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Le ispirazioni e le fonti orientali nei testi medici in volgare italoromanzo : indagine sui manoscritti conservati nel fondo berlinese della Biblioteca Jagellonica

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Academic year: 2022

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Université Jagellonne de Cracovie

LE ISPIRAZIONI E LE FONTI ORIENTALI NEI TESTI MEDICI IN VOLGARE ITALOROMANZO

INDAGINE SUI MANOSCRITTI CONSERVATI NEL FONDO BERLINESE

DELLA BIBLIOTECA JAGELLONICA

1. Introduzione

La medicinamedievaleinItalia hadue principali fonti, da unapar­ te, come dimostrano le ricerche recenti1, c’era un filone di conti­ nuità della medicina antica, ma dall’altra l’impulsodecisivo perla fioritura dellamedicinaa partire dalXI-XII secolo arriva dagli in­

flussi arabi. LarinascitadellescienzemedicheinEuropa è legata alle scuolemediche (inclusa la famosa scuola salernitana) create grazie all’impulso diretto dato dalle traduzioni delle opere arabe in lati­

no. Sia questa primatraduzione sia la successiva rielaborazionein chiave divulgativa,attraverso la traduzione involgare, nonè affatto neutradalpunto di vistadicontenuticulturali - il mondo orientale ora emerge con forza in varie configurazioni ora viene messo da partee sostituito da elementi ‘domestici’.E soprattutto conil tempo

P. es. gli studi contenuti nel Y. Z o h a r a, U. B a c h r a c h, Handbook of medicinal plants, New York 2005 e nel J. G i v e n s, K. R e e d s, A. To u w a i d e, Visualizing medieval medicine and natural history, 1200-1550, Aldershot-Burlington 2006.

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e, dipendentementedalla dimensionegeografica, l’intensitàdell’in­

flusso sta cambiando.

Nella presente ricerca verranno presentati i risultati parziali di un’indagine condotta suimanoscritti medievali italiani relativaalla medicina conservati nella Biblioteca Jagellonica e provenienti dal fondo berlinese. Si cercheràdidareconto dell’intensitàdegliinflussi arabi neitesti medici volgarizzati prevalentementenelXIV e nelXV secolo.

2. Manoscritti

I manoscritti presi in considerazione sono in totale sei. Essi con­ tengono una vasta varietàditesti medici di diversi tipi. Solo alcuni (circa un quarto) dei testi presenti nei manoscritti possono essere direttamentericondotti allefonti arabe.

Segnatura Titolo della raccolta o del

testo principale Data Luogo

1 ital. fol. 158 Tesoro dei poveri /

Frammenti di trattati medici 1460 Venezia

2 ital. qu. 52 Tesoro dei poveri fine XV see. (Veneto? )

3 ital. qu. 62 Liber medicinarum - raccolta di trattati medici

XIV sec.

(1332? ) Veneto

4 ital. qu. 64 Libro di ricette secondo quarto

del XV see. Veneto

5 ital. qu. 67

Pratica di medicina / Chirurgia parva di

Lanfranco

metà del XV see.

Nord Italia (Veneto? )

6 ital. oct. 6 Ricettario primo quarto

del XVI see.

Nord Italia (Veneto? )

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3. Testi e influssi

L’influssodellamedicina araba su quella italiana si diffonde a partire da tre principali focolai di trasmissione, Salerno(scuola salernitana:

Costantino Africano)2, Sicilia (corte di Federico II: MicheleScoto, Maestro Teodoro), Napoli (corte angioina: Mosèda Palermo, Farai da Agrigento, Niccolò di Reggio)3. Nei secoli successivi (XIV e XV), da cui provengono i nostri manoscritti, l’influsso dellascienzaaraba diminuiscee si notamaggiorepresenzadi autoriche scrivonotrattati originali inlatino (si sviluppa tutto il filone chirurgico con Bruno da Longobucco, Guglielmo da Saliceto e Lanfranco da Milano). I testi presenti nei manoscritti conservati a Cracovia riflettono questa si­ tuazione. Infatti, vi troviamo tral’altro:

2 Per dare l’idea dell’influsso che aveva la Scuola Salernitana sulla medicina, basti citare il numero di manoscritti censiti nell’ambito del progetto della sovrinten­

denza salernitama dei beni culturali. I manoscritti collegabili alla Scuola saler­

nitana sono 1281. La scuola di Salerno in gran parte si si basava sull’apporto della medicina araba (le opere di Costantino Africano, traduttore dall’arabo, sono presenti in 60 manoscritti). Bisogna tenere presente che i dati non sono definitivi; mancano per esempio i manoscritti di Cracovia ma anche numerosi manoscritti delle biblioteche italiane.

3 Per il profilo generale dei contatti arabo-italoromanzi si veda M. Mancini, Contatti linguistici: Arabo e ltaloromania, [in:] Romanische Sprachgeschichte/

Histoire linguistique de la Romania des langues romanes, voi. 2, ed. G. E r n s t, M.-D. Glessgen.Ch. Schmitt,W. Schweickard,Berlin-NewYork2006, pp. 1639-1648.

a) Pietro Spano: Tesoro dei poveri (ital. fol. 158) b) Miscellanea di flebotomia edi dieta (ital.fol. 158)

c) El sermón de Aristotiles dela criación delomo e dela femena (ital. fol. 158)

d) Deli quattro elementiede lor complexión segondo chedixe Ari­ stotiles (ital. fol. 158)

e) Michele Scoto: De urinis (volgarizzamento) (ital.fol. 158) f) Prolego de Constantino delmorbo lo quale chiamado pestilen­

cia (ital. fol. 158)

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g) Bruno daLongobucco : diversi frammenti elaboratida Mae­ stro Francesco (ital. quart. 62)

h) Secretumsecretorum (versione brevedi Giovanni di Siviglia) (ital. quart.62)

i) Odo Magdunensis, De viribus herbarum (in volgare) (ital.

quart. 64)

l) Johannes de Parma (in latino) (ital. quart.64)

m) Lanfranco da Milano, volgarizzamento-rifacimentodi Chirur­

giaminor (ital.quart. 67)

n) Pratica dimedicina(ital.quart. 67)

o) Diverse raccolte di ricette (ital. fol. 158; ital. quart. 62; ital.

quart. 64).

Per i fini della presente ricerca gli influssi che ritroviamo nelle operemedicheinvolgaresonostateclassificate in tretipi :

a) testuali(testi) - trasmissionedi interi testi mutuatidallatra­ dizione scientifica araba tradottiprima in latinoe successiva­

mente involgare

b) concettuali (concetti)- presenzaintesti latini e volgari com­ posti da autori occidentali di concetti medici, di tecniche chirurgiche, di metodi terapeutici che risalgono alla scienza araba o che sono stati comunqueveicolati dalla scienza araba anche semagariavevanoorigine greca

c) lessicali (parole) - presenza di arabismi penetrati in lingue volgaridi solito attraverso il latino e qualchevolta direttamen­ te.Masiccomeper lo piùsitrattadi arabsimi dotti si puòsup­ porre come tramite il latino scritto.

È il gruppo intermedio cioè influssi che chiamiamo concettuali a creare maggiori difficoltà diinterpretazione.Imotivi sono duplici:

è il gruppo più lontano e più difficilmente rilevabile attraverso gli strumenti filologici e linguistici che abbiamo a disposizione(questi influssi appartengono alla storia della scienza e non alla filologia) e, inoltre, si tratta di elementi dove la ritrasmissione è stata una co­ stante. Pertanto è difficile stabilire sia la loro origine vera (bisogna ricordarsiche per la maggiorparte della scienza medica il mondo arabo fungeva da tramite grazie all’acquisizione delle conoscenze

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dell’antichità greca, ma ci sono anchenotevoli apporti originalidella scienzaarabanonsempredistinguibilidalle concezioni precedenti), sia levie attraverso lequali i concettisono penetrati nell’occidente.

Molto più semplice risulta esserel’influsso testualee lessicale. Dalla nostra indaginerisulta che tutti e tretipidiinflussi sono documenta­ bili nelcorpusdei testi di medicina in volgare presenti nellaBibliote­ ca Jagellonica anchesenon in misura uguale.

3.1. Influssi testuali

Solotre deisopracitati testi sonoriconducibili direttamente4 allefon­

ti arabe; sitrattadi Prolego de Constantino del morbo lo quale chiama- dòpestilencia (ital. fol. 158), volgarizzamento di De urinis diMichele Scoto (tradotto da quest’ultimo dall’arabo in latino; ital. fol. 158), Secretum secretorum (ital. quart.62). Analizziamo più da vicino i te­

sti in questione.

4 Per „riconducibili direttamente” intendiamo i testi dove nella tradizione è speci­

ficata la provenienza araba oppure quelli che sono trasmessi con il nome del tra­

duttore dall’arabo (Costantino Africano, Michele Scoto). Altri testi contengono riferimenti a fonti arabe, ma si tratta di riferimenti parziali, interni al testo e ri­

guardanti solo una porzione del testo (tali testi sono considerati indiretti). Non si può escludere che le ulteriori ricerche sui testi (e soprattutto sui frammen­

ti) dei manoscritti rivelino qualche altro elemento riconducibile direttamente all’arabo.

5 Cf. E. Montero Cartelle, A.I. Martin Ferreira, Le De elephancia de Constantin ¡’Africain, [in:] Constantine thè African and 'Ali Ibn Al- 'Abbàs Al- -Magusi: Thè Pantegni and Related Texts, ed. Ch.S.F. Burnett, D. [acquart, Leiden 1995, p. 245.

a) Prolego de Constantino(ital.fol.158, cc. 97ra-101rb) è un volga­ rizzamento di De elephancia,trattato staccatosi da LiberPantegni. Si tratta quindi diunframmento derivato dallibro al Malakiscritto da ' Aliibn al- ' Abbàsconosciuto come Ibn al-Magùsi e tradotto a Saler­

no probabilmenteda Costantino Africano. Il testo latinocompleto del trattato era noto comeLiber Pantegni, mentre il frammentosulla lebbra circolava in latino con il titoloDe elephancia. L’attribuzione della traduzione è incerta5; si potrebbetrattare anche dell’opera di

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Johannes Afflacius, discepolo di Costantino, ma è indubbia la pro­ venienza araba. Il testo latinodi Deelephanciaè stato pubblicato6, mentre il volgarizzamento, come del resto succede anche per altri testi medici italoromanzi, è inedito7.

6 Constanti™ Liber de elephancia. Tratado mèdico de Constantino el Africano, edi­

ción crítica, traducción anotada, estudio prelim y glosarios de A.I. Martín Ferreira, Valladolid 1996.

7 Sul testo si veda anche R. Sosnowski, Manoscritti italiani della collezione ber­

linese conservati nella Biblioteca lagiellonica di Cracovia (sec. XIII-XVI), Kraków 2012.

8 M. M i 1 a n i, Un nuovo tassello per l'edizione del Segreto dei Segreti, „La parola del testo”, X, 2006, p. 292.

9 C.B. Schmitt, D. Knox, Pseudo-Aristoteles Latinus: A Guide to Latin Works Falsety Attributed to Aristotle before 1500, London 1985, p. 54.

10 M. M i 1 a n i, La tradizione italiana del „Secretum Secretorum”, „La parola del testo”, V, 2001, p. 217.

11 E Wurms, Studien zu den deutschen und den lateinischen Prosafassungen des pseudo-aristotelischen „Secretum Secretorum", Hamburg 1970.

b) Secretum secretorum (ital. quart.62, cc. 18r-19r). Iltestoè un volgarizzamentodi una versioneparziale latina del Secretum secre­

torum, operafalsamente attribuita nel Medioevoa Aristotele. Secre­ tum (Sirr al-Asrar) è „in realtà nato intorno aglianni 950-975 sulla base di uno ‘speculum principis’ islamico”8. La versione contenuta nell’ital. quart. 62 è quelladiJohannes Hispalensis,scritta neglianni 1100-1130, che porta spesso i titoli tradizionali di: Epistola ad Ale- xandrum de dieta servando, EpistolaAristotelisad Alexandrum9. La tradizione del Secretum, siaquellalatinacheneivari volgari, èmolto complessaperchésitrattavadiuntestolargamente presente nelleva­

rie raccolte mediche. Milani, che studia soprattutto la versionelunga di Filippoda Tripoli,nel suoarticolo La tradizione italiana del «Se­

cretum Secretorum»10 11 pubblica un frammento delle versione breve dalcodiceA.IX.28della Biblioteca Universitaria di Genovaeassegna i quattro manoscritti da luiindividuatiai filoni della tradizione latina individuati da Wurms1 *.Il volgarizzamentocontenuto nell’ital. quart.

62risulta indipendentedalle versioni studiate daMilani sebbenesia indubbia laprovenienzadal testo latinodel Secretum (nella versione

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di Giovanni da Siviglia - Johannes Hispalensis) e, indirettamente, daltesto arabo Sirral-Asrar.

c) Trattato De urinis attribuito a MicheleScoto (ital.fol. 158,cc. 86ra- -96ra) che probabilmente costituisce la traduzione latina di un testo arabo staccatosi da qualche trattato più ampio.Formula principalmen­

te la teoria umorale edà consiglipratici circa l’esame delle urine.La tra­ duzione venetadel trattato è anche presente (oltre al ns. manoscritto) in un manoscritto della Biblioteca Nazionale diNapoli (ms.XV. E91). Il trattatosulleurine è citato in History of Magic and Experimental Scien- ce12. L’assegnazione deltesto alla tradizione araba diretta deriva dalle attività di Michele Scoto cheera soprattutto traduttore delle operearabe di medicina e astrologia alla corte palermitana di Federico II nonché dai contenuti incuivengono veicolati concetti noti alla scienza araba.

12 L. Thorndike, History of Magic and Experimental Science, vol. 2, New York 1923, p. 331.

Mentrenei tre testi presentati lamedicina araba è presente come fonte a cuisi può risalire direttamente, in vari altri trattati,frammen­ ti e ricette sopravvive l’eredità del mondo orientale in unarielabo­

razione piùprofonda, che nonpermette ditracciarela linea diretta didiscendenza da testi di medicina araba. Intal caso èpiù agevole parlare di influssi orientali dicarattereconcettuale.

3.2. Influssi concettuali

Per quanto riguarda i concetti, l’influssodelmondoorientaleera ben saldo perché nel frattempo non era avvenuto nessun cambiamen­ to del paradigmascientifico della medicina. Forse solola chirurgia era diventata più indipendente dalla scienza araba sviluppando una serie diconcettioriginali, tuttavia alla basedi tutto il sapere medico medievale erano i testi come il Canone di Avicenna. Tra i maggiori concetti presentineitesti presi in esamesipossonoenumerare :

a) dieta presentata in relazione al temperamento, raccomanda­ zione del bilanciamento degli alimenti (p.es. alimenti freddi achi eracollerico)

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b) teoria umorale e quattro qualità fondamentali (eredità greca, mapresentein tutta la medicina araba)

c) quattrogradicioè livelli di intensitàdelle qualità(novitàintrodotta da Al-Kindi e diffusa dalle traduzioni di Costantino Africano)13 d) importanza della dieta (poi assimilata e tramandata dalla

Scuola Salernitana) e) importanza dell’igiene f) esamidelle urine

g) contributi farmacologici.

13 Cf. P. Prioreschi, A history of medicine, vol. IV: Byzantine and Islamic medi­

cine, Omaha 2004, p. 229 eL. Garcia-Ballester, Introduction: Practical Med­

icine from Salerno to the Black Death, [in:] Practical medicine from Salerno to the Black Death, ed. L. Garcia-Ballester, R. French, J. Arrizabalaga, A. Cun nigham, Cambridge 1994, p. 28.

14 G. I n e i c h e n, El libro agrega de Serapiom. Volgarizzamento di Jacobus Philip­

pus de Padua, Roma 1962.

Tutti i sopraelencati concetti sono presenti nei testi dei mano­ scritti cracoviensi. La teoria umorale è esposta in numerosi testi e chiaramente costituisce la base su cui si inseriscono altre consi­ derazioni perciò si trova esposta in tutte le raccolte di testi medici.

Qualchevolte, addirittura, è ripetutaperché itesti che la espongono sonopiùdiuno. Anche l’esame delle urine con indicazioni precise di analisi e interpretazione deirisultatiè esposto in piùluoghi; unatrat­

tazioneestesa si trovanel De urinisdi MicheleScoto (ital. fol. 158) e tra i testidel Libro di medicina diMaestroFrancesco(ital.quart. 62).

Le conquiste della medicinaaraba nel campo farmacologico sono ampiamente sfruttatenelle ricette del Tesoro dei poveri (ital. fol. 158 e ital. quart. 52) nonché nelle ricette contenute nell’ital. quart. 64.

3.3. Influssi lessicali

Le indagini parziali svolte sui testi (in tutti i casi si tratta di testi inediti) mostrano che il numero dei prestiti dall’arabo è esiguocon­ fermando ciò che scriveva Ineichen a proposito della traduzione in volgare del libro di Serapion14 e sui rapporti arabo-romanzi in

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generale15. Sarebbe diverso se si prendessero in considerazionecal­

chisemantici(anche se nel testo in volgare si trattaditraduzioni let­

terali dal latino enon di calchi semantici se vogliamoapplicare con rigore l’approccio linguistico). A quel punto la situazione cambia radicalmente -il numero diarabismi,se consideriamo talitermini prestiti, diventerebbe significativo. In Moamin, trattato di falcone­ ria tradotto dall’arabo, per cui sono stati condotti sistematici studi lessicali da Glessgen16, su circa 1100 termini specialistici circa 143 sonotermini modellati sull’arabo.Èun numero ben piùconsistente rispetto ai 29 prestiti dall’arabo che nella falconeria erano stabil­

menteutilizzati nei testi involgare nel XV secolo17.

15 G. Ineichen, Rapporti arabo-romanzi, [in:] Scritti linguistici in onore di Gio- van Battista Pellegrini, voi. 2, a cura diP. Beninoà, M. Cortelazzo, Pisa 1983, pp. 1227-1238.

16 M-D. Glessgen, Die mittelalterliche Übersetzungsliteratur und ihre sprachli­

chen Auswirkungen: Forschunglinien in der Italia Arabica, [in:] Romania Arabi­

ca: Festschrift für Reinhold Kontzi zum 70. Geburtstag, hrsg. J. Lüdtke, Tübin­

gen 1996, pp. 191-200.

17 Ibidem, p. 197.

18 Spoglio condotto sull’edizione latina a cura di M. H. Da Rocha Pereira,

È quindiben più ampio il ricorso a calcosemanticoocalco struttu­

ralerispetto a un prestito di unvocabolo.Questa tendenza è già salda nelle traduzioni in latino.Per quanto riguarda le traduzioninorditalia­ ne la tendenza sirafforza maggiormenteper cui non deve meravigliare in alcuni testi di derivazionearaba la completa assenza di arabismi;

così succede perlatraduzione diDe elephancia. Nel testo intitolato in volgarePrologo de pestilencia gliarabismisonocompletamenteassenti nonostante l’accertata provenienzadaunafonte araba - ormai, dopo la seconda traduzione,è completamentesparitaqualsiasi traccia di ap­

partenenza a cultura diversa da quella della medicina occidentale.

Troveremo invece arabismi (anche se non numerosissimi) nei testi che sono compilazioni indipendenti, ma che hanno carattere farmacologico (ricettari)dove lapresenzadi arabismi è piùdiffusa.

E così troviamo alcuni arabismi nel Tesoro dei poveri, ricettario di Pietro Spano18 compilato con gli intenti divulgativi per le esigenze

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degli ambienti professionali ma non universitari (come potevano essere medici-barbieri, operatori delle infermerie conventuali ecc.).

Nei primi 25 capitoli del Tesoro dei poveri (fol. 158 e qu. 52) la pre­ senzasilimitaa davvero pochiprestiti :

antimonio, LAT. VII, 9-11 (3), Vili, 48-49 (2); fol. 158, f. 9v;

qu. 52,f.l9r (e altre occorrenze)

bedegar LAT. VII, 19; assente nelle versioni involgare dei codici cracoviensi

canfora (camphora), LAT. Vili, 71; fol. 158, f. 15r; qu. 52, f. 26v (ealtre occorrenze)

borace (boralo, boraxe), LAT. X, 1; fol. 158, f. 17v, qu.52, f. 31r(e altre occorrenze)

tamarindo, LAT. VI, 53; assente nelleversioniin volgaredei co­

dici cracoviensi.

4. Conclusioni

Da questa brevissima rassegna si può dedurre che l’influsso della medicina araba stascemandoconla lontananza temporale e geogra­

fica. Nel nostro caso, visto che si tratta di manoscritti provenienti dalXIV e XV secolo e, perdi più dal Nord Italia, l’influsso c’è, ma minorediquanto potesse essere unsecolo prima o in una dimensio­ ne geografica diversa comequella meridionale dove più numerosi sono gli arabismi penetrati direttamenteenonsolo grazie all’inter­ mediazionedel latino. Mentre a livello testualee concettuale questo influssoè chiaramente percepibile (e ci sono testi facilmente identi­ ficabilicome traduzioni dall’arabo), già il livello lessicale nei nostri testi è quasi sorprendentementepovero. Sorprendetemente, perché la medicinamedievale in generale ha molti termini di derivazione araba alcuni deiquali ancora oggi vivi e altri chesono sopravvissuti finoal XVII secolo,quando furono eliminati e sostituiti da Francesco

Obras médicas de Pedro Hispano, Coimbra 1973, successivamente confrontato con i manoscritti presi in esame nel presente contributo.

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Redi”, medico e scrittore. Perspiegare tale situazione forse bisogna appellarsi alla già citata distanza temporale e geograficadaimaggiori centri di diffusione della scienzaaraba, ma anche al tipo di lingua e di testo con cui abbiamo a che fareneimanoscritti in questione. Si tratta di testi scritti con intenti divulgativi, destinati a un pubblico di barbieri, frati che lavoravanoin infermerie,di persone di cultura medio-bassa. L’intento divulgativo, sepreso seriamente, richiedeva anche l’avvicinamento della lingua allaquotidianitàdegli utenti-in quel caso la quotidianità deimedici-barbieri settentrionali era mol­

to meno influenzata dal mondo arabo rispetto allaquotidianità per esempio siciliana o, più in generale, meridionale.

Summary

The paper examines the Arabic influences in the Italian medical manuscripts of the 14th and 15th century held in the Jagiellonian Library. The influences are divided into three groups: textual, conceptual and lexical. Some of the texts found in the manuscripts are of Arabic origin (based on Latin transla­

tions by Constantine the African, Michael Scot, John of Seville), there are some specific concepts of the Arabic medicine and some lexical borrowings (even if their number is rather small). It is argued that the relatively poor presence of Arabic sources in the manuscripts of the collection is due to the fact that manuscripts come from Northern Italy (in the South the influences were stronger) and that they are relatively late, coming from the 14th and 15th century. It is also due the specific, practical and popular, character of the vernacular texts.

19 Cf. M.L. Altieri Biagi, Lingua e cultura di Francesco Redi, medico, Firenze 1968, pp. 99-101.

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