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Argomentazione: idee, probierni, interrogativ

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Academic year: 2021

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A C T A U N I V E R S I T A T I S L O D Z I E N S I S

F O L IA L IN G U IS T IC A 43, 2005

Artur Gałkowski

A R G O M EN TA ZIO N E : ID EE, PR O B L E M I, IN TER R O G A T IV I

1. Introduzione

Ogni lingua si organizza in m odo configurazionale cd è in possesso di diverse batterie di profili testuali (Lo Cascio 1991: 22). Questi profili (modi e form e di organizzazione dell’espressione) sono adeguati a situazioni com unicative specifiche. 11 loro inventario puo andare dai messaggi di tipo narrativo ai messaggi di tipo argom entativo e appartenenti al linguaggio specifico a seconda dci principi di gerarchia testuale. In questa sede ci interesscranno in particolare i profili argom entativi.

L’argomentazione, intesa come il centro degli interessi della nuova retorica, è un cam po d ’indagini linguistiche che s’iscrive negli studi generali sul testo. La prcsenza degli argom enti è una condizione necessaria per chiam arc un testo argom entativo. M a non è Tunica condizione ehe décida dcll’argomen- tatività di un testo.

Non si potrebbe parlare dell’argom entazione nel contesto délia linguistica, e più in particolare di quella testuale, senza richiam are alcuni aspetti délia retorica che stanno a indicare punti di partenza per certc teorie argomentative e testuali о discorsive. La tesi del rapporto tra le discipline evocate è stata orm ai approvata: vi sono infatti diversi fattori in com une tra la linguistica testuale, la retorica e l’argom entazione (<cfr. e.g. de Beaugrandc e Dressier 1981/1984: 31-32; Kaczmarkowski 1988; Rigotti 1997; Ziomek 1990: 156-158; Desideri 1991: 126; Nobili 1999: 62-63; M ortara Garavelli 1993).

L ’intendim ento délia retorica varia a seconda del tem po e degli scopi ehe le vengono attribuiti. Alcune definizioni di questa disciplina possono essere riservate al repertorio di figure stilistiche (retoriche), altre invece vedono nella retorica uno strum ento indispensabile di ogni pratica comu- nicativa (cfr. C attani 1994: 71). La prim a visione potrebbe essere chiam ata

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come arte del dire (la versione più antica ehe non si curava di tu tta l’attività comunicativa). Seguendo il pensiero di Rigotti (1997: 2), ars benc dicendi è ,,una prim a form a délia teoria della comunicazione. [...] puô olïrire a una m oderna teoria della comunicazione, nonostante l’eflettiva parzialità di oggetto, alcune catégorie e alcune m odalità preziose per un’accurata analisi del fcnomeno com unicativo in generale” . Questa seconda accezione è il m etodo più aggiornato di trattam ento della retorica ehe, com e vedrem o, influisce sulla sua branca m oderna, cioè la teoria dell’argom entazione spesso associata alla nuova retorica.

La cu ltu ra retorica caratterizzerebbe anche uno degli elem enti del „genotipo” della linguistica testuale; perô, eon discretezza direm m o ehe tra le due discipline esiste un rapporto di successione1. La linguistica testuale, si, attinge coscicntemente о incoscientemente nella tradizione retorica, e ancora più significativamente, nelle sue varianti odiem e, m a in sostanza, è un settore ehe si vuole indipendente, anche se orientato verso i valori eclettici délia realtà tra tta ta . Ad ogni m odo, l’utilità dell’aggancio délia retorica classica e délia neoretorica è ragguardevole per gli studi linguistico-testuali.

E ’invece del tu tto vera la tesi délia continuazione - dopo un periodo di ellissi délia retorica nella cultura - tra la retorica classica e la nuova retorica (o neoretorica), ehe nella seconda m età degli anni’60 del XX sec. sorge sul continente europeo2. In un senso più ampio, la nuova retorica

1 C fr. K a cz in ark o w sk i (1988: 13): „W y ło n io n a z d o ty ch czaso w y ch d z ia łó w języ k o zn a w stw a o g ó ln eg o ja k o jeg o d ział no w y lingw istyka tekstu sięga swymi k o rzen iam i staro ży tn o ści grecko- -rzym skiej. Z tym z g ad zają się n a ogół wszyscy, k tó rzy w y p o w iad ają się n a te m a t genezy tej now ej d yscypliny n a u k o w ej lu b jej dziejów . Istn iała o n a - an te litte ra m - w p o sta ci zalążkow ej ju ż u G re k ó w i R zy m ian , u w ik łan a w ich teorię reto ry czn ą. S p o g lą d ają c n a n ią wstecz, z dzisiejszego p u n k tu w id z en ia, d o strz eg a m y , że b y ła o n a w ow ej teo rii ro zm ieszc zo n a nierów nom iernie. T eo ria reto ry czn a bow iem , stanow iąc ja k najszersze zaplecze m yślow e wszelkich p o c zy n a ń m ów cy ja k o m ów cy, ob ejm o w ała swym zakresem zjaw iska n a d e r n ie je d n o ro d n e ” .

2 Si pensi alla c o rre n te d e ll’a rg o m en taz io n e iniziata eon il tr a tta to di P erelm an e O lbrechts- T y te ca (1958/1966) e sv ilu p p ato , ad esem pio, nei lav o ri di T o u lm in ( T he U ses o f A rgum ent, C am b rid g e 1964 [1958]), d i PI an tin (L ’argum entation, P aris 1996), C o m b ettes (1992), M oeschler (1985), L o C ascio (1991, 1992, 1996, 1997). D a n o tare è che l’a rg o m e n ta z io n e sta in opposizione ad u n ’a ltra c o rre n te n ell’a m b ito d élia n u o v a reto rica, e cioè a lla re to ric a generale del G ru p p o /i di Liegi (e.g. R hétorique générale, Paris 1970; Logique des genres littéraires, P aris 1986) ra p p re se n ta to , p er esem pio, d a B arth es e G e n ette, ehe si in teressan o s o p ra ttu tto di procedim enti linguistici c aratteristici d é lia le tte ra tu ra rid o tti aile figure di stile. R e b o u l (1998) c o n testa l’a u to re v o le z za d elle teorie d ella re to rica generale: „ C e tte «nouvelle rh é to riq u e » se b o rn e d o n c à l’é lo c u tio n e t de l’élo cu tio n ne re tien t q u e les figures. B re f u n e rh é to riq u e sans au cu n e fin alité” (R eb o u l 1998: 97). L a n o s tra o p in io n e é che in q u e sto c o n fro n to tra „ n u o v a re to rica e n u o v a retorica” , l’argom entazione perm ette di efiettuare una lettu ra che prende in considerazione ta n to la re to rica in te rp erso n ale q u a n to la reto rica testu ale (c fr. D u szak 1998 : 260). Si consider! su q u e sto p u n to a n c o ra R avazzoli (1991: 23): „E siste d u n q u e u n a « re to rica del quotidiano » a n c o ra am p ia m e n te in esp lo rata: di q u i la necessità di riv ed ere le fo n d a m e n la m eto d o lo g ich e

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consiste neilo scoprire le tecniche discorsive usate per fare accettare dall’uditorio le tesi avanzate. Vengono pertanto descritti gli schemi ar- gomentativi per convincere il pubblieo e vengono trattati i punti di partenza sui quali si basa l’argomentazione.

2. Processo argomentativo

T ra l’argom entazione e la retorica esiste un rapporto di fonte e affluente. La problem atica argom entativa è spicgabile in term ini di retorica. Qui, la definizione del fenomeno dell’argom entazione spettcrcbbe ad Aristotcle ehe dice:

[...] è c h ia ro ehe un m eto d o sog g cllo aile regole d i u n a tecnica rig u a rd a le arg o m en tazio n i, e ehe u n ’arg o m e n ta z io n e è una so rta d i d im o stra z io n e (poiché si cred e s o p ra ttu tto q u a n d o si s u p p o n e ehe u n a co sa sia s ta ta d im o s tra ta ), e p o ich é u n a d im o s tra z io n e re to rica è un e n tim em a (A risto tele, R et. 1, 1, 1355a).

Non intendiamo perô l’argomcntazione in questo senso ristretto e associato ad una parte о ad un luogo del discorso retorico. D iam o all’argom entazione il valore di un processo sottoposto ad una trattazione nella sua dimensione testuale e procédurale, ehe permette di selezionare un tipo di testo о della sequenzialità argom entativa e di form ulare, perfino, una gram m atica ar­ gom entativa ehe si situa ad uno dei livelli delle odierne ricerche linguistico- testuali e pragm atiche (cfr. e.g. Lo Cascio 1991, 1992, 1996, 1997; Eggs 1994; Adam 1992; Colom bo 1992).

Per lo più, condividiam o la definizione, la quale afferm a ehe l’argomen- tazione si differenzia dalla semplice dim ostrazione e quello ehe fonda questa distinzione sono i cinque criteri essenziali ehe rilevano Perelm an e Olbrechts- Tyteca (1958/1966), e cioè: 1. l’argom cntazione viene indirizzata ad un individuo о un gruppo di individui; 2. essa viene espressa in lingua naturale; 3. le sue prem esse sono verosimili; 4. la sua progressione dipende dall’argom entatore; 5. le sue conclusioni possono essere ridiscusse.

Oltre a questa distinzione, si sostiene ehe argom entare non voglia dire solam ente provare о dedurre (cfr. M oeschler 1985: 46). Anzi, dal punto di vista puram ente linguistico, tra queste azioni esiste una differenza significativa: l’argomentazione non serve a sostenere la verità di un’asserzione, né a delineare

d élia re to ric a sto ricam en te a c c re d ita ta su u n o sfo n d o p ro sp e ttic o d ila ta to : n o n p er p ro p o rre n u o v e ed esau rien ti n o m en c latu re, m a per cogliere in flag ra n te la n o zio n e stessa di funzione re to rica , corne un iv ersale linguistico e sem iotico ehe co m p re n d e il lettera rio , m a n o n è riducibile ad esso” .

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il carattere logico di un ragionam ento. Questo aspetto generico dell’ar- gom entazionc è anche criticato da diversi studiosi: si cerca di oltrcpassare gli aspetti filosofici per trattare l’organizzazione „locale” (procédurale) di un’argom entazione.

Poniam o la tesi che l’argom entazione sia un’attività a scopo razionale al servizio della comunicazione um ana. Puó perfino essere u n ’azione della lingua quotidiana. (L) in [1] argom enta quando si rivolge a suo figlio con un ’interdizione m otivata:

[1] (L): N o n g u a rd a re lo sch erm o cosi d a vicino, ti ro v in erai gli occhi!

Chiam erem o il locutore la persona (L) ehe parla; le sue parole vengono indirizzate al suo interlocutore (/). Il locutore présenta corne argom ento il fatto ehe 'g uardare lo schermo da vicino’ (lo schermo del televisore ehe, acceso, emette u n ’onda di luci ehe possono infuriare) non è proficuo alla salute. (L) si basa su questo argom ento per giustifïcare la conclusione: non si dovrebbe guardare la televisione d a vicino.

In m odo più generale: argom entare vuol dire indirizzare ad un inter­ locutore un argom ento, cioè una buona ragione, per fargli amm ettere una conclusione, e, di conseguenza, suggerigli dei co m p o rtam en ti adeguati. U n ’argom entazione si com pone allora di due elementi essenziali: A R G omCTllo -* C O N C L usionc.

T ra A R G e C O N C L si instaura una relazione argom entativa. Vuol dire ehe un argom ento è presentato come fonte di una ragione, ritenuta sufficiente, per fare am m ettere una conclusione. L’argom ento non è perô una prova délia conclusione3.

La relazione argom entativa non si deve necessariamente m anifestare tra due entità linguistiche che siano enunciati espliciti. La conclusione o perfino l’argom ento possono essere di tipo implicito. M oeschler (1985: 72) propone una formalizzazione ehe perm ette di trattare una larga gam m a di relazioni argom entative in cui il contenuto delle unità linguistiche non deve neces­ sariam ente avere carattere enunciativo.

L’argom ento e la conclusione non hanno lo stesso statuto. L’argom ento ha lo statu to di una credenza condivisa, è un fatto incontestabile, sottratto alla controversia (alm eno lo présenta cosi l’argom entatore). In pratica, se l’interlocutore rifiuta di accettare questo dato, dovrà allora giustifïcare il suo atteggiam ento opposto: non potrà dire soltanto ‘N on sono d ’accordo’; avrà il com pito di esplicitarsi.

3 А гаг (1999: 99) p a rla n d o della relazione arg o m e n ta tiv a d e te rm in a i suoi lim iti concettuali: „ A n a rg u m e n t re la tio n is the re la tio n sh ip th a t exists betw een tw o p a rts o f a m o n o lo g u e, one being an a rg u m e n t” (i.e., „ a su p p o rtiv e o r a p e rsu a d e r” ), „ th e o th e r a c o n clu sio n ” (i.e., „ a prescrib ed a ctio n o r a n a sse rtio n ” ).

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L ’argom ento deve condurre l’interlocutore alla conclusione. L’interlocutore riconosce il valore argomentativo di un enunciato ehe détermina Porientamento argom entativo dell’operazione interpretativa. Il passaggio cosi segnalato puô essere anche sinuoso, e fa pensare ai principi, aile convenzioni ormai ammesse; la retorica antica parlava a questo punto dei topos (luoghi). I topos erano appunto luoghi comuni o certe idee o espressioni ehe sostenevano l’ar- gom entazione (c/r. e.g. Eggs 1994: sez. 4.2; G ardes-Tamine 1996: sez. 1.3; Ziomek. 1990: cap. XII). Adesso essi si intendono corne regole generali o leggi di passaggio che rendono possibile una argom entazione particolare (c/r. Desideri 1991: 128-129). Queste leggi di passaggio possono essere discusse: spesso la critica argom entativa ne fara questione di dibattito c o n tro lla n d o i lim iti della loro validità. Si p o trà d u n q u e rifiutare un’argom entazione contcstando la validità délia transizione di un argom ento in conclusione, cioè, dichiarando ehe l’argom ento è privo di pertinenza oppure è solo leggermente pertinente nei confronti délia conclusione ehe si pretende di attribuire ad esso.

L’argom entazione dipende allora da più fattori particolari. N on basta distinguere la form a e il contenuto del messaggio argom entativo. Bisogna anche determ inare certe procedure per argom entare e le strategie di valu- tazionc. U no di questi stratagemm i è il convincimento о la persuasione. Ecco ehe cosa dice a proposito Lo Cascio (1991: 45):

11 convincim ento о la persuasione in u n a situazione arg o m en tativ a in b u o n a p a rte dipen d o n o , si sa, d a lla veste о d a ll’a b ilità linguistica dei p ro ta g o n isti, d a lla m an ip o laz io n e delle in fo rm azio n i e d al tip o di a rg o m e n ti p o rta ti. G li a rg o m en ti p o ss o n o essere tra tti d a tu tti i cam p i, s o p r a ttu tto q u a n d o si tr a tta d i a rg o m en tazio n i soggettive: il sociale, l’etico, il politico, il finanziario, ecc. N atu ralm en te, la scella ehe è stata fa tta per difendere u n ’opinione, a vo lte, n o n sareb b e p ertin en te о am m issibile.

In quanto atto di inform are, l’argom entazione non puô fare a meno dell’inferenza ehe vi svolge un ruolo interpretativo (c/r. Anscom bre e D ucrot 1997: 10-11; M oeschler 1989: cap. 1, 4; Lo Cascio 1997). Com e costata Colom bo (1992: 490): „[...] un testo argom entativo puô contenere anche qualcosa di m eno di ciô ehe è previsto dalle teorie dell’argom entazione: m olti passaggi argom entativi possono essere impliciti, e la stessa tesi puô essere esplicitata” . Per esempio la situazione:

[2] (L): Q u a i e ra il ris u lta to d ello scudetto? (/): H a v in to la L azio.

è solo un atto in cui il locutore (L) segnala all’interlocutore (7) ehe non è al corrente delle novità calcistichc. M entre lo scambio:

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(3] (L): C redi che ci c o n v en g a c o m p ra re 1’im p ia n to stereo q u e s t’a n n o ? (/): P en so p ro p rio che sa rà m eglio a sp e llare ... M ag ari in p rim av era.

ha tuttc le proprietà di u n ’argom entazione, dove (L) fa ragionare (I) in direzione dell’argom ento ('non precipitarsi a com prare l’im pianto stereo’) inferendo cosi la non giustificata inclinazione a perdere soldi ehe si potrebbero risparm iare aspettando, ad esempio, l’imminente stagione dei saldi che sta per avvenire (‘la prim avera dell’anno seguente’). La conclusione ehe si ottiene non è, allora, il fatto ehe 'si com prerà l’im pianto stereo in prim avera perché è una stagione piacevole’, m a perché 'in prim avera ci sono spesso dei saldi ehe possono essere vantaggiosi per chi ne è interessato’.

T uttavia, il processo inferenziale puô rim anere inattivato oppure scattare indipendentementc dalle volontà dell’interlocutore (cfr. Lo Cascio 1996: lb-11).

Si potrebbe allora completare lo schema dell’atto d ’argom entazione aggiungendo ad esso un clemento legato alle convinzioni relative (soggiaccnti) rispetto alla realtà, cioè al m odo con cui i fatti si codcterm inano, ed è cioè l’inferenza:

A R G o m e n ta z io n E : A R G o m e n to ( + I N F e r e n z a ) -» C O N C L u sio n e

In questa luce, l’argom entazionc si présenta come un passaggio dal più fondato (il più accettabile), cioè l’argom ento, al m eno fondato (il meno accettabile), cioè la conclusione (cfr. Reboul 1998: 105-107). Questo passaggio ha come funzione il com pito di far passare il consenso о il dissenso del dato argom entativo alla conclusione. Quindi, la conclusione è sempre più capiente delle premesse.

3. Dimostrazione e argomentazione

Nella concezione tradizionale dei procedimenti d ’inferenza quando si dispone delle regole ehe perm ettono di trasform are integralm ente l’accordo sulle premesse (sulla verità delle premesse) in concomitanza con la conclusione (la verità délia conclusione), si ha a ehe fare con una dimostrazione4; se invece le regole fanno solo da strumenti di agevolazione per rendere più accettabile la conclusione rispetto all’argom ento, si ha a ehe fare con l’argom entazione.

La differenza tra l’argom entazione e la dim ostrazione è stata dim ostrata d a m olti studiosi in m ateria. Come primi, e con riferim ento alle tesi della

4 N ella re to ric a a n tic a, la d im o stra z io n e (gr. epideixis, 'd im o s tra z io n e ’, ‘o s te n ta zio n e ’) fa p a rte della reto rica ep id ittica classica o rien tata m eno sull’azione ehe sulla dim ensione inform ativa d ella co n o scen za.

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nuova retorica, se ne sono occupati Perelman e Olbrechts-Tyteca (1958/1966). La loro tesi basilare è ehe la dim ostrazione, essendo fond ata su un tipo di dati chiam ati oggettivi e veri ed essendo dom inata da regole universali, non tende a convincere un pubblico specifico о a m odificarne l’opinione. E ’ invcce un tipo di tecnica meccanica caratteristica per alcuni stadi délia dim ostrazione scientifica la quale si basa sulle leggi délia natura.

Messa in confronto con la dim ostrazione, Г argom entazione è costruita su premesse о leggi interam ente soggettive; è il risultato di un ragiona- m ento opinabile, sottoposto alla valutazione degli interlocutori. Il succes- so, pertanto, non è affatto assicurato, come nel caso délia dim ostrazione, e dipende sop rattutto dalla abilità del parlante di trovare argom enti per sostenere una tesis. Riferendoci ad A zar (1999: 100), si puô dire che in linea più generale, l’argom entazione differisce dalla dim ostrazione in due punti im portanti. Il prim o è ehe la dim ostrazione si basa su un sistema form ale di assiomi e formulazioni assolute, m entre l’argom entazione parte d a opinioni, giudizi о punti di vista contestabili. L ’argom entazione usa l’app arato dell’inferenza logica, m a non è esaustiva nel caso dei sistemi deduttivi degli stati formali delle cose. Secondariam ente, la dim ostrazione vienc esposta per inform are qualcuno ehe è in possesso di un sapere tecnico su un punto am bientato in questo sapere; l’argom entazione, in- vece, viene sempre indirizzata ad un uditorio particolare con il tentativo di convincerlo о rassicurarlo rispetto ad una tesi conosciuta. L’argom en­ tazione non ha il ruolo di guadagnare il consenso intellettuale, m a di incitare ad un’azione o di form are una disposizione ad agire in un mo- m ento appropriato.

D a questa com parazione risulta ehe l’argom entazione ha un carattere piuttosto soggettivo e persuasivo ed è un fenomeno di ragionam ento aperto, controllabile ed esposto ad una verificazione, m entre la dim ostrazione una

5 E, direm m o , an ch e d a il’interlo cu lo re, ehe ci deve essere coscientem cnle e dich iara liv am en te p resente. Si v ed a q u a n to d e lto d a R en k em a (1993: 130) sul ru o lo c o o p e ra liv o deU’in terlo cu to re: „ A ttitu d e ch an g es b ro u g h t a b o u t alo n g the central ro u te go d eep er th a n those achieved along the p erip h erical ro u te. T h ey a re also m o re re sita n t lo o th e r influences. T h e level o f ela b o ratio n is d e p e n d e n t o n the 'a b ility ' and the 'm o tiv a tio n ’ o f the receiver. If receivers d o n o t u n d e rstan d the m essage (ability) o r are n o t involved w ith the to p ic (m o tiv atio n ), th e ch an ce o f e la b o ratio n tak in g p lace is q u ite sm all. In stead o f th in k in g a b o u t the c o n te n t o f the m essage (the central ro u te), it is m o re likely th a t receivers will be influenced by elem ents o f the p erip h eral ro u te, fo r exem ple, th e a u th o r ’s a u th o rity o r th e c h an n e l” . Si veda an ch e P erelm an e O lbrechts-T yteca (1958/1966: 199): „ M e n tre l’o ra to re a rg o m e n ta , l’a sc o lta to re sa rà incline, a sua v o lta , ad a rg o m e n ta re sp o n ta n e a m e n le sul d isco rso stesso, con lo scopo di decid ere il su o atteg g iam en to , d i d e te rm in a re la fid u ci a ehe deve a ttrib u ire ad esso. L ’asc o ltato re ehe percepisce gli arg o m en ti, n o n s o lta n to li p u ô p ercep ire a m o d o suo, m a è an ch e a u to re d i n u o v i arg o m e n ti sp o n tan ei, il più delle vo lte n o n espressi, ehe cio n o n d im en o in te rv e rra n n o a m o d ificare il risu lta to finale d ell’a rg o m e n ta z io n e ” .

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volta effettuata è una realtà oggettivamcnte term inata ed inconvcrtibilc perché fondata su assiomi non negoziabili e validi sempre per tutti. Questo carattere definitivo e ultimativo délia dim ostrazione è piuttosto sconosciuto per l’argom entazione ehe è valida m om entaneam ente e fondata su opinioni precedenti im plicando comunicazione, dialogo, discussione in un ambiente di coinvolgim cnto ed impegno ehe accetta verosimiglianza, plausibilità, probabilità, m odificazione, sviluppo6.

4. Organizzazionc interna di un’argomentazionc

Le argomentazioni possono essere lineari о polidiramazionali (a grappolo). Il loro sviluppo va in senso verticale, a differenza del testo narrativo dove si registra sempre il proseguire della catena di eventi in senso orizzontale (cfr. Lo Cascio 1996: 78). Un testo m inimo narrativo è form ato allora da una relazione orizzontale (due coordinate), m entre quello argom entativo è caratterizzato principalm ente da una relazione verticale (principale + sub- ordinata). Vcrticalità e orizzontalità „sono due caratteristiche fondam entali, due assi su cui si articolano tutti i testi. La vcrticalità implica subordinazionc sia sem antica ehe sintattica. L ’orizzontalità implica invece la coordinazione, la relazione di disponibilità ehe il verificarsi di un evento о uno stato créa in term ini di universo e di spazio tem porale e ideologico per un altro evento ad esso quindi connesso” (Lo Cascio 1996: 66).

Qualche volta, un ’argom entazione puô avere la form a apparentem ente coordinata, m a questo solo dal punto di vista semantico perché in fondo non puô essere altro ehe un rap p orto di subordinazione. Vediamone un escmpio:

[5] (O) N o n m an g ia: (A R G ) n o n a v rà ap p etito .

6 C fr. gli schem i d é lia d im o stra z io n e e d e ll’arg o m e n ta z io n e p ro p o sti d a R eb o u l (1998: 105). Li m o d ific h ia m o ag g iu n g en d o u n a possibile risu lla n te d élia p a rte Z (co n clu sio n e b a sa ta su u n a serie d i d a ti (D im .c) о un fusello di arg o m en ti (A rg.e))

D im o strazio n e: [D im .e,: A - В - С - D ... -» Z ] ...( ~ (D im .e,: P - Q - R - S ... -* W])

A rgom entazione: дгц. с

< B \

С — - - • С’— - > z

' V D V '

L ’o rd in e dei c o stitu e n ti della d im o stra z io n e e deU’arg o m c n ta z io n e è differente. D im .e, pu ô inlluenzare D im .e 2, m a le d u e so n o re a ltà indipendenti ed a u to n o m e (novatrici): W è un nuovo criterio risp e tto a Z. Nel caso di A rg.e, Z costituisce il p u n to di p a rte n z a p e r una n uova p re sen ta zio n e degli arg o m e n ti, ehe p e rm e tto n o di fo rm u la re Z ’. L a p ro g ressio n e a rg o m e n ta tiv a d ip en d e d a ll’o ra to re .

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schem aticam ente da trascrivere in:

O p in io n e о T esi______ A R G o m e n to C O N C L u s io n e empllcjta)

L’cnunciato [5] è un classico caso dclla coordinazione apparente: il fatto che X 'n o n m angia’ è sottoposto ad una spiegazione della causa (un tipo di argom cnto) che porta alla conclusione: 'la probabile m ancanza dell’appetito fa che X nel tem po T non è p ortato a m angiare’.

Si veda un esempio deH’argom entazione verticale:

[6] (O) C re d o che P a o lo legga m o lto d a to che (A R G ,) g u a rd a ra ra m e n te la televisione, in fatti (A R G2) è m o lto b rav o in lettere.

schem aticam ente da trascrivere in:

0 /T _ A R G , «- dato che II

A R G 2 «- in fatti

C O N C L 0mrilidu)

1 due argom enti, A R G , e A R G 2, che sostengono la opinione/tesi О/Т, indicano inferenzialm ente la conclusione C O N C L che potrebbe suggerire che 'chi è bravo in lettere prcferisce, come Paolo, la lettura alla televisione’.

La verticalità puô, in sostanza, svilupparsi all’infinito perché l’argomen- tazione è un atto aperto (c/r. supra), с, poi, ci puô intercorrere il principio di ricorsività. La verticalità è una carattcristica costante delle enunciazioni subordinative.

Un argom ento è di fatto il m odo di fare am m ettere una conclusione. 11 suo valore e la sua forza illocutiva devono evidentemente essere paralleli per esplctare questa funzione. L’argom ento ricorre ai dati in concom itanza alle regole generali ricavabili dalla conoscenza del m ondo e del comportamento um ano. La regola generale permette di evincere una tesi (o una opinione) dal dato (argom ento). Form ulando una conclusione e prcscntandola all’in- terlocutorc, l’argom entatore spera di fargli adottare dei com portam enti in arm onia con la convinzione espressa nella conclusione.

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5. Argomentazione come attività razionalc e rclazionalc

Chi argom enta non vuole semplicemente costringere il suo interlocutore o imporgli una certa idea o un atteggiam ento allo scopo m anipolatorio. Vuole invece m ostrargli che, visto un tale argom ento, sarebbe logico, ragionevole, accettare una tale convinzione o un tale com portam ento. Certamcnte, l’argom ento potrą essere o non essere accettato dall’interlocutore, o riconosciuto parzialm ente. Ci sono poi buoni argom enti e argom enti che non valgono m olto. Come pure le conclusioni che ne risultano. Si veda l’esempio seguente:

[7] F re q u e n ta n d o piü locali, p o tra i bere a volo n là.

Il fatto di poter bere m olto non è una form a di com portam ento ehe si dovrebbe incoraggiarc, tan to meno la costatazione com une che in una certa situazione si puô „riuscire” in questa pratica...

Bisogna allora valutare la qualità degli argom enti avanzati (la qualità deH’argomentazione). L’attività argomentativa è strettamente legata alla critica, il ehe apre la via aile tecniche délia rifiutazione.

Le nostre argom entazioni più correnti riposano su regole di condotta m olto in generale: sono i principi ammessi in una società o in un gruppo. Cosi, nell’enunciato:

[8] F a bel tem p o , a n d ia m o a fare u n a passeggiata.

il 'bel tem po’ diventa l’argom ento per 'fare una passeggiata’. Esiste infatti un luogo comune: 'q u ando fa bel tempo, si va a fare una passeggiata’ ed è ciô che guida l’argom entazione [8]. M entre in realtà non basta che faccia bel tem po per uscire necessariamente a spasso: m olte altre ragioni integrative vengono prese in considerazione.

D ’altro canto, il detto 'quando si ha m olto lavoro, non si va a spasso’ si trasform erà in un ’argom entazione del tu tto opposta:

[9] C ’é m o lto d a fa re , allo ra n o n a n d ia m o a spasso.

II semplice fatto di essere troppo impegnati impedisce quello ehe prim a sem brava cosi naturale. M a è possible, a questo punto, una discussione in cui gli interlocutori peseranno i rispettivi principi conflittuali per determ inarc se la m assim a premessa si deve accettare in una d ata circostanza. A volte si m etteranno d ’accordo, a volte saranno solo in grado di approfondire il loro dissenso. Nell’uno e nell’altro caso, si dovranno sottom ettere a un vcro calcolo d ’argom enti.

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Si vedc che le costrizioni argom entative possono essere di natura m olto differente e dipenderc da costrizioni naturali ('il televisore nuoce alia vista’), о da quelle culturali ('bel tem po => passeggiata’). Questi grandi principi d ’azione sono considerati come forme di com portam ento d a assumere in un gruppo sociale particolare. L’argom entazionc infatti verte sulla società. C attani (1994: 34) parla cosi della natura sociale dell’argom entazione:

L a n a tu ra sociale d e ll’a rg o m e n ta z io n e consiste nel suo essere d ire lla a q u a lc u n o , che n o rm alm en te, m a n o n sem pre, so n o a ltre p erso n e con le q u a li si in s ta u ra u n ra p p o rto d ialogico о e o n flittu a le ; a vo lte, invece, l’in le rlo cu to re p u ô essere lo stesso ind iv id u o che so p p esa tra sé e sé i p ro e i c o n tro d ’un a d cliberazione. A n c h e in tal caso in terv en g o n o delle m o tiv azio n i sociali, p oiché il soggelto si sd o p p ia, cerca u n a cc o rd o co n se stesso, s’im p eg n a a rep licare a n tic ip a ta m e n te alle possibili obiezioni che un a ltro p o treb b e porgli.

L’opinione di C attani è un altro punto di sostegno a favore della tesi che l’argom entazione sia un ’azione intrinseca dcll’interagire sociale e in certi casi, puô diventare u n ’autoargom entazione, cioè un’attitudine deliberativa interna che si svolge nella mente dell’individuo in vista di un oggetto о dei potcnziali interlocutori-avversari.

E ’ la logica argom entativa che costituisce il fornitorc dei dati о elementi osservabili e sottoposti all’acccttabilità о alla non-accettabilità di un ragio- nam ento in questione (c fr. Anscom bre e D ucrot 1997: 80-81). La logica argomentativa permette poi di evidenziare le relazioni tra gli enunciati a livello d ’osservazione e a qucllo d ’esplicazione: tali relazioni sono per Anscombre e D ucrot (1997) generatrici della comprensione nella concatenazione delle sequenze testuali e dell’orientam ento argom entativo come assiom a di certi testi/discorsi (cfr. Anscom bre e D ucrot 1997: 86-113). Il postulato più im portante di Anscom bre e D ucrot è ehe l’attività di argom entazione deve essere considerata come cocstensiva alla attività di parola in piena con- sapcvolezza della dimensione logica e della forza ehe attraverso essa puô emergere.

L ’argom entazione è, infatti, una delle moltiplici tecniche verbali7 ehe uno puô usare per convincere qualcun’altro о sé stesso. In effetti, si argom enta so p ra ttu tto attraverso le parole, costrucndo dei testi orali o scritti di varia lunghezza, secondo le circostanze. La pratica linguistica с sempre una pratica m eta-argom entativa; in altri termini, essa non è dis- sociabile dall’analisi critica degli argomenti veri e propri о presunti in un enunciato. Per sostenere о rifiutare un ’argom entazione, bisogna essere capaci di descriverla, di presentarla, di sm ontarla affinché le sue qualità e i suoi difetti siano chiari.

7 L asciam o a p arte le tecniche n o n verbali dell’argom entazione (le m anipolazioni psicologiche e sensazionali), ehe p o tre b b e ro c o stitu ire l’og g etto d i t u ü ’a ltra indagine.

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Per fare o imm aginare un atto argom entativo, si dovrebbe non solo conoscere (padroneggiare) le parole e le costruzioni di cui queste possono far parte; è necessaria anche la conosccnza degli stereotipi d ’uso nella lingua.

Si potrebbe dire ehe il vocabolario dell’argomentazione sia a m età tecnico: appartiene, infatti, a difierenti campi ideologici, lessicali, e produce costruzioni sintattiche specifiche. Lo si acquista ascoltando, leggendo, riproducendo modelli d ’argom entazione già esistenti.

6. Etica dell’argomcntarc

L’argom entazione ha un carattere polifunzionale e pragm atico (cfr. Bussi 1997: p. XJV). Infatti, puô servire a costruire diversi tipi di com- portam ento linguistico um ano, per esempio: diverbio, polemica, mediazione, conciliazione, interpretazione e revisione del vivere sociale, perorazione, lezione, autodifesa, ecc.

T ra più approcci ehe m oltiplicano la distinzione delle argom entazioni, ci pare giusto evidenziare due settori più generici: il prim o è legato all’induzione della convinzione, cioè ad una specie di attuazione delle premesse ed alia conseguente cogenza delle conclusioni (è una posizione della retorica consolatrice che rivaluta quello ehe è conform e alle attese dell’uditorio); il secondo fa pensarc alla persuasione о alla suasione, che puô anche abbracciare la m anipolazione (il caso ha invecc a che fare con la retorica generatrice il cui scopo è m odificare il com portam ento degli ascoltatori).

La presentazione degli argom enti richiede non soltanto la loro efficacia nella persuasione, m a anche la giustezza riguardo ad una opinione, ad una situazionc. Come dim ostrano diversi approci in questione, si possono indicare alcune regole per l’argomentazione ideale che sta in opposizione alle cosiddctte false argom entazioni о fallacie8, che, pur essendo comuni nell’interazione com unicativo-argom entativa, sono program m aticam ente sconsigliate.

La prim a serie di queste regole riguarda la form ulazione e la difesa della tesi: 1. la form ulazione délia tesi dovrà essere il più possibile chiara e interpretabile9; 2. una tesi è sottoposta agli argom enti correlati con essa

" Le fallacie s o n o q u elle fo rm u la zio n i che ris u lta n o d iso n e ste nel c a m p o sem an tico deH’a rg o m c n ta z io n e , per esem pio, inganni, m enzogne, falsità, in v alid ità, e rro ri, slealtà in o p p o sizio n e a v erità, veracità, o n està, certezza, lealtà. Bussi (1997 : 49) a ffe rm a che tali form e d ’argom entazione ap p arten g o n o alla „ p ro p ag an d a in discorso” (argom entazioni ellittiche, intenzioni bieche, m aie fedi). C fr. an ch e R e n k em a (1993: 133-134) e, sp ecialm en te, F . van E eem ercn e R . G ro o te n d o rs t, „ F a lla cies in P ragm a-D ialectical Perspective” , A rgum entation, 1, 3 (1987): 283-301.

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che non presentano attinenza con altro; 3. una tesi verra giudicata adegu- atam ente difesa, se gli argom enti usati nella difesa avranno lo stesso punto di partenza10; 4. una tesi sarà adeguatam ente difesa, se 1’argom entazione usata rispecchierà i proccdimenti comunem ente accettati11.

La seconda serie indica il trattam ento degli argom enti: 1. gli argom enti che si susseguono in una discussione devono essere validi o resi il più possibile validi, esplicitando delle premesse non implicite, quando esiste il rischio di confusione; 2. la prova di un attacco in un’argom cntazione in corso non puô distanziarsi dalla tesi che è stata pronunciata dalPantagonista, e fare in m odo che venga cam biata la tesi preposta dalPantagonista; 3. gli argomenti, come la tesi, devono essere chiari e interpretabili; 4. gli argomenti non si possono sostituire d a fallacie applicate opportunam ente (c/r. Lo Cascio 1991: 353-358 e Reboul 1998: cap. VIII).

La terza serie concerne il com portam ento dei protagonisti e degli antagonisti coinvolti in discussione12: il protagonista e Pantagonista non devono a vicenda crcarsi degli impedimenti che possano fare da ostacoli psichici per esprim ere i loro dubbi о le loro riserve; il protag o nista о Pantagonista che esprime un ’opinionc deve esser pro nto a difenderla; Pautore dell’argom entazione con tutte le sue premesse, che essa implica, deve accettare tu tte le conseguenze di interpretazioni ulteriori.

L’osservanza delle tre serie di regole argom entative è come il fatto di seguire un ordine di precetti che perm etteranno di stabilire un buon piano argom entativo. Gli argom enti presentati in questo piano si fonderanno, in particolare, su cinque relazioni retorichc elaborate ormai da Aristotelc, e cioè, evidenza (Evd), conclusione (CI), giustificazione (Gf), soluzione (Slz), m oti- vazione (M tz). Per illustrarli, vediamo gli esempi di qualche situazione linguistica corrispondente:

[10] (Evd): L a te m p e ra tu ra n o n è a u m e n ta ta n ean ch e di u n g ra d o : le prev isio n i che avevano a n n u n c ia to il gelo per tu tta la se ttim an a n o n e ra n o false.

10 Si p re n d a n o an ch e qui in eo nsiderazione il p rin cip io di c o n tra d d iz io n e a rg o m e n ta tiv a n o n ch é il p rin cip io d i fo rza a rg o m e n ta tiv a intesi d a M oeschler (1985: 196-197) com e segue: il p rim o : „ U n arg u m e n t p est a rg u m en tativ e m en t c o n tra d ic to ire à u n arg u m e n t p ’ si to u s les énoncés E l d e p se rv an t la conclu sio n r, to u s les énoncés E l ’ d e p ' servent la conclusion non-r (l’inverse n ’éta n t p as vrai); il secondo: „ U n arg u m e n t q est a rg u m e n ta tiv e m en t p lu s fo rt q u ’u n a rg u m e n t p si to u s les énoncés E l d e p servant la conclu sio n r, to u s les énoncés E 2 d e q la serv en t au ssi” (l’inverse n ’é ta n t p a s vrai).

11 Per esem pio, il d isc o rso politico seco n d o Bussi (1997: 55) si svolge lu n g o il seguente asse a rg o m e n ta tiv o : am m issio n e (concessione) ~ d im in u z io n e ~ c o n tro a c c u sa ~ rifiu to ~ p ero razio n e.

12 V an n o so sten u te q u e ste regole dal principio di co o p reazio n e di M o e sch ler (1985: 196) ehe riassu n tiv am en te lo definisce cosi: „ C h aq u e p a rticip a n t d o it co n trib u er conversationnellem ent d e m an ière à c o rre sp o n d re a u x a tte n te s des a u tre s in te rlo cu teu rs en fo n c tio n d u stade d e la co n v ersatio n , d u b u t et d e la d irec tio n de l’éch an g e” .

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[11] (Cl): Si è c o ric a to su b ito d o p o essere rie n tra to dal lav o ro . D o v ev a essere sta n co m o rto .

[12] (Gf): D a q u a n d o so n o in m ezzo a voi le m ie ab itu d in i alim en tari so n o rad icalm en te cam b iate.

[13] (Slz): Per fa rlo agire senza rita rd a re tu tlo , il m iglior m o d o sa rà inviargli un e-m ail con la p re se n ta z io n e délia d o m an d a .

[14] (M tz): Se intendi fare la g u id a nei paesi fran co fo n i n o n p u o i fare a m en o d e lla b u o n a co n o scen za del francese.

Ciascun argom ento rip ortato e collocato in un piano argom entativo costituisce uno schema da interpretare e insieme con altri argom enti form a una stru ttu ra di anelli concatenati, cioè effetti di persuasione ehe form ano un discorso argom entativo. Anche se vi sono stati tentativi di universaliz- zazione, i modelli d ’interpretazione degli argom enti sono num erosi e ogni analisi deve prender in considerazione più fattori operanti in un singolo processo argom entativo. E ’ da sottolineare poi che la retorica stessa, fonte della teoria deU’argomcntazione moderna, insegna come dire qualcosa, secondo quali schemi, seguendo quali criteri afTmché la com unicazione diventi un mezzo efficace per conseguire un fine.

7. Argomentazione come atto linguistico

L’argom entazione non è solo un’operazione logica e relazionale al servizio délia conclusione. Il fatto di argomentare implica la realizzazione di un’attività com unicativa con una sua funzione specifica. E, come tale, l’argom entazionc pare rilevare dall’atto illocutivo al m odo délia dichiarazione, dell’ostensione, délia promessa, dell’ordine, dell’asserzione, ccc. Dal punto di vista comu- nicativo, un discorso argom entativo è un m acroatto ehe viene prodotto dal parlante per convincere uno о più interlocutori, m agari se stesso, délia validità delle sue tesi, о delle tesi poste da altri, m a argom entate о cont- roargom entate in un m odo diverso dalla trattazione originale.

Possiam o dire ehe il discorso argom entativam ente orientato puô senza dubbio esser definito come „un fare qualcosa col dire qualcosa” (Cattani 1994: 167). Il „dire” è un atto intellettuale, ehe, nel caso dell’argomentazione, non esclude tuttavia emozioni, impulsi, inconscio. C attani (1994) trova ehe esista „una singolare coincidenza fra i tre tipi di effetti dell’atto perlocutorio indicati nella definizione austiniana - effetti sui pensieri, sulle azioni e sui sentimenti del destinatario - e i tre generi di discorsi oggetto délia retorica antica” .

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L’organizzazione globale dell’argomcntazione è da determinare dal loculore. Per arrivare ad un efletto persuasorio ncll’interlocutore, si devono fare delle scelte tenendo conto delle condizioni e regole pragm atiche, delle condizioni strategiche, delle condizioni culturali.

Ogni atto linguistico si com porta secondo due assi della comunicazione: l’una è l’azione illocutoria, l’altra è l’azione perlocutoria. La prim a attende una reazione d a parte del nostro interlocutore.

L ’e fle tto illocutivo specifico del tcsto a rg o m e n ta tiv o si p u ô definire in q u esti term ini: il ricevente è p o sto n ella co n d iz io n e di d o v er ad erire о n o n a d erire (ad erire p iù o m eno) alla tesi deU’em ittente. Q uesto accade ogni vo ila ehe un testo arg o m en tativ o é p ro d o tto e ricevuto «felicem ente»: il ricevente é c o stre tto , in c erto senso, a p re n d ere po sizio n e, a v a lu ta re la tesi e le rag io n i deU’em itten te, in d ip e n d en tem en te d a l fa tto ehe l’e ffe tto (p erlo c u to rio ) di p e rsu ad e re sia ra g g iu n to (C o lo m b o 1992: 482).

L’attività illocutoria lascia allora descrivere in term ini di intenzionalità del locutore, m a anche di convenzionalità e istituzionalità (c/r. Moeschler

1985; Bussi 1997; Ravazzoli 1991: 209-211).

11 carattere intenzionale dell’argom entazione è una parte costitutiva della definizione della relazione argomentativa. Se un enunciato E con un argomento A R G è destinato a sorreggere la conclusione CO N C L, questo implica il riconoscim ento del carattere intenzionale del discorso, li riconoscim ento va in due direzioni. D a un lato, l’aspetto argom entativo di un atto d ’argomen- tazione è visto semplicemente nel fatto di presentare intenzionalm ente l’argomento. D all’altro, l’aspctto intenzionale puô localizzarsi non nel carattere relazionale dell’atto d ’argom entazione, m a nella sua funzione о nella sua aspirazione. In altri termini, non si parlerebbe del riconoscim ento del valore argom entativo, se non ci fosse dell’aspirazione argom entativa nell’atto stesso di argom entare.

Si vede allora la nozione d ’argom entazione im battersi agli stessi prob­ ierni descrittivi e teorici ehe m irano a determ inare la nozione generale d ’a tto illocutivo: tutte e due hanno a ehe fare con l’implicito del discorso. Per questo m otivo, l’argom entazione sembra possedere le stesse proprietà ehe l’illocutivo (c/r. M oeschler 1985: 56). E infatti, l’argom entazione „serve d a procedura euristica per scoprire e form ulare, analizzando certi dati, un ’opinione personale che in questo m odo viene resa esplicita a se stessi, о [...] m ira a comunicare agli altri parlanti un proprio giudizio corredato dagli argom enti ehe ne possono provare la validità” (Lo Cascio 1991: 61).

La problem atica dell’intcnzionalità dell’argom entazione in diversi atti linguistici illocutivi è inseparabile dalla sua convenzionalità (M oeschler 1985: 57). Il carattere convenzionale dell’atto d ’argomentazione puô essere associato a tre tipi di funtori argom entativi, responsabili dell’attività argom entativa:

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i m arcatori assiologici, gli opcratori argomentativi e i connettivi (o connettori) argom entativi. Ai fini illustrativi vediamo tre tipi di enunciati:

[15] C h ia ra è m o lto brava.

[16] L asciam o almeno u n a fin estra a p e rta.

[17] H a firm a to il c o n tra lto , tuttavia h a rifiu ta to l’in vito a p ra n z o .

In [15], il valore argom entativo è determ inato dal valore assiologico dcll’attribu to brava, che indiea una proprietà positiva. Questa proprietà po trà allora m arcare l’orientam ento positivo dell’argom entazione. L’esempio [16] contiene l’espressione limitativa almeno che ha una grande potenzialità argom entativa e pone l’enunciato in un cam po deduttivo leggibile per gli interlocutori. Infine, in [17], riscontriam o un ragionam ento argom entativo diretto dal connettorc tuttavia ehe serve a svelare il com portam ento non conform e al protocollo previsto.

Un im portante aspetto dell’argom entazione in q u an to atto illocutorio è il suo carattere istituzionale. D a una parte, esso è legato alle impostazioni costituzionali dell’atto, dall’altra, alla n atu ra dei meccanismi ehe rendono possibile l’argom entazione. In altri termini, l’istituzionalità dell’atto d ’ar- gom entazione rivela nuove norme neH’ambiente dell’interazione, ad esempio l’obbligo di trarre conclusioni (Moeschler 1985: 58).

La funzione com unicativa dell’cnunciato argom entativo è inoltre indicata dai cosiddetti perform ativi, cioè i verbi ehe designano esplicitamente il tipo ehe il locutore vuole fare, per esempio:

[18] N o n ti perm ette di v iaggiare d a sola la n o tte .

[19] V oglio a fferm a re ehe gli ultim i an n i e ra n o gli a n n i del c o n su m ism o sfre n ato .

[20] N ego q u e llo ehe avete d e tto .

Quasi tutti gli elementi ehe sorreggono l’atto perlocutorio hanno le proprietà di indicatori di forza (Lo Cascio 1991: 63), allora, a parte i connettivi e i perform ativi, vi rientrano m olti elementi prosodici délia lingua, i verbi m odali potere e dovere, l’enfasi, le dom ande indirette, l’im perativo e perfino i gesti ehe accom pagnano l’atto d ’argom entazione.

Un atto argom entativo, quindi, nel medesimo tem po, è un a tto illocutivo (com posto spesso da più m icroatti linguistici ehe costituiscono u n ’unità) per spingere un interlocutore a eseguire l’atto perlocutorio, cioè ad accettare о a rigettare l’opinione о la tesi posta direttam ente о indirettam ente dal parlante (locutore). Se questa l’azione fallisce, fallisce l’argomentazione, о deve essere riform ulata per intero о in parte.

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8. Andamcnto di un testo argomentativo scritto

L ’argom entazione scritta ha un suo svolgimento particolare. L ’autore del testo è il produ tto re dell’argomentazione; prende, come in altri casi, la posizione del protagonista, anche se il suo antagonista, fisicamente, nel m om ento della produzione, non è presente. La natura, il com portam ento e l’atteggiam ento del protagonista ha una enorme influenza sullo svolgimento dell’argom entazione (dalla tesi aile conclusioni): contano la posizione e il prestigio sociale, il livello della formazione e della cultura acquisita.

Un andam ento tipico dell’argom entazione è proprio, ad esempio, dei testi argom entativi scientifici о dei testi scientifici con passaggi argom entativi dove l’autore prende posizione nei confronti della/e tesi passando ad un susseguirsi di argom enti per arrivare ad una conclusione a favore o contro la tesi preposta. Poi, come dice Aristotele (Ret. III, 1, 1403b), „non basta possedere gli argom enti che si devono esporre, m a anche è necessario esporli nel m odo appropriato, e questo constribuisce am piam ente a fare apparire il discorso di un certo tip o ” .

Si prenda in considerazione il caso di un articolo scientifico13. E ’ un p rodotto del ragionam ento destinato, in genere, a personę che sono esperte e al corrente dclla m ateria trattata, il che perm ette loro di vagliare subito le qualità dell’argom entazione e delle tesi sostenute. E, come dice Lo Cascio (1991: 95), „il testo scientifico ha, anzi, proprio il com pito di provocare adesioni о rifiuti” . L’interlocutore, certo, non è presente nel m om ento in cui si espone u n ’argom entazione a vantaggio di una tesi scientifica, m a ha, senz’altro, la possibilità di ribattere o di controargom entare m ediante lo stesso mezzo scritto opure nel corso del confronto diretto in occasione di una conferenza, di un congresso tematico, di una lezione, ecc.

U na risposta nella discussione scientifica, a distanza breve о lunga nello spazio e nel tempo, costituisce un’opinione singola in un atto d ’argomentazione più complesso, ehe è una discussione aperta (una iper-argomentazione) intorno ad un problem a in una d ata disciplina. L ’articolo scientifico о è ormai una parte di questa discussione, о diventa un punto di partenza per una nuova argom entazione. E ’ perô una argom entazione pienam ente controllata e cor- reggibile: i fattori psicologici ed emotivi, in sostanza, non c’entrano, come invece avviene in una discussione quotidiana; vi conta l’oggettività e il rigore teorico e pratico nella trattazione dei probierni e neü’impostazione delle ipotesi.

In opposizione ai testi scientifici si situano i testi contenenti le argomen- tazioni ehe non prevedono repliche. Lo Cascio (1991: 101) li ha chiam ati

13 Sul carattere del testo scientifico in generale si veda D uszak (1998: cap. 5) e la bibliografia alleg ata.

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testi unidirezionali. H anno questo carattere, per esempio, i testi pubblicitari (cfr. Adam e Bonhomme 1997). II diente, il potenziale interlocutore e partner nella discussione, non puô esprimere direttam ente la sua opinione. Tuttavia, è proprio la sua prevista reazione (studiata attentam ente nell’indagine di m ercato) che guida la produzione del testo pubblicitario: il successo della pubblicità risiede nel fatto di situarsi al livello d ’argom entazione del diente o p p ure di avanzare qualche convincim ento fo n d ato sulla credu lità о sull’ingenuità dell’acquisitorc di un prodotto (alcuni pensano infatti: 'H o provato più articoli di questo tipo. Questo qui è il m igliore’. O ppure 'Se lo dicono e fanno paragone con altri, non sbagliano’).

La pubblicità, perô, non dovrebbe essere considcrata come un ’argom en­ tazione vcra e propria; essa è piuttosto un supporto persuasivo (cfr. Azar 1999: 99) di un processo più largo in cui all’atto d ’argom entazione cont- ribuiscono più fattori tra cui quelli vcrbali pragmatici e non verbali psicologici.

La vera e propria argom entazione è di tipo enunciativo e sequenziale. 11 valore dell’argom entatività che concede l’uso del linguaggio è uno dei più im portanti usi del linguaggio. Adam, non senza ragione, pone perfino l’ipotesi ehe l’argom entazione costituisca un’altra funzione del linguaggio:

D ’u n p o in t d e vue g én éral, l’a rg u m e n ta tio n p o u rra it fo rt bien ê tre co n çu e com m e une q u a trièm e ou une septièm e fo n ctio n du langage a p rès les fo n c tio n s ém otivo-expressive, c onative-im pressive et référentielle d e B ühler ou e n co re m é ta lin g u istiq u e , p h a tiq u e et p o é tiq u e -a u to té liq u e de Ja k o b so n . Il n e p e u t être q u e stio n d ’e n tre r ici en m atière su r la q u e stio n classique d e la p rio rité à acco rd er à la fo n c tio n d escrip tiv e (co n cep tio n dite d escrip tiv iste) ou à la fo n c tio n a rg u m e n ta tiv e -rh é to riq u e (p o sitio n d ite ascriptiviste). Q u an d on p arle, o n fait allu sio n à un « m o n d e » (« réel » ou fictif, p résen té com m e tel ou n o n ), o n c o n s tru it une re p ré se n tatio n : c’est la fo n ctio n descrip tiv e d e la lan g u e. M ais on p arle sou v en t en ch erc h a n t à faire p a rta g e r à un in te rlo cu teu r d es o p in io n s ou des rep résen tatio n s relatives à un thèm e d o n n é, en ch erch an t à p ro v o q u e r o u accroître l’adhésion d ’u n a u d ite u r ou d ’u n a u d ito ire p lu s vaste au x thèses q u ’on p ré sen te à so n assentim ent. E n d ’a u tre s term es, on p a rle très sou v en t p o u r a rg u m e n te r et cette fin alité est considérée p a r les uns com m e su ra jo u té e à la v aleur de scrip tiv e-in fo rm ativ e d e la lan g u e [...] et p a r les a u tre s com m e prem ière [...]. D a n s cette dernière perspective, les do n n ées inform ationnelles ne so n t p a s vues com m e p rio rita ire s d a n s la re co n stru c tio n d u sens d ’u n én o n cé, m ais com m e d ériv és d a sa v aleur arg u m en tativ e (A d am 1992: 103).

A questo punto ci chiediamo se non si possa parlare di una testualiz- zazione argom entativa ehe spieghi la prefigurazione, l’andam ento e la ricezione di un testo argom entativo: è fortemente possibile ehe l’argom entazione sia tra d o tta in term ini di organizzazione pragm atica della testualità (cfr. Adam 1992). L ’argom entazione puô, infatti, essere considerata come un tipo di processo testuale dove certe sequenze о l’intero enunciato contengono elementi tali come tesi, argom enti, conclusioni, regole generali, opinioni, qualificatori, fonte, rinforzo, propri per i „p attern ” argom entativi e „altrc catégorie ehe

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hanno la funzione di defïnire più accuratam ente il grado di fondatezza dell’argom entazione, della sua validità e indicare la certezza o la verità dei dati su cui essa è b asata” (Lo Cascio 1996: 82).

D ato che il linguaggio possiede, tra l’altro, la funzione argom entativa, quindi tu tti i testi, prodotti del linguaggio, prendono un’im pronta argom en­ tativa. Questo è vero, se amm ettiam o ehe un testo abbia una sua finalità argom entativa (cioè la tesi, esplicitata o no, rispetto a cui il testo présenta un contributo enunciativo14). Al limite, si potrebbe parlare di grado „zero” dell’argom entatività (Adam 1987: 69) rappresentata nel testo d a un semplice sillogismo о d a un entim em a. L ’universalità delFargom entività risulta probabilm ente dal valore aggiuntole dalla nuova retorica (o logica naturale).

L’argom entazione al livello sequenziale si serve allora di un iter opera- zionale ehe fa, tra l’altro (cfr. [15], [16], [17]), ricorso al „lavoro” eseguito dai connettivi. La loro presenza locale nello spazio testuale pro va ehe agiscono indirettam ente sulla strutturazione interna e globale del testo (in prevalenza di n atura argom entativa о controargom entativa).

11 rapporto tra le sequenze e l’argomentatività puô consistere nell’attribuire alla sequenza ruoli argomentativi particolari ehe corrispondono a determinate idee e convenzioni di cui si dispone nell’attuazione discorsiva: a) la gius- tificazione, b) il paragone, c) la contestazione, d) l’opposizione, e) l’esplicazione, f) la concessione, g) l’accusa, h) il dissentimento, i) 1 assentim ento, j) la rettifica, k.) la spccificazione, 1) la conferma, m) l’adesione, n) la contraddizione, o) l’obiezione, p) la rivalutazione.

I ruoli argom entativi ehe si possono rilevare da un testo argom entativo provano ehe le sue sequenze, oltre aU’inform atività, possono essere dotate di una nuova forza, cioè di una finalità argom entativa. Rim ane la dom anda: quale delle due occupa il rango più im portante nella comunicazione. Gli enunciati apparentem ente descrittivi come 'Pietro è bravo’ oppure 'I cellulari sono utili’ hanno un contrassegno della forza argom entativa al di là della loro semplice inform atività. N on sono di fatto da escludere i ragionamenti ehe, ad csempio, per mezzo di un connettivo aprono un orientam ento argom entativo esplicito degli enunciati citati: 'Pietro è bravo poiché ...’ e 'I cellulari sono utili, m a...’.

II ruolo argom entativo è spesso com binato con la funzione pragm atica dell’enunciato. Il ruolo argom entativo è anzi una dimensione facoltativa aggiunta alla funzione pragm atica di un enunciato.

D a chiarire rim ane ehe un ravvicinamento o perfino l’immedesimazione dell’argom entazione e della sequenzialità argom entativa non si verifica

14 C fr. S tati (1990: 83): „ T o u t acte de d isco u rs, d a n s la m esu re oü il est pris en charge p a r le lo cu teu r, m ériterait p eu t-être la d én o m in a tio n d e « thèse », ce q u i a n n u le rait la pertinence d u term e” .

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nell’analisi stessa di queste entità: altro è infatti l’analisi dcll’argom cntazione e 1’analisi delle sequenze o strutturc testuali argom cntative (cfr. Colom bo 1992: 488). Nel caso della prim a, ci si concentra sull’im palcatura logica (o paralogica) degli argom enti, nel caso della seconda, invece, l’indagine è diretta a più aspetti che prendono in considerazione la produzione, l’emissione, l’efficacia dell’interpretazionc, ecc., cioè tu tto quanto che conta nella testualizzazione del processo argom entativo.

9. Nota conclusive

T em iinato il nostro percorso fenomenico, l’argom entazione nel senso più ampio del problem a puô essere, come sottolinea anche Bussi (1997: p. XII), messa nel quadro di una attività eminentemente sociale, verbale, intellettuale, ehe si realizza su diversi piani e pattern dell’azionc linguistica. NeU’andamento di un processo testuale, ad esempio, l’argom entazione indubbiam ente ha riscoperto e form alizzato i com ponenti del testo attingendo largamente e a volte inconsciam ente alla classica trattazione retorica delPespressione um ana agli scopi persuasivi. Per quanto riguarda la form a comunicativa, invece, l’argom cntazione ha rivalutato certi tipi di interazionc come dialogo, discussione, m onologo о alcuni semplici atti linguistici dando ad essi spazio nelle ricerche linguistico-testuali e nuovo-retoriche. Inline, si puô dire ehe l’argom entazione ha in un m odo naturale sorretto la creatività um ana: fa cosi parte della larga cultura e della civiltà um ana ehe si sviluppano a vicenda con I’aiuto del linguaggio15.

„B uona parte della nostra comunicazione si svolge narrando od ar- gom entando” (Lo Cascio 1996: 65). Questa costatazione sem bra giusta per diverse attività comunicative ehe si m anifestano nei gruppi sociali specifici come i politici, i giuristi, gli scienziati, i predicatori, i giornalisti ecc., m a anche la gente nella vita comune giacché l’uso delle tecniche d ’argomentazione appartiene alla pragma del com portam ento um ano tanto nel linguaggio orale q u anto quello scritto.

D ato che il linguaggio svolge anche la funzione argom entativa, quindi tutti i discorsi prodotti dal linguaggio, prendono un ’im pronta argom entativa, il ehe è provato dalla logica naturale dei com portam enti lingistici. Queste

ls C fr. Bussi (1997: p. X III): „[...] l’a ttiv ità a rg o m e n ta tiv a si specializza e si ra ffin a nei vari am biti d e lla com u n icazio n e, co eren tem en te con l’a rtico larsi dei cam p i, dei generi, degli stili e to n i del linguaggio nei suoi m olteplici im pieghi, d alle scienze alla filosofia, la politica, la lette ra tu ra , la g iu risp ru d en z a, la critica di costum e e, co m e si d icev a u n tem p o , 'il saggio m orale* ” .

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costatazioni si valideranno solo quando am m etterem o che un testo abbia una sua finalità argomentativa, cioć présentera implicitamente o esplicitamente una tesi sviluppata poi nell’enunciato.

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A rtu r G ałkowski

A R G U M E N T A C JA : ID E E , P R O B L E M Y , P Y T A N IA

(Streszczenie)

A rty k u ł je s t głosem w dyskusji n a te m a t znaczenia i zasięgu zjaw isk zw iązanych z procesem arg u m en tacji w k o m u n ik a c ji językow ej o ra z w kładu tego p ro cesu d o ogólnej ch arak tery sty k i d y sk u rsu . W yjście od założeń staro ży tn ej myśli retorycznej, w szczególnym sto p n iu odnoszącej się d o arysto teleso w sk iej sztuki m ów ienia, sk łan ia d o p rzybliżenia, a n a w et w łączenia teorii arg u m en tacji d o p ro g ra m u badaw czego lingw istyki tek stu , k tó rej g e n o ty p niew ątpliw ie zaw iera klasyczne źródła. S tąd też teza o charakterystycznej koncepcji tekstualizacji korzystającej z technik a rg u m e n to w a n ia w w ypow iedzi u stnej i/lu b pisem nej o ra z sta n o w ią c ej ro d z a j d y sk u rs u arg u m en tacy jn eg o .

P roces p o w sta w a n ia, emisji i o d b io ru tekstu o ch ara k te rze a rg u m en tacy jn y m w pisuje się w szeroki p lan zach o w ań społecznych. A rgum entacja, p o d o b n ie ja k re to ry k a klasyczna, zapew nia p rzekazyw anej in fo rm acji g łęb o k ą i skuteczną logiczność, c o p rzy czy n ia się d o osiągnięcia p rag m aty czn eg o celu założonego przez tw órcę/uczestnika ak tu arg u m en tacji. C h a ra k te r społeczny arg u m en tacji sp raw ia, że w iększość p ra k ty k językow ych m o żn a ro z p a try w a ć w kon tek ście ich funkcji arg u m en tacy jn ej lu b m etaarg u m en ta cy jn ej. F u n k c jo n aln o ść tech n ik a rg u m e n to w an ia g w a ra n tu je w w ielu sy tu a c jac h z am ierzo n y p rz eb ieg a k tu m ow y w p la n ie illo k u c y jn y m i perlokucyjnym . A rg u m e n tacja okazuje się wreszcie w yznacznikiem in ten cjo n aln o ści wypow iedzi, będąc tym sam ym jed n y m z ważniejszych elem entów, które pozw alają się prefigurow ać i realizować w k o m u n ik acji językow ej.

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