelajeva, invece, pomarańczowy è esso stesso arcilessema del proprio campo semantico al quale appartengono due tonalità: brzoskwiniowy (pesca) e oranż, oranżowy (arancio-ne). La stessa Bjelajeva (2005, pp. 65–66) osserva che la Ampel-Rudolf non distingue affatto pomarańczowy come uno dei cromonimi di base e che Tokarski invece classifica a sua volta pomarańczowy come una delle tonalità dell’arcilessema różowy (rosa). La Bjelajeva comunque sottolinea, non senza ragione, che le definizioni dei lessemi tratte dai dizionari sono spesso contraddittorie e le opinioni dei ricercatori che studiano i colori sono alquanto soggettive, come è stato appena dimostrato dalle osservazioni di cui sopra.

Il lessico legato alle tonalità dei colori, primari e non solo, è sempre aperto e, oltre ai lessemi elencati dalla Grossmann, possiamo trovarne ancora tanti altri attinenti all’ita-liano quotidiano. Nel caso dell’arcilessema rosso gli italiani conoscono e usano anche le tonalità tipo: borgogna, castagno, granata, lacca di garanza, magenta, malva, melograno, rosso corsa, rosso di Persia, rosso pompeiano, rosso veneziano, rosso Valentino, vermiglione, sangria ecc.

Ci sono anche altre gradazioni del colore czerwony, non utilizzate in questa sede, che sono frequentemente usate nel polacco odierno: biskupi (rosso vescovo, colore rosso violaceo), burgund (borgogna), fuksja (fucsia), magenta (magenta) ecc.

In tutte e due le lingue d’analisi incontriamo una gradazione del rosso–czerwony abbastanza moderna rispetto agli altri lessemi, e perciò non classificata dai linguisti – si tratta di magenta, chiamata nello stesso modo in ambedue i sistemi linguistici. Magenta indica il colore cremisi carico, e il suo nome lo deve alla città lombarda omonima, con riferimento al colore dei pantaloni degli zuavi francesi che presero parte alla battaglia del 4 giugno 1859. Il termine magenta svolge un ruolo importante nella chimica dei co-loranti, ma viene utilizzato particolarmente per la stampa e nell’ambito della fotografia. “La sfumatura magenta è talvolta considerata dal punto di vista chimico e fisico quella che esprime meglio il rosso ››primario‹‹” (Pastoureau, 2010, p. 141).

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Le gradazioni del rosso si riferiscono in entrambe le lingue soprattutto alle sfu-mature i cui nomi sono legati a diversi materiali. Gli oggetti naturali grazie ai qua-li predichiamo tale colore esistono in ambedue le qua-lingue e sono: fuoco, sangue, fio-ri (papavero), animali (gambero bollito, aragosta), pietre (corallo, rubino), frutta (ciliegia, fragola). La gamma delle sfumature del colore rosso, sia in italiano che in polacco, ha continuato ad allargarsi sino ai nostri giorni e la possiamo dividere in tre tipi.

Il primo gruppo è composto da rosso, carminio, scarlatto, cremisi, vermiglio/vermiglione, porpora – questi colori indicano un rosso molto vivo, sono le gradazioni che allo stesso tempo vengono testimoniate linguisticamente da secoli.

Il secondo gruppo di parole che descrivono le sfumature del color rosso proviene dal mondo minerale e vegetale: rubino, granata, corallo, papavero, prugna, melograno, melanzana, ciliegia. Il rosso quindi è il colore dei fiori e della frutta matura. Infatti, nella natura troviamo molta frutta matura di colore rosso, che spesso dà il nome alle sfumature del colore primario, abbiamo quindi: anguria, azuchi rossi, barbabietola rossa (da cui buraczkowy, burakowy in polacco), cavolo rosso, ciliegie (in ambedue le lingue la grada-zione: ciliegia e wiśniowy), cipolla rossa, fagioli rossi, fragole e lamponi (colore fragola e truskawkowy, lampone e malinowy), mela rossa, melograno, peperone rosso, pomodoro (pomidorowy in polacco), radicchio, ribes rosso, susine rosse ecc. La lingua polacca rac-coglie due sfumature del rosso associate al colore dei fiori: makowy – che indica il colore dei petali del papavero e amarantowy (amaranto) che sono fiori di una cinquantina di specie, nonché due gradazioni che indicano il colore della frutta degli alberi: jarzębinowy che riguarda il rosso dei frutti del sorbo e kalinowy, che indica il colore delle bacche del viburno rosso.

Come terzo tipo, anch’esso molto importante, che indica le tonalità di rosso nel con-fronto fra le due lingue, vi sarebbe una serie di aggettivi: igneo, sanguigno, fiammeggiante, rubescente, ecc.

Ora cercherò di mostrare a quale arcilessema del colore in polacco vengono attribuiti i lessemi italiani relativi all’arcilessema rosso:

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Lessema italiano appartenente all’arci-lessema rosso, secondo la classificazione fatta dalla Grossmann

Equivalente polacco Appartenente all’arcilessema del colore x in polacco

rosso giallo marrone arancio rosa viola 1. Amaranto Amarantowy + 2. Aragosta Czerwonopomarańczowy + 3. Arancio Pomarańczowy + 4. Arancione Jaskrawopomarańczowy, jaskrawy oranż + 5. Arrossato Zaczerwieniony + 6. Arrossito Poczerwieniały, zarumieniony + 7. Bordò Bordo + 8. Carne Cielisty + 9. Carota Marchewkowy + 10. Ciliegia Wiśniowy + 11. Corallo Koralowy + 12. Cremisi Karmazynowy + 13. Fragola Poziomkowy + 14. Fucsia Fuksja +

15. Granata Ciemnoczerwony, kolor

granatu +

16. Mattone Ceglasty +

17. Pesca Brzoskwiniowy +

18. Porpora Purpurowy, purpura + 19. Ramato Miedziany +

20. Rame Miedziany +

21. Rosa Różowy +

22. Rosa antico Pudrowy róż +

23. Rosa confetto Blady róż +

24. Rosa shocking Jaskrawo-różowy +

25. Rosato Różowy +

26. Roseo Różowy, rumiany +

27. Rossastro Czerwonawy, rudawy + 28. Rossiccio Czerwonawy, rudawy + 29. Rossissimo Intensywnie czerwony +

30. Rosso bandiera Czerwień flagi + 31. Rosso cardinale Czerwień kardynalska + 32. Rosso fiamma Ognista czerwień,

czerwień ognia + 33. Rosso fuoco Płomienna czerwień,

płomienny czerwony + 34. Rosso lacca Laka czerwona + 35. Rosso Tiziano Czerwień tycjańska + 36. (rosso) vino Kolor wina + 37. Rubicondo Rumiany + 38. Rubino Rubinowy +

39. Ruggine Rdzawy kolor +

40. Salmone Łososiowy +

41. Sangue Krwawy +

42. Scarlatto Szkarłatny +

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Nella tabella 3. non appaiono i nomi delle gradazioni tipiche della lingua italiana che non sono conosciute in polacco cioè sangue di bue e vinaccia.

Conclusioni

L’analisi contrastiva del materiale dedicato al colore rosso in italiano e czerwony in po-lacco ci mostra tante somiglianze nella percezione di questo colore sia dal punto di vista diacronico che da quello sincronico. Le prime associazioni prototipiche che evocano rosso–czerwony sono sangue–krew e fuoco–ogień – fatto univocamente attestato dalle definizioni dei dizionari monolingui in ambedue le lingue analizzate.

La Grossmann, per la lingua italiana, individua 44 lessemi dell’arcilessema rosso, mentre la Bjelajeva, per l’arcilessema polacco czerwony, individua solamente 25 lessemi, ma ciò non significa che il lessico cromatico polacco sia più povero di quello italiano. Il motivo del diverso numero delle gradazioni del rosso è soprattutto il fatto che le ricercatrici si sono servite di diversi punti di riferimento. La Grossmann ha allargato notevolmente il campo semantico legato all’arcilessema rosso, dove non solo ha aggiunto le sfumature dei cromonimi rosa e arancione, ma ha anche classificato come lessemi del rosso i suoi deri-vati, come per esempio rossiccio o rossissimo, sviluppandolo ancora con cromonimi molto moderni e recenti (per esempio rosa shocking). I ricercatori polacchi Zaręba, Tokarski, e soprattutto la Bjelajeva, hanno invece analizzato le gradazioni del czerwony prendendo come punto di riferimento la storica presenza nella lingua dei nomi delle tonalità del czerwony, testimoniate dai vocabolari e dai testi letterari polacchi; in conseguenza di ciò le tonalità del color różowy (rosa) e pomarańczowy (arancione) sono classificate e descritte separatamente dal color czerwony. Il materiale linguistico legato al colore rosso–czerwony ed i suoi lessemi riguardanti le tonalità ci mostrano che le definizioni dei lessemi tratte dai dizionari sono spesso contraddittorie, e come se ciò non bastasse capita non di rado che le opinioni dei ricercatori che studiano i colori siano soggettive.

Dall’analisi dell’elenco dei lessemi legati all’arcilessema rosso in italiano e czerwony in polacco possiamo dedurre che 14 gradazioni sono uguali in ambedue le lingue e la maggior parte di esse ha la propria storia antica, testimoniata abbondantemente nei testi scritti italiani e polacchi. Si nota subito che dal punto di vista etimologico tanti lessemi derivano dal latino o dal greco e sono fortemente radicati nei secoli scorsi sia dal punto di vista linguistico che da quello culturale, come è per esempio nel caso delle coppie: amaranto–amarantowy, porpora–purpurowy o scarlatto–szkarłatny ecc. Altre gradazioni del rosso e del czerwony, invece, appartengono univocamente agli oggetti-prototipi da cui prendono i nomi, per esempio: ciliegia–wiśniowy, sangue–krwawy, aragosta o rakowy (color gambero).

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Streszczenie

Celem artykułu jest analiza porównawcza niepodstawowych nazw barw koloru czerwone-go w języku polskim (25 leksemów) i włoskim (44 leksemy). Obydwa języki klasyfikują zgodnie zaledwie 14 leksemów, a wyraźne różnice na tym tle wynikają przede wszystkim z odmiennego przypisywania odcieni do konkretnego pola semantycznego tak przez językoznawców polskich, jak i włoskich, np. M. Grossmann zalicza przymiotnik rosa (różowy) jako niepodstawową nazwę barwy koloru czerwonego, podczas gdy polscy językoznawcy I. Bjelajeva, R. Tokarski klasyfikują ten przymiotnik jako archileksem pola semantycznego barwy różowej.

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Abstract

The main goal of this article is a comparative analysis of non-basic hues of the red colour in Polish (25 lexemes) and in Italian (44 lexemes). The two languages correspondingly categorize only 14 lexemes. Sharp differences in the categorization result from the ways in which Polish and Italian linguists ascribe shades of colours to particular semantic fields, e.g. M. Grossmann lists the adjective rosa (pink) as a non-basic term of red in opposition to the Polish linguists I. Bjelajeva and R. Tokarski, who categorize that adjective as an archilexeme of the semantic field of the pink hue.

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