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Su alcune funzioni semantiche della preposizione a

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Academic year: 2022

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SU ALCUNE FUNZIONI SEMANTICHE DELLA PREPOSIZIONE A

La preposizioneé uno dei mezzi linguistici che traspone la struttura concettuale di un atto di parola in quella grammaticale dando al iocutore la possibilitá di trasmettere messaggi semánticamente accettabili e sintatticamente ben formati. La struttura concettuale, secondoJackendoff(1989: 56) riflette il mondo proiettato di individui (si tratta di una proiezione del mondo reale) i quali disponendo di una struttura mentale simile condividono le proiezioni del mondo reale, percui é possibile lacomunicazione interumana.

II tempo cronológico e lo spazio sono due elementi fondamentali della nostra esperienza e della nostra cognizione che trovano un riflesso nel linguaggio umano, il quale classifica e categorizza quello che ¡I Iocutore percepisce come rappresentazioni del mondo reale o del mondo proiettato secondo Jackendoff. Le due nozioni di base non esauriscono il campo dell’esperienza umana, ma vista la loro peculiaritá, possono costituire un punto di partenza nell’analisi delle strutture semantico-sintattiche che rendono lo spazio, il tempo e molti altri domini dell’esperienza umana nelle lingue naturali. Le strutture in questione che sono oggetto di interesse della presente ricerca sono sintagmi preposizionali introdotti dalla preposizione a.

La preposizione a, pur formandodei sintagmi preposizionali, il cui ámbito é quello spaziale o temporale, non é un elemento deittico di per sé, ma ¡I risultatoa cui porta, cioé un sintagma preposizionale: temporale o spaziale; ha valore deittico, essendo in stretta relazione con il parlante, con il momento e il tempo dell’enunciazione (cf.

Cervoni 1991: 240).

Escluso il valore deittico della preposizione, possiamo passare a presentare l’oggettodella nostra analisi, cioé quello delle funzioni semantiche attualizzate dalla preposizione a e quelle che codificano le rappresentazioni mentali del mondo reale o proiettato.

II criterio di classificazioneadottato si basa sull’assunto che:

1. la preposizione é una parte del discorso non predicativa a differenza del nome, del verbo, dell’aggettivo e dell’avverbio;

2. mette in relazione due sintagmidicui l’uno é reggente, l’altro retto e nella totalitá dei casi assicura la coesione grammaticale e la coerenza semántica al nesso creato in questo modo;

3. puressendo di natura non predicativacontribuiscea creareun’unitá di significato nuova;

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4. ¡1 tipo di relazione stabilita viene decodificato in base al contesto in cui la preposiziones’inserisce;

5. lasua analisi in gran parte riguarda il livello del discorso; di conseguenza, la sua contestualizzazione sembra essere un fattore fondamentale nella comprensione del la sua funzionesemántica.

II problema del significato delle preposizioni, infatti, ha preoccupato molti linguisti che di solito hanno dato delle risposte, che nolens voleas mettono in risalto il valore relazionale di questa parte del discorso. V. Brandal, infatti, scrive che „tandis que la préposition comme telle est une constante morphologique, elle est fortement variable au point devue syntaxique”(Brandal 1950: 74), poi aggiunge che la preposizione ha la natura di un relatore (ibid. 80) e che la sua funzione sintatticaabituale é quella di un termine reggente, mentre H. Weinrich (1988: 139) si serve del termine giuntore, che é la traduzione del terminejonctif usato da Tesniére. II lingüista francese inelude in questaclasse „des mots vides dont la fonction est d’unir entre eux les mots pleins ou les noeuds qu’ils forment” (Tesniére 1959: 80). Weinrichanche se rifiuta l’etichetta di una parola vuotae intende determinare ¡I significato dei singoli giuntori, tuttavia arriva ad analizzare vari contesti in cui lepreposizioni appaiono.

I lavori piü recenti (specialmente quelli di ispirazione cognitivista), molto spesso, invece di analizzare la semántica di una singóla preposizione (un compito, come si é visto, molto arduo) studiano piuttosto dei nessi semantici centrati prima di tutto intorno agli argomenti del tempo o dello spazio che sintatticamentevengonoclassificati come sintagmi preposizionali. Questotipo di approccio teórico, lo troviamo, peresempio, in R. Jackendoff (1989) dove lo studioso americano analizza, tra l’altro, la semántica delle espressioni spaziali. „Le preposizioni che esprimono una funzionedi luogo hanno la capacita di sottocategorizzare sintagmi nominali che esprimono l’oggetto di referenza, ossia l’argomento y della funzione di luogo” (Jackendoff 1989: 278) (per esempio, verso casa dovecasa é oggetto di referenza). Generalizzando si potrebbe dire che la preposizione ha la facoltá di esprimere una funzione semántica, e a seconda della suddetta funzione, di imporre „vincoli concettuali sulla naturadell’oggetto della referenza, vincoli che compaiono nella lingua come restrizioni selettive sulla preposizione corrispondente” (ibid). Questo tipo di approccio pur servendosi di una terminología cognitivista continua le ricerche precedenti di ispirazione strutturalista e vede in unapreposizione la capacita di esprimereunafunzione semántica (di luogo, di percorso,di possesso, di mezzo, modo ecc.), chegli strutturalisti chiamavano relazione.

Ritornando aH’argomento dellasintassi dellapreposizione, si deve dire che questa puó essere un elemento reggente quando forma complementi circostanziali, quindi segmenti di frase di naturaavverbiale che non possonoessereascritti tra gli argomenti del verbo, del nome o dell’aggettivo, oppure puó essere un elemento retto da una qualsiasi altra parte del discorso predicativa. In entrambi i casi esprime una funzione semántica anche se nella situazione in cui la preposizione é un elemento retto, questa funzione semántica a volte appare difficilmente deflnibile. Inquest’ultimo caso, infatti, non si puó fare a meno dell’analisi dell’elemento reggente (verbo, aggettivo o altro nesso predicativo) per individuare la funzione semántica messa in atto dalla preposizione. In molti contesti questa funzione sembra essere soltanto una relazione grammaticale, in particolare quando la preposizione serve da legame sintattico e

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introduce un costrutto implícito all’infinito,per esempio, Cario si é abituato a vivere da solo. In questo caso la preposizione a introduce una completiva argomentale

infinitiva il cui corrispettivo a livello della frase semplice sarebbe l’argomento del verbo abituarsi, cioé aduna vita solitaria.

Da una parte,allora, questa partedel discorso svolge importanti funzioni sintattiche connettendo il tessuto grammaticale di un atto di parola, dall’altra parte la rete delle relazioni grammaticali ottenute in questo modo produce una nuova unitá di senso conformemente a quanto dice Wierzbicka (1988: 1): „Language is an integrated system, where everything «conspires» to convey meaning - words, grammatical constructions, and illocutionary devices (including intonation)”. Per creare questa nuova unitá di senso il parlante ha a disposizione un repertorio di mezzi lessicali e grammaticali, i qualicombinad insieme, danno vita a una nuova struttura semántica. In questa ricerca la preposizione é inscindibile dalla struttura semantico-sintattica che contribuisce acreare.

La preposizionea oggetto dell’analisi del presente studio, accantoalie preposizioni di e in, é un relatore tra i piü astratti nel sistema delle preposizioni della lingua italiana per¡1 fatto di poter creare dei sintagmi preposizionali appartenenti adomini semantici molto diversi. Per questa ragione anche la sua sintassi non é uniforme, dato che esistono dei contesti in cui ¡I sintagma introdotto dalla preposizione a é un argomento del verbo, del nome o dell’aggettivo o altri in cui crea un nesso sintatticamente autonomo, denominato complementocircostanzialedalla sintassi di tipo tradizionale.

In primo luogo, ci occuperemo di espressioni spazio-temporali che sintatticamente costituiscono un elemento extranucleare, cioé un segmento di frase autonomo, dotato di significato.

In queste espressioni, la preposizione a regge ilsintagma nomínale che la segue ed esprimeuna funzione semántica di luogo o ditempo.

La funzione di tempo generata dal giuntorea richiede un oggetto di referenza (ci serviamo del termine oggetto di referenza sulle tracce di Jackendoff anche se qui si tratta di un oggetto di referenza astratto) di carattere puntúale cioé un punto suH’asse del tempo.

(1) Ci vediamo aliedue.

(2) Mangiamo a mezzogiorno.

(3) A mezzanotte, di solito dormiamo.

La funzione di tempo a seconda dell’oggetto di referenza che segue puó avere carattere durativo.

(4) A primaverasi risveglia lanatura.

(5) Non tutti si annoianoalialezione di storia.

(6) Alia riunione del 20 agosto verrá deciso il budget dell’lstituto.

La puntualitá o la durativitá dei suddetti sintagmi preposizionali non é determinata dalla presenza della preposizione a, ma dal contenuto semántico del lessema retto o, usando la terminología di Jackendoff, dallareferenza dell’espressione lingüistica, cioé da quello su cui verte l’informazione (cf. Jackendoff 1989:63).

Lafunzione di tempopuó avere carattere intermitiente.

(7) Avolte nuocemeno tacere.

(8) Lavoranoa interval 1 i di un quarto d’ora.

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(9) Amomenti lio l’impressione di sbagliare.

L’intermittenza della circostanza temporale viene attualizzata per mezzo della preposizione seguita dal sintagma nomínale la cui referenza temporale ha carattere discontinuo.

Gli esempi (1)—(9) esprimono una localizzazione temporale di tre tipi: puntúale, durativa e intermitiente il cui valore semántico non risulta dall’interazione con il contesto dell’intero enunciato, ma mantiene in questomodo un’autonomia sintattica e semántica.

Lapreposizione a puó generare, inoltre, una funzione spaziale di carattere statico se il sintagma preposizionale designa un luogo, ma non una direzione. Questasituazione si verifica quando il predícate dell’enunciato in questione non é un verbo di movimento, ma esprime uno stato o un evento.

(10) María é a casa.

(11)L’incidenteha avuto luogo all’incrociodi viaGaribaldi e di piazza Dante.

(12)Le gare preliminarisi sono svolte alio stadio.

Tutti i sintagmi preposizionali di cui sopraindicano una localizzazione esatta il cui carattere statico consegue dal signifícate del sintagma verbale dell’enunciato in questione.

Negli esempi (10) - (11) un localizzatore spaziale sembra essere semánticamente necessariodato chel’accettabilitadienunciaticome:

(10.a) ??Maria é.

(1La)? L’incidenteha avuto luogo.

(12.a) ? Legare preliminarisi sono svolte.

pare scarsa. II (10.a) privo di circostanza localizzatrice é senz’altro inaccettabile;

l’(l La) potrebbe essere resoaccettabile con ¡I cambiamento dell’ordine delle parole e con l’uso dell’articolo determinativo davanti al sintagma nomínale in funzione di soggetto cioé Ha avuto luogo un incidente. In un caso del genere pero si tratta di un’informazione diversa rispetto alia precedente, il che é dovuto alia presenza dell’articolo indeterminativo che toglie il tratto noto all’intero sintagma nomínale.

Entrambi gli enunciati sarebbero possibili in una sequenza testuale come la seguente:

Ha avuto luogo un incidente. Dove? (L’incidente ha avuto luogo) all’incrocio di via Garibaldi e di piazza Dante. II (12.a) é leggermente inaccettabile perché manca un elemento circostanziale di tempo o di luogo, per esempio: Le garepreliminari si sono gia svolte, oppure va aggiunto un localizzatore spaziale, il che restituisce la piena accettabilitáall’enunciato.

Gli enuciati di cui sopra contenenti sintagmi preposizionali di luogo descrivono delle situazioni statiche dove nessun elemento é dinámico, cioé non presuppone un’ideadi direzione, inscindibile daiverbidi movimento.

(lO.b) Maria é in casa.

(ll.b) ?? L’incidente ha avuto luogo nell’incrocio di via Garibaldi e di piazza Dante.

(12.b) Le gare preliminari si sono svoltenello stadio.

La sostituzione della preposizione a con in applicata agli esempi di sopra ha dato come risultato il (10.b)semánticamenteaccettabile, l’( 1 l.b) non del tutto accettabile e

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il (12.b) accettabile. Negli enunciati con il predicato statico, che esclude la direzionalitá, spessole preposizioni a o in sono intercambiabili perché:

a) non sono rette dal predicato;

b) il sintagma preposizionale di luogo, dove la scelta tra a o in non porta all’inaccettabilitá semántica, puó essere interpretato in due modi diversi: in senso puntúale (la preposizione a)o in senso tridimensionale (la preposizione in). Nel primo dei casi la preposizione segnala un puntonello spazio (a Varsavia, a casa, all’albergo Excelsior ecc.). Nel secondo caso ¡I luogo viene percepito come spazio delimitato dal significato dei lessemi che formano l’espressione di luogo in questione.

La preposizione a con predicati direzionali é molto spesso richiesta dal sintagma reggente, ma non é una regola generale dato che ¡n numerosi casi la a é esclusa a vantaggiodellapreposizione in. IIcaso del verbo andaré émolto ¡Iluminante visto che quasi tutti i predicati di movimento direzionale o quelli statici, senza alcunadifferenza, possono essere seguiti da sintagmi preposizionali locativi sintatticamente uguali a quelli richiesti dal verbo andaré'.

(13) Andiamo a Roma. Siamo aRoma.

(14) Cario é andatoin lnghilterra. Passiamo le vacanze in Inghilterra.

(15) Luigi va in giardino (in piazza, in ospedale, in segreteria, in fabbrica, in questura, in albergo, in piazza, in centro, in spiaggia ecc.)C’incontriamo in giardino ecc.

(16) Luigi va a letto (al mare, al Iago, al bar, allo zoo, allo stadio, alia spiaggia, all’estero,all’ospedale,alia mensaecc.). Luigiresta a letto ecc.

In italiano, a differenza dell’inglese, non esiste una differenza sistemica tra la direzionalitáe la non-direzionalitá resa tramite un uso preposizionale diverso aseconda della struttura semántica dell’enunciato: la preposizione to, infatti, appare in contesti direzionali, at in predicati statici, in in contesti tridimensional! {Peter is going to church - contestodirezionalePietro va in chiesa\ Peter prays at/in church- contesto puntúale Pietro prega in chiesa; Peter is in the hotel Excelsior — contesto tridimensionale Pietro e nell'albergo Excelsior). Si potrebbe tentare Hipótesi che in contesti locativi la presenza dell’articolo determinativo dopo la preposizione in, tanto in italiano quanto in inglese, rafforza l’idea di uno spazio tridimensionale chiuso.

L’italiano, a differenza dell’inglese, non dispone di un mezzo lingüístico particolare per contrastare i contesti direzionali da quelli statici a livello di struttura superficiale di un’espressione di luogo. Le preposizioni ao in appaiono in contesti del genere senza offrirciun indizio sulladirezionalitá o meno del predicato con cui si trovano a formare un enunciato.

Nei nessi spazio-temporali analizzati da noi si nota súbito che la preposizione a rende a livello di lingua la percezione di un punto sull’asse del tempo e di un punto nella rappresentazione dello spazio. Ha senz’altro allora valore puntúale che opera nella dimensione temporale come anche inquella spaziale.

Questo valorepuntúale attuato dalla preposizione asi realizza inoltreacontado con predicati bi- o trivalenti accompagnati da un sintagma preposizionale in funzione di complemento di termine. Questo complemento costituisce semánticamente il punto d’arrivo di un predicato, ¡I quale punto d’arrivo puóaverecome oggetto di referenza il destinatario o la meta di un’azione o di un processo. L’oggetto di referenza di un

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sintagma preposizionale del genere puô avere ¡I tratto +animato o -animato, puo essere uno stato o un evento.

(16) La políticadel governo punta alia crescitaeconómicadel Paese.

(17) Lanostra attenzione èrivolta al presidente degliStati Uniti.

(18) Ogniattentatoterroristico rappresenta una sfida alie democrazie occidentali.

(19) Portiamo un regalo ai nostri amici.

Nelle lingue che hanno ¡I caso morfológico al complemento di termine corrisponde il caso dativo, che esprime lo stesso tipo di relazione semántica servendosi di un morfema incorporato nel sostantivo,oggetto dideclinazione.

Le variazioni della funzione semántica che si instaura tra il predicato e ¡I complemento di termine dipendono pienamente dal significato del predicato. Questo determina direttamente da che materiale lessicale possono essere riempite le caselle argomentali lasciate aperte dal sintagma verbale. Ogni volta che il complemento di termine appare, costituisceun completamento semánticonecessarioper la compiutezza dell’enunciato.

Riflettendo sull’organizzazione semántica di enunciati come quelli sopraccitati viene in mente la loro somiglianza strutturale a quelli contenenti espressioni spazio- temporali. L’organizzazione spaziale secondo Gruber citato in Jackendoff (1989: 327)

„la semánticadel movimento e della localizzazione fornisce la chiaved’interpretazione per un’ampia gamma di altri campi semantici”. Gruber inoltre ipotizza che fra campi semantici apparentemente non in relazionecompaiono modelli grammaticali e lessicali simili. Perquanto riguarda la strutturagrammaticale del sintagma preposizionale, retto dalia a, spaziale,temporale o in funzione di complemento di termine è idéntica in tutti e tre i casi.

I sintagmi preposizionali negli esempi (16-19) seguono i sintagmi verbali che designano stati (16-18)(il (19) designa un’azione), quindi la loro struttura semántica è simile ai predicati completati con un’espressione spaziale o temporale. A seconda, allora, della struttura concettuale attuata da chi parla, lo stato, l’azione o l’evento giunge a un punto d’arrivo che non ha carattere spaziale o temporale, ma pone un limite semántico all’ambito in cui è valida la predicazione. La rappresentazione grammaticale del suddetto limite corrisponde alio schéma a + SN, invece il suo significato e del tutto determinato da voci lessicali riempienti il símbolo SN e semánticamente compatibili con il predicato. Secondo Salvi (1988: 61) ¡I complemento di termine svolge la funzione di esperiente, dativo, oggetto(in costruzioni con verbo supporte + compl. ogg. Ho dato una lavata alia macchina) (ibid.-. 62), possessore, benefattivo, dativo etico (il dativo espresso sempre da un clitico, indica chi partecipa emotivamente ad un evento) (ibid.-. 65). 11 tipo di classificazione delle funzioni del complemento di termine adoperato dall’autore non è basato su uno stesso criterio semántico. Infatti, accanto a quelle semantiche, appareuna funzione grammaticaleche è quelladi dativo. II dativo nella tradizione lingüistica designa ¡1 terzocaso nelle lingue che hanno il caso morfológico. Formalmente, il dativo sintético corrisponde al sintagma preposizionale in funzione di complemento di termine che potrebbe essere chiamato dativo analítico. L’analisi semántica del dativo sintético o quello analítico pone numerosi problemi vista la molteplicitá delle sfumature lessicali riscontrabili nei predicati e nei compiementi di termine. Secondo noi, questi sintagmi preposizionali

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hanno un tratto semántico in comune: creano una specie di delimitazione semántica fino alia quale si estende la validitá di una predicazione. Questa nostra tesi che vede un’affinitánell’organizzazione concettuale di vari sintagmi preposizionali, cioé di vari campi semantici si riallaccia all’idea presentata in Jackendoff (1989: 365) ¡I quale afferma che „tutti gli [EVENTI] e gli [STATI] della struttura concettuale sono organizzati secondo un insieme molto limitato di principi, definito in primo lugo dalla concettualizzazione del lo spazio”.

II dativo sintético o quello analítico trovauna collocazione nello spazio in quanto molto spesso indica il destinatario di una comunicazione o di un’azione in senso lato, cioé un elemento con cui termina l’estensione della predicazione. La predicazione é sempre frutto dell’esperienza umana che l’individuoriesce a strutturare pariendo dalla

„definizione di localizzazione in un campo particolare per esserein grado di sviluppare una gamma intera di concetti di evento e di stato in quel campo” (Jackendoff 1989:

366). L’esperienza delio spazio porta allora alia strutturazione della dimensione temporale e poi di altri concetti piü astratti, ¡I che a livello lingüístico viene rappresentato per mezzo di un numero determinato di simboli e di combinazioni di questi simboli. Lapreposizione a, infatti, organizza la materia concettuale (semántica), dicui sopra, in strutture sintattiche grammaticali e accettabili portatrici di signiflcato.

Alcuni predicati vengono corredati di un’espressione caúsale non richiesta dal sintagmaverbale la quale costituisce un elemento extranucleare. II concetto di causa é una componente semántica di numerosi verbi e anche di numerosi sintagmi preposizionali tra l’altroretti dalla preposizione a.

20) Cario si sveglia al mínimo rumore.

21) 11 famoso cantautore ha concesso un bisa grande richiestadel pubblico.

22) I presentíhanno riso alia battutadel conferenziere.

La causa é un concetto mentale di caratterecognitivo perché permettedi scoprire la ragione di vari fenomeni, effetto della nostra esperienza, e di classificarli. La causa a livello lingüístico di solito costituisce un elemento extranucleare, quindi qualcosa di staccato dal núcleo della frase. Si potrebbe cercare di spiegare questa relativa autonomía sintattica con il fatto che un nesso caúsale mentalmente implica uno sforzo da parte di chi produce un enunciato, sforzo che consiste in un’elaborazione ulteriore dei dati di tipo cognitivo, che hacome scopo di individuare la ragione di uno stato di cose. Anche la lingua con i propri mezzi riflette l’autonomia semántica del concetto, creando un distacco sintattico dal núcleo della frase e segnalando in questo modo qualcosa di secondario che si aggiunge all’idea dell’effetto espresso dal sintagma verbale. La preposizione a non é fuñica a far scattare la relazione di causa in un sintagma preposizionale; i giuntori per e di sono, tra l’altro, in grado di introdurre la stessa relazione semántica, quindi sono altri mezzi linguistici che permettono di esprimere uno dei concetti fondamentali dell’esperienza umana. Nei sintagmi causali retti dalla preposizione a negli esempi (20), (21),(22) l’oggetto di referenza écostituito da fenomeni come: richiesta,battuta, rumore e molti altri. A livellodi codice l’oggetto di referenza é preceduto dal giuntore a, fortemente polisemico, che inoltre permette alia lingua di far economía. In questo caso il codice prende il sopravvento sulla semanticitá de! concetto di causa che nella maggior parte dei casi viene associato alia preposizione per.

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La preposizione a compare inoltre nei sintagmi preposizionali aventi un significato di modo o di mezzo, i quali símilmente ai nessi causali, nella maggior parte dei casi, costituiscono elementi extranucleari, notevolmente autonomi dal punto di vista sintattico e di carattere complementare dal punto di vista semántico. II nesso strumentale o quello di modo verbalizzano ció che nella realtá proiettata corrisponde alie modalitá secondo le quali si svolge un dato processo, evento o azione. 11 nesso strumentale omodalenoné completamente staccato dal sintagma verbale nel senso che deve esseresemánticamentecompatibile con la natura del processo designato dal nesso verbale.

23) I giovani di oggi vestono aliamoda.

24) 1 moduli vanno compilati apenna.

25) Latovagliaéricamataamano.

É significativo che la maniera e lo strumento vengano introdotti con la stessa preposizione non richiesta dal sintagma verbale, la quale preposizione formaun nesso circostanziale semánticamentedi modoo di strumento. II concetto di maniera richiede come oggetto di referenza unitá lessicali astratte, invece quello di strumento unitá lessicali concrete. La preposizione combinandosi con un lessema dalle caratteristiche sopraindicate da come risultato una struttura sintatticamente e semánticamente autónoma che aggiunge una circostanza di modo o strumento alia frase. Va ricordato che la preposizione che viene associata in modo intuitivo al concetto di modo o strumento non é ¡I giuntore ama con. E interessante vedere che anche in francese e in inglese le preposizioni avece with (avec attention, avec uneele) (with respect, with a knife) sono in grado di introdurre lo stesso concetto semántico. Quindi certe strutture nozionali,che le lingue condividono, vengono rese anche con simili mezzi linguistici.

Chiaramente la corrispondenza non é uno a uno, dato che ogni codice seleziona i propri mezzi per rendere un dato contenutosemántico.

La selezione di una data preposizione per esprimere il concetto di mezzoomaniera, avviene a seconda dell’oggetto di referenza che riempie la posizione postpreposizionale e proprio alcuni di essi ammettono il giuntore a. Questo fatto lingüístico potrebbe essere spiegato con il principio dell’economia lingüistica che affida a poche unitá grammaticali della lingua molteplici funzioni avvalendosi del carattere polisemico del codice lingua. 11 sistema delle preposizioni, infatti, sembra piuttosto flessibile per quanto riguarda l’adattabilitá a esigenze dell’espressione lingüistica e potenzialmente puó creare un infinito insieme di sintagmi, semánticamente diversi a seconda dell’intenzione comunicativa del parlante.

CONCLUS1ONI

Nella nostra ricerca ci siamo posti l’obiettivo di analizzare alcune funzioni semantiche della preposizione a pariendo daalcuni presupposti teorici:

1) abbiamo separata i suoi usi in posizione argomentale, laddove é un elemento retto richiesta dalla struttura lingüistica (complemento di termine) da quelli circostanziali in cui é un elemento reggente;

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2) abbiamo cercato di individuare un tratto semántico che accomuna gli usi temporali espaziali;

3) nei sintagmi causali, modali e strumentali abbiamo constatato che il codice seleziona lapreposizione aa seconda dell’oggetto di referenza.

Per quanto riguarda i nessi spazio-temporali, abbiamo rilevato che la suddetta preposizione rendea livellodi linguala percezione di un punto sull’asse del tempo e di un punto nella rappresentazione dello spazio e che con questo valore puntúale opera nella dimensione temporale come in quella spaziale. Secondo noi, questo valore puntúale si realizza anche a contatto con predicad bi- e tri-valenti in funzione di complemento di termine datoche quest’ultimo rappresenta una specie di punto d’arrivo a cui giunge l’azione del sintagma verbale, quindi pone un limite semántico all’ambito in cuié valida lapredicazione.

II concetto di limite trova poco riscontro nei nessi causali, modali o strumentali a cui pare difficilmente applicabile. E infatti questi tre concetti a livello di lingua vengonointuitivamente associati ad altre preposizioni, piu cariche di significato, come lo sono i giuntoriperecon. Lapresenzadella preposizionea in questo tipo di sintagma preposizionale é dovuta alie restrizioni di selezione opérate a livello di codice, che fanno si che un dato oggetto di referenza viene preceduto da una, ma non un’altra preposizione. In questo modo il codice con le sue potenzialitá espressive, dovute anche al principio dell’economia lingüistica, prende il sopravvento sulla semanticitá di elementi marcati come con eper. Nell’ultimo caso il subordinatore anon ha un valore semántico autonomo, ma insieme all’oggetto di referenza crea un’unitá semánticamentecompiuta interpretabilein senso caúsale,modale o strumentale.

REFERENZE BIBLIOGRAFICHE

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