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Rosa Luxemburg e Antonio Gramsci : lo sviluppo economico nel capitalisto monopolistico : alcuni appunti metodologici

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Giorgia Vitantonio

Rosa Luxemburg e Antonio Gramsci :

lo sviluppo economico nel capitalisto

monopolistico : alcuni appunti

metodologici

Annales Universitatis Mariae Curie-Skłodowska. Sectio H, Oeconomia 21, 31-59

1987

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U N I V E R S I T A T I S M A R I A E С U R I E - S К Ł O D O W S К A L U B L I N — P O L O N I A

VOL. X X I, 3 SECTIO H 1987

Dipartim ento di Science Storiche e Sociali Université di Lecce

G i o g i a V I T A N T O N I O

Rosa Luxemburg e Antonio Gramsci:

Lo sviluppo economico nel capitalisto monopolistico. Alcuni appunti metodologici *

Róża Luksemburg i Antonio Gramsci: rozwój ekonomiczny kapitalizmu m onopolistycznego.

Wybrane zagadnienia metodologiczne

Экономическое развитие монополистического капитализма в трактовке Розы Люксембург и Антонио Грамши

Chi legge U A ccu m u la zio n e del Capitale di R. L u x em b urg e colpito tan to dali audacia e acutezza scientifica, q u anto dalle in g en u itä teo- riche in essa p resen ti

Di solito tali in g en u itä sono state a ttrib u ite sia al fo rte desiderio della L u x e m b u rg di reag ire alle in te rp re ta z io n i neo-arm oniche del p en - siero di M arx; sia (e la cosa e a w a lo ra ta dalia stessa L u xem burg in una fam osa le tte ra a D ie fe n b a c h 2 alia fre tta con cui scrisse U A c c o m u -

lazione del Capitale, nella convinzione di a v e r tro v a to la soluzione de-

fin itiv a al problem a della ripro au zio n e a lla rg a ta del capitale.

Q uesta in te rp re ta z io n e, oltre a m e tte re in risalto la forte carica po- lem ica della L u x em b u rg nei confront! dei m aggiori esponenti della

so-* Relazione presentata ad Amburgo (1—9 sett. 1985). Al convegno internazio- nale su „Antonio Gramsci e Rosa Luxem burg”.

1 Per questo aspetto cfr. quanto S w eezy P. M. scrive nella Introduzione a R. Luxem burg, L’ accumulazione del Capitale. Torino 1960, p. XX X . Cfr. anche Robinson J., Introduzione a ll’edizione inglese de U accumulazione del Capitale in AA. W ., II futuro del capitalismo. Crollo o Sviluppo. Bari 1970 (a cura di L. Collettd e C. Napoleoni) p. 683.

2 Per questo aspetto cfr. quanto Sw eezy scrive nell ’Introduzione a U A c c u m u ­

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cialdem ocrazia tedesca *, ha in sistito su u na p resu n ta d iscon tinu ité scien tifica tr a la riflessione p re se n te ne L ’A ccum ulazione del Capitale (o L ’antieritiea) o quella p reced ente \ A ncora una v o lta tale ipotesi tro v a u n sostegno in quan to la stessa L u x em b u rg scrive n e ll’ „A v v er- te n z a ” prem essa a U accum ulazione del C apitale: (...) lavoravo a ll’ In tro -

duzion e delV econom ia politica — ella scrive — quando m i sono resa

conto di non riu scire a p re se n ta re con sufficiente chiarezza il processo d ’insiem e della produzione c a p italistica nei suoi rap p o rti concreti e nei suoi lim iti storici o b iettiv i” 6.

In rea ltà , u n ’analisi app rofo nd ita della sua opera consente di p e r- v en ire, come ten te re m o di d im ostrare, a conclusioni diverse.

I m aggiori esponenti della Seconda In tern azio n ale (da K a u tsk y a H il- ferd in g , a R. L u x em b urg , a B ernstein) evidenziano una sostanziale omo- g en eità m etodologica p er cio ehe concerne l ’analisi dello sviluppo eco- nom ico nei capitalism o m onopolistico. Tale om ogeneità tra s p a re dalle loro opere, in d ip en d en tem en te dai rile v a n ti disaccord! sulla in te rp re ta - zione del pensiero di M arx o dai d iffe re n ti sviluppi della loro riflessione teo rica, ed è c h ia ram e n te visibile anche n e ll’opera (tu tta l ’opera) della L u x em b u rg . C ogliere tale elem ento è, dunque, essenziale p er com pren- d e re genesi, s tr u ttu r a e articolazioni in te rn e di un saggio come U accu-

m ulazion e del Capitale.

Se si pone il problem a in q u e sti term in i, il pensiero di G ram sci costituisce u n u tile stru m en to p e r sottoporre a critica — lungo il filo di u n difficile confronto G ram sci — R. L uxem b urg * — q u e st’atteg g ia- m en to teorico che h a radici assai profonde n e i m arxism o del periodo della Seconda Internazionale.

* Su questo aspetto cfr. Basso L., Prefazione a R. Luxemburg, Riforma so­

ciale о Rivoluzione?. Roma 1973, pp. 7—24; e dello stesso autore, Introduzione a R. Luxem burg, Scritti politici, Roma 1970; cfr. soprattutto. pp. 22 e sgg.; cfr anche O. Negt, R. L uxem burg e il rin novam ento del marxismo, in AA. VV., S to -

ria del marxism o, 2, Torino 1979, pp. 330—333.

4 Sulla discontinuité scientifica dal punto di vista d ell’analisi economica tra

Uaccumulazione del Capitale e gli scritti precedenti insiste soprattutto K ow a-

lik T., Rosa Luxemburg: il pensiero economico, Roma 1977, pp. 32— 37. Sulla con­ tin u ité scientifica della riflessione econom ica luxem burghiana richiam a l ’attenzio- ne in v ec e C ampanella M., Economia e Sta to in R. Luxembu rg, Bari 1977, pp. 181 e sgg.

5 R. L u x e m b u r g : UAccu m ulazio n e del Capitale, op. cit., p. 3.

e La difficoltà del confronto tra i due teorici è connessa non solo con la di­ versité d ell’am biente storico, politico e culturale in cui operano, ma anche con la differente form azione in tellettu ale. R. Luxem burg era per form azione ê tem- peram ento una econom ista poco interessata alle letture filosofiche, Gramsci, al contrario, aveva una profonda form azione filosofica ehe sosteneva tutta l ’intelaiatu- ra del suo discorso.

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LA RIFLESSIONE SUI LIMITI OBIETTTVI DEL CAPITALISMO E IL RECUPERO DEL SOTTOCONSUMISMO IN F. ENGELS

L ’incom piutezza d e ll’opera m arx ian a, ta lu n e form ulazioni c o n tra d - d itto rie in essa p resen ti, la sua com plessa vicenda edito riale sono c e rta - m en te a ll’origine di m olti degli e rro ri e dei fra in te n d im e n ti che h ann o c a ra tte riz z ato il d ib attito teorico nel periodo della Seconda In te rn az io - nale.

T u ttav ia, non si p o trebb e cogliere il significato d e ll’evoluzione te o ri- ca del m arxism o a ll’indom ani della m o rte di M arx, se si prescindesse d a ll’opera d e ll’u ltim o Engels, dal modo in cui egli ha risolto dubbi e problem i che p erco rrevan o pro fo n dam ente la riflessione di M arx, della pecu liare sintesi di m oduli in te rp re ta tiv i positivistici e idealistici che han n o c a ra tte riz z ato la le ttu ra engelsiana dello sviluppo economico e sociale del capitalism o 7.

In q u esto senso, V A n tid iih rin g (e, su u n a ltro versan te, La D ialettica

della N atura) 8 costituisce u n rife rim e n to obbligato p e r cogliere le vicen -

de teo rich e del m arxism o nel periodo a cavallo tr a i due se c o li9. In essa, in fa tti, e possibile rin tra c c ia re sia alcun i degli elem enti specifici che ca ra tte riz z era n n o il d ib attito successivo (anche se essi sarano poi in se riti in m odelli in te rp re ta tiv i d iversi e, talora, a d d irittu ra co ntrappo s- ti); sia, e qu esto e significatvo, q u e ll’approccio m etodologico, nei rig u a rd i dei problem i dello sviluppo econom ico che perm eo di s£ l ’in te ra vicenda teo rica del m arxism o secondinternazionalista.

L ’idea di fondo che em erge d a ll’A n tid iih rin g e quella di u n passag- gio necessario e autom atico al so cialism o10. Q uesta necessaria evoluzione

7 II collegam ento tra queste due concezioni filosofiche e dato dalla riflessione engelsiana sulle „leggi generali dell’evoluzione”. Per questo aspetto mi sia con- cesso dd rinviare al mio, S vilu ppo e crisi nel capitalismo monopolistico. Bari 1982, pp. 131 e sgg. cfr. anche quanto Colletti scrive in II m arxism o come sociologia in Ideologia e societa, Laterza, Bari 1972. Cfr. soprattutto il paragrafo n. 3 inti- tolato appunto „Darwin ed H egel”. Per una piu generale disam ina del rapporto tra ideallsm o hegeliano e positivism o cfr. O. Negt, Hegel e Comte. II Mulino, Bologna 1975.

8 Com’e noto, la Dialettica della Natura, scritta da Engels tra il 1873 e il 1883, fu pubblicata postuma nel 1825. Sia V A n tid u h r in g che la Dialettica della

N atu ra sono contenute n el volum e XX V di M arx—Engels, Opere Complete. Edito-

ri Riuniti, Roma 1974.

9 Qualche anno fa (ottobre 1979), cura della Fondazione Lelio e Ldsli Basso— Issoco, si e tenuto a Perugia (1—5 ottobre 1979) un Convegno sul tem a „ V A n t i ­

duhring: ajje rm azione e dejorm azione del m a rx ism o ? ”. Gli Atti sono stati pubbli-

cati recentem ente: A nnali della Fondazione Lelio e L isli Basso—Issoco, vol. V,

L ’Antidiihring ajjerm azione o dejorm azione del marxismo?, Milano 1982.

10 Su tale aspetto cfr. quanto scrive M. Vester, Quando i projessori litigano...

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del capitalism o m onopolistico e dovuta, secondo Engels, al fatto che esso e c a ra tte riz z ato da u n organism o economico che orm ai non e piu in grado di assicu rare lo sviluppo delle forze p ro d u ttiv e e che appare, dunque, inadeguato risp e tto alle insopprim ibili esigenze evolutive della societa. Secondo q u esta ottica, le rivoluzioni tecnico -p rod uttiv e, le inno- vazioni politico-istituzio n ali, le nuove stratificazion i sociali che c arat- terizzano il capitalism o m onopolistico non possono essere in te rp re ta ti come elem enti tesi alia creazione di u n nuovo equilibrio che rilanci lo sviluppo economico, bensi come fenom eni d eg enerativi che accelerano il processo di decom posizione del sistem a n .

Q uesta convinzione engelsiana costituisee la base della sua analisi del rap p o rto tra sviluppo economico e crisi nel capitalism o m onopolisti­ co. Ne deriva u n a sintesi teorica che p er u n verso sem bra rip e rco rrere su tale tem a il senso delle riflessioni m arx ian e (p eraltro non univoche); p er u n altro verso, fa em erg ere u n m arcato catastrofism o, che costituisce u n elem ento ric o rre n te nel d ib attito successivo.

Lo schem a messo a pu n to da Engels p er la in terp retazio n e delle crisi econom iche si fonda su un n e tto rifiu to della ipotesi sottoconsu- m istica e sul recupero, a ttra v e rso il concetto di „anarchia della prod u- zione” , della „teo ria delle spropo rzio n i” . T u ttav ia, la teo ria delle spro- porzioni ha, agli occhi di Engels, u n g rav e lim ite teorico: essa ha co- s titu ito da J. B. Say in poi, la chiave di volta per le in te rp re ta z io n i arm on iche dello sviluppo capitalistico. P e n sa re le crisi come effetto di co ng iunturali p e rtu rb az io n i d ell’equilibrio economico puó a p rire, dunque, u na contraddizione rile v a n te tra u n risu lta to possibile sul piano dell’ a n a ­ lisi economica e la sua concezione della storia tu tta in c e n tra ta sul con­ cetto dei „iim iti o b iettiv i” d ell’econom ia capitalistica e della in e lu tta b i- lita della transizione al socialismo.

Pro p rio p e r questo Engels riconsidera il suo schem a in te rp re ta tiv e con lo scopo di fare em erg ere anche d a ll’in te rn o d e ll’analisi economica l ’ipotesi della in ev itab ile fine del sistem a capitalistico. A ncora una volta la chiave di le ttu r a che m eglio sem bra sostenere q u esta „filosofia” ap p a­ re q uella sottoconsum istica.

N atu ralm en te, Engels ha acquisito la critica m arx ian a alle espres- sioni classiche del sottoconsum ism o e non ne accetta le rozze sem plifica- zioni, che non ritie n e ad eg u ate p er cogliere la logica d e ll’economia c a ­ pitalistica. La sua idea, che in un certo senso riv ela la genialita della sem plicita, e che il sottoensum o possa assum ere un ruolo esplicativo p e r quan to rig u a rd a la insorgenza e le dinam ica delle crisi economiche se in AA. W ., U Antiduhring: affermazione o defcrmazione del m a rx ism o ?, op. cit., p. 82.

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viene inserito a ll’in tern o di u n a ipotesi più complessa, quale è appunto quella della teo ria delle sproporzioni. Egli costruisce, allora, una teoria delle sproporzioni che ap p are come u n a ra ffin a ta v a ria n te della teoria sottoconsum istica classica.

Cosi, come con la form u la „in u ltim a an alisi” nella filosofia della storia engelsiana g iustificava il „prim ato fu n zio nale” d ell’e c o n o m ia 12 rispetto a ll’evoluzione deH’in tero sistem a sociale, con la stessa form ula Engels giustifica il ruolo essenziale del sottoconsum o per cio che concerne la crisi (e non solo quella ciclica) d e ll’economia capitalistica.

La enorme forza espansiva della grande industria — scrive Engels — ...si presenta ora ai nostri occhi come un bisogno di espansione sia qualitativa che quantitativa che si beffa di ogni pressione contraria. Questa pressione contraria è formata dal consumo, dalio smercio, dai mercati per i prodotti délia grande industria... La espansione dei mercati non puó andare di pari passo eon quella della produzione 13.

E in term in i analoghi si esprim e in u n brano inserito come com m en- to ad una riflessione m arx ian a sul tem a delle trasform azioni degli isti- tu ti economici nel capitalism o m onopolistico nel capitolo 27 del III libro del Capitale.

La rapidité sempre crescente con cui la produzione puô essere accresciuta in tutti i campi délia grande industria, ha come contropartita la lentezza sempre crescente con cui si estende il mercato che dovrebbe assorbire quantita crescenti di prodotti. Cio che la produzione fornisce in term ini di mesi il mercato puô as­ sorbire in term ini di a n n i14.

11 „sottoconsum o delle m asse”, il „livello di consumo delle m asse” cro nicam en te „in su fficien te” risp etto aile accresciute capacité p ro d u t- tiv e del capitalism o m onopolistico, costituisce il vero lim ite in superabile („ob iettiv o”) d ell’econom ia capitalistica. Esso è l ’elem ento sq u ilib ran te n e ll’organism o economico del capitalism o; l ’elem ento che genera le „sproporzioni” tra i v a ri setto ri p ro d u ttiv i e, conseguentem ente, le crisi econom iche.

È, d’a ltra p arte, proprio l ’insu fficien te consum o delle m asse che evidenzia l ’incapacità del capitalism o di risolvere in m aniera d u ra tu ra le contraddizioni in te rn e che trav ag lian o la sua s tru ttu ra economica. G en eralm en te, la s e rra ta critica engelsiana alle espressioni classiche del sottoconosum ism o ha occultato le rad ici sottoconsum istiche di questa r ile ttu ra della teo ria delle sproporzioni. Questo h a po rtato (so p rattu tto

12 L’espressione è di Habermas, La crisi della razionalità nel capitalismo m a ­

turo. Bari 1982, 2, p. 21.

13 Engels F., Antidürin g, op. cit., pp. 263—64. La sottolineatura è mia.

14 Commento di Engels inserito nel Cap. 27, ,,La funzione del credito nella produzione capitalistica”, del III libro del Capitale; cfr. K. Marx II Capitale. Edi- tori Riuniti, III, Roma 1970, pp. 123—24.

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p er l’analisi di L en in (ehe m eglio h a utilizzato ta le schem a a p a rtire dal­ la polem ica co n tro i p o p u listi nel corso degli ann i ’90) ad u n a definizione di q u e ste in te rp re ta z io n i delle crisi econom iche n e l capitalism o come „social d isp ro p o rtio n ality th e o ry ” 18, evidenziando nella problem atica del consum o in essa p rese n te u n a sorta di anticipazione del concetto keyn e- siano di „dom anda e ffe ttiv a ” 16.

Tale in te rp re ta z io n e sem b ra e ssere fo nd ata al contem po su una fo r- z a tu ra e su u n a sem plificazione d e ll’analisi di Engels o di Lenin.

La riflessione k ey n esian a è com m isurata sulla dinam ica di breve periodo deU’econom ia c a p italistica e la categoria della „dom anda e ffe t­ tiv a ” a ll’in tern o di q u esto arco tem p o rale ha u na rile v an te funzione esplicativa. D ’a ltra p a rte , se si esam inano i testi m arx ian i ehe analizzano le cicliche contraddizioni fenom eniche tra v alore d ’uso e valore di scam - bio, tra „dom anda p o ten ziale” e „dom anda capace di p ag am en to ” ecc. ecc. si puô d ire ehe uno stru m e n to concettuale assai sim ile a quello keynesiano della „dom anda e ffe ttiv a ” ha avu to in M arx u n ru o lo rile­ v a n te n ella in te rp re ta z io n e ■ d e ll’and am ento ciclico dell’econom ia cap ita­ listica 17.

Se, invece, spostiam o l ’analisi su un arco tem p o rale di lungo perio­ do e vogliam o fo rn ire u n a diagnosi circa il destino del sistem a econo- mico capitalistico, è ch iaro ehe lo s tru m e n to della „dom anda e ffe ttiv a ”, o quello analogo utilizzato da Engels e da L enin, ap p are inadeguato, dovendo p resu p p orsi n e l lungo periodo la capacité del capitalism o di p o ter co n tin u am en te d ila ta re , come ha fatto p er il passato, — seppure t r a oscillazioni, crisi e sq u ilib ri — il consum o sociale secondo il ritm o di espansione dei m ezzi di produzione.

In caso co n trario , si ricad e n ella concezione sottoconsum istica, rid u - cendo il concetto di contradd izio n e sociale a quello di contraddizione econom ica e q u e st’u ltim a alia contraddizione tra produzione e consumo.

IL PROBLEMA DEI „LIMITI OBIETTÏVI” DEL CAPITALISMO IN ROSA LUXEMBURG

Se si scorre l ’opera della L u x em b u rg ci si ren d e conto che il tem a dei „lim iti o b iettiv i” del capitalism o è il perno a tto rn o cui ru o ta tu tta la sua riflessione.

is p er questo aspetto cfr. fo s te r J. B., Marxian Economics and The State in „Science and S ociety”, N ew York 1982, n. 3, p. 259.

16 Per questo aspetto cfr. quanto scrive J. Robinson, Introduzione a L’Accu-

mulazione del Capitale, in. AA. W . , II futuro del Capitalismo, op. cit., pp.

17 L’analisi di Marx è m olto più com plessa. Il ciclo capitalistico non sarebbe com prensibile senza la com prensione del ruolo dell’innovazione, la dinamica del- l’esercito industriale di riserva, ecc. ecc. U tili riflessdoni su questo tem a in P. Mat« tick, M arx e K eynes, Bari 1969, soprattutto le pp. 93—112.

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Q uesta im postazione è c h iaram en te evidenziata dalla stessa L u x em ­ burg quando, in rispo sta a B erstein, ripropone il problem a délia s tre tta connessione p resen te n e ll’opera di M arx tra necessità econom ica e tra n - sizione al socialismo. Si tr a tta di riconoscere il fatto ehe il socialismo — scrive la L u x e m b u rg — „ risu lta soltanto dalle contraddizioni sem pre più acu te deU’econom ia cap italistica e dal riconoscim ento da p a rte délia classe operaia délia necessità assoluta délia sua soppresione in v irtù di u n rivolgim ento sociale” 18.

O la trasform azione socialista continua ad essere la conseguenza delle con­ traddizioni interne dell’ordinamento capitalistico e allora insiem e con questo or- dinamento si sviluppano anche le sue contraddizioni, e un crollo, in questa o in quella forma, ne consegue a un certo m omento inevitabilm ente, ma in questo caso i „mezzi di adattam ento” sono inefficaci e la teoria del crollo è giusta. Oppure i mezzi di adattam ento sono realm ente in grado di im pedire il crollo del sistem a capitalistico, e quindi rendere vitale il capitalism o e di elim inare le sue contraddizioni, ma in questo caso il socialism o cessa di essere una necessità sto- rica, e puô essere tutto cio ehe si vuole, ma non un risultato dello sviluppo m a­ teriale della società 19.

A ll’in te rn o di q u e sta im postazione, secondo la L u xem b urg, l ’ipotesi del „crollo della società borg h ese” è essenziale (è „la p ie tra angolare del socialismo scientifico” “ ) p roprio in q u an to evidenzia il fatto ehe il socialismo è u n a „necessità o b iettiv a ” fon data sul „corso dello sviluppo m a te ria le della società” 81. Di conseguenza, l ’analisi dello sviluppo capi­ talistico deve essere c o n testu alm en te u n a riflessione sui „lim iti ob ietti- v i” d e ll’econom ia capitalistica. La generica teoria del „crollo délia società borghese” ehe, già n ella risp o sta a B ernstein, eve va co stituito un ele- m ento essenziale n e ll’in te rp re ta z io n e délia dinam ica econom ica del ca­ pitalism o, si précisa via via sem pre più e assum e connotati m arcatam en - te economici.

In questo senso, a p p a re d av vero in te ressa n te l ’ultim o capitolo del-

V lntro du zio n e alVeconom ia politico, in cui la L u x em b u rg , rito rn a n d o su

taie im postazione, rile v a che „seguire le leggi in te rn e délia dom inazione del cap itale nei loro e ffe tti u ltim i” “ significa cogliere ch iaram en te sia le „tendenze deU’econom ia c ap italistica” nella fase m onopolistica, sia cio ehe ne „ren d e im possibile” l ’u lte rio re sviluppo **.

18 R. L u x e m b u r g : Riform a sociale o Rivolu zione? in L u x e m b u r g : Scritti politici, op. cit., p. 171.

19 Ibid., p. 150. *® Ibid., p. 189. 11 Ibid., p. 150.

22 R. L u x e m b u r g : Introduzione alVeconomia politica, Milano 1972, 2, pp. 267—275. Il capitolo in questione si intitola „Le tendenze d ell’econom ia capitalis­ tica”.

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E q u esta div en ta la chiave di le ttu ra con cui in te rp re ta re i fenom eni più ap p ariscen ti dello sviluppo economico del capitalism o nella fase m onopolistica:

1) la form azione del m ercato m ondiale e d ell’econom ia m ondiale che subord ina tu tto il m ondo alle leggi dello sviluppo capitalistico ed este n - de en o rm em en te la „dom inazione del c a p itale ” 24;

2) ,,la pauperizzazione crescente di stra ti sem pre più vasti d e ll’u m a- n ità e la crescente insicurezza della loro esistenza” 2S;

3) l ’acuirsi della lo tta im perialistica per la conquista e lo s fru tta - m ento dei pochi te r r ito ri r im a s ti26;

4) l ’andam ento p a rtico la rm e n te convulso dei rivolgim enti economici d e te rm in a ti dagli e ffe tti in d o tti nella sfera della produzione dalla con- correnza in tercap italistica: u lterio re „concentrazione del capitale”, in c re - m ento del progresso tecnico, crescita’ vorticosa della q u a n tité delle m erci prodotte, inev itab ile sfa sa tu ra ,,tra la dom anda effettiv a dei consum atori e la q u a n tité delle m erci p ro d o tte ” 27, ecc.

S u lla base di tali elem enti Rosa L u x em b urg perviene alle seg uenti conclusioni:

■[...] questa evoluzione ingabbia il capitalismo nella sua contraddizione fonda­ m entale; più la produzione capitalistica sostituisce i modi di produzione arretrati, piu si stringono i lim iti del mercato, creato dalla ricerca del profitto, in rapporto al bisogno di espansione delle imprese capitalistiche esistenti. La cosa diventa com pletam ente chiara se ci immaginiamo per un istante che lo sviluppo del capitalism o sia cosi avanzato che sull’intera superficie del globo tutto venga prodotto in m aniera capitalista, cosi unicamente da imprenditori capitalisti privati in grandi imprese com opérai salariati moderni. L’im possibilità del capitalismo ap- parirebbe allora chiaramente 28.

Come si vede, em ergono ch iaram en te i con ten u ti analitici che so- stitu iran n o l ’oggetto de U A ccu m u la zio n e del Capitale: il problem a del consumo, il fenom eno deH’im perialism o, la form azione del m ercato m on­ diale, il ruolo c e n trale dello scam bio tr a am b ien te capitalistico e am - b iente non capitalistico p er il processo di accum ulazione del capitale. Q uesti elem en ti saran no rip resi, am pliati e collegati in una visione più u n ita ria quando saranno in n esta ti sul d ib attito relativo agli „schem i di rip ro d u zio n e” del II lib ro del Capitale.

*4 Ibid., p. 270. 25 Ibid., p. 271. 28 Ibid., p. 273. 27 Ibid., p. 273—274.

(10)

GLI „SCHEMI DI RIPRODUZIONE” E IL DESTINO DEL CAPITALISMO

Gli „schem i di rip ro d u zio n e” del II libro del Capitale sem brarono dare in a sp e tta ta m e n te un fondam ento teorico più consistente a q u a n ti tendevano a in te rp re ta re le crisi econom iche del capitalism o come un fatto dovuto più a sq u ilib ri tem p o ran ei tra i diversi setto ri p ro d u ttiv i, ehe a segni prem o n ito ri del crollo del capitalism o. Essi costitu iro n o l ’elem ento c e n tra le p er u n a rifo rm u larz io n e della ,,teoria delle sp ro p or- zioni” sulla base di alcune catégorie c e n tra li del pensiero m a r x ia n o 29.

II teorico ehe più di tu tti si spinse in q u esta direzione fu T ug an-B a- ranow skij, che utilizzô gli „schem i di rip ro d u zio n e” p er d im ostrare co­ m e com pletam ente in fo n d ata l ’ipotesi della im possibilité economica del capitalism o.

Egli, in fa tti, ric o stru i gli „schem i di ripro d u zio n e” m arx ian i n ella ipotesi di una progressiva dim inuzione dei salari e di un livello co stan te del „consum o im p ro d u ttiv o da p a rte dei c a p ita listi”, con lo scopo di dim o strare che „m algrado la dim inuzione assoluta del consumo sociale, il capitale non tro v a [...] alcu n a difficoltà a realizzare u n a m assa sem pre crescen te di p ro d o tti” 30. Q uesto, secondo T u gan-B aranow skij, è possibile proprio in v irtù delle c a ra tte ris tic h e s tr u ttu r a li del capitalism o, evid en- ziate da M arx: l ’econom ia cap italistica non ha come fine il consum o m a l ’increm ento del p ro fitto e, in q u an to tale, è definibile m arx ian a m en te come „produzione p er la prod uzio n e”. Si tr a tta di u n processo p ro d u tti- vo ehe si propone l’allarg am en to della produzione p e r acquisire liv elli sem pre più a lti di p rofitto , in d ip en d en tem en te dal livello di consum o e dal livello di soddisfazione dei bisogni delle m asse popolari. Ne con- segue che ,,1’allarg am en to della produzione, cioè il consumo dei m ezzi di produzione, su b e n tra al posto del consum o um ano e tu tto procédé tra n q u illa m e n te come se non fosse l ’econom ia al servizio d e ll’uomo, b e n - si l ’uom o al servizio d e ll’econom ia” 31.

L ’ipotesi-lim ite di T ugan -B arano w sk ij è che, se si m an tien e un cor- re tto equilibrio tra i diversi co m p arti deU’econom ia, si puô ipotizzare la scom parsa d e ll’in te ra quota di consum o d e stin a ta alla classe lav o ra - trice, senza ehe questo m e tta in crisi il processo di riprod uzio n e a lla r- gata del capitale:

29 Per un’attenta ricostruzione del dibattito sulla’ „teoria delle sproporzioni’ e sul ruolo che essa ebbe nel m arxism o délia Seconda Internazionale rimandiamo a R. Rosdolsky, Genesi e struttura del Capitale, Bari 1975, v. II. Si vedano in particolare p. 533” sgg.

30 M. J. T u g a n - B a r a n o w s k i j : Il crollo delVordinamento economico capitalistico, in AA. VV., Il futuro del capitalismo: crollo o sviluppo? op. cit.,

p. 320. S1 Ibidem.

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Una volta che tutti i lavoratori, tranne uno, — egli scrive — siano scomparsi e sostituti da macchine, quest’unico lavoratore mettedrà in movimento una massa di m acchine colossale, e per mezzo di questa produrrà nuove m acchine oltre ai m ezzi di consumo per i capitalisti. La classe operaia scomparirà, ma la sua scomparsa non disturberà m inimam ente il processo di valoriztazione del ca p ita leM.

É év idente che ci si tro v a in presenza di u n a sem plificazione esa- sp e ra ta del problem a dello sviluppo economico nel capitalism o, condot- ta a p a rtire dalle m anipolazione degli „schem i di rip ro d u zio n e” di M arx.

É év id en te che sono ta n te le obiezioni possibili a q u esta ipotesi sia sul piano m etodologico, sia sul piano dei co nten uti specifici su cui essa si artico la **.

In questo m om ento, perô, ci in teressa m e tte re in rilievo u n altro elem ento che, in u n certo senso, chiarisce il m otivo p er cui g ra n p a rte d e ll’an alisi di T ugan-B aranow skij fu accettata da teorici come H ilfer- ding, O. B auer, Lenin, ecc.

L ’idea che an im ava l ’opera di T ugan-B aranow skij aveva — corne è stato rilev ato — u n fo rte contenuto a n tic a p ita lis tic o S4 e insisteva sulla in co m p atibilità s tr u ttu r a le tra le fin alità perseg uite dal capitalism o e le fin a lità che devono essere p erseguite dalla società p er g a ra n tire lo sviluppo economico eq uilibrato e il progresso della specie um ana. Cio che T ugan-B aranow skij criticava era, invece, l ’ipotesi che la tra n - sizione al socialismo dovesse essere il risu lta to di „forze economiche cieche, e le m e n ta ri” 85 e, dunque, il presupposto teorico su cui taie ipo­ tesi era fondata; e, cioè, che la crisi del capitalism o fosse in prim o luogo e so p ra ttu tto crisi délia sua economia.

Ma proprio q u e sta im postazione non poteva essere a c ce tta ta dalla L ux em b u rg , la q u ale non si lim ita a critic a re gli „ e rro ri economici" del discorso di T ugan-B aran o w sk ij, m a dilata l ’angolo délia sua polemica in sistendo sul fatto che n e ll’analisi m arx ian a esiste u n binomio inscin- dibile che deve essere ten u to ferm o: „l’im possibilità economica del ca­ p italism o ” e la „necessità del socialism o”.

D ’a ltra p arte, com e aveva rilev ato in R iform a sociale o Rivoluzione?, non è proprio la r o ttu ra di questo binom io che ha consentito la genesi e la diffusione del revisionism o bernsteiniano?

« Ibid., p. 323.

** Per una critica equilibrata alle ipotesi di Tugan-Baranow skij cfr. Kowa­ lik T., Rosa Luxemburg: il pensiero economico, op. cit., specialm ente le pp. 45—54. Interessante e anche l’interpretazione di K alecki M., Sulla dinamica dell’economia

capitalistica, Torino 1975, pp. 174— 184.

M Cfr. M. K a l e c k i : Sulla dinamica dell’economia capitalistica, op. cit.,

p. 177.

95 T u g a n - B a r a n o w s k i j : 11 crollo dell’ordinamento economico capita-listico, in AA. W . II futuro del capitalismo: crollo o svil., op. cit., p. 392.

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Il pro blem a essenziale, secondo la L u x em b urg, è quello di rin tra c c ia re n e ll’econom ia c a p italistica quei „lim iti storici o b iettiv i” senza la cui individuazione il socialism o da „necessità sto rica” rid iv e n ta u n ’utopia. La mesisa in discussione degli schem i di rip ro duzion e allarg ata di M arx è d e te rm in a ta p e r la L u x e m b u rg dal fatto che essi sono fondât su un presupposto irrealistico : quello di u n a „società cap italistica au tosufficien- t e ” in cui cap italisti e lav o ra to ri sono co n siderati ,,gli unici ra p p re sa n - ta n ti del consum o sociale” 36. P ro p rio p erch é sto ricam en te infondati gli schem i si prestan o a tali m anipolazioni ehe è possibile d im o strare ehe la rip ro du zion e a lla rg a ta del cap itale „non h a lim iti” 37 e puô svolgersi „pacifica a ll’in fin ito ” 38. Secondo la L u x em b u rg la re a ltà storica del ca- pitalism o è u n ’a ltra. Se si esam inano „le condizioni sociali concrete d ell’accum ulazione” 39 ci si re n d e rà conto del ruolo essenziale svolto a ll’in te rn o di questo processo dallo „scam bio tra form e di produzione cap italistich e e non c a p italistich e ” 40 e ehe l ’accum ulazione a lla rg a ta del cap itale no n puô svolgersi in u n am biente capitalistico puro.

D ’a ltra p a rte , se sfugge la c e n tra lità dello scam bio tra am biente ca­ pitalistico e am b ien te non capitalistico p e r la rip rodu zione del capitale non si riesce a co m p ren d ere la rilev an za econom ica d ell’im perialism o.

In effetti, i ris u lta ti cui era p e rv e n u ta appaiono alla L u x em b u rg ta n to più convincenti in q u a n to a ttra v e rso di essi sem bra possibile fo r-n ire u r-na chiave di le ttu ra ad eg u ata ta r-n to dei fer-nom er-ni più m acrosco-pici connessi con l ’afferm azione del capitalism o m onopolistico, quan to di u n fenom eno come l ’im perialism o, che c a ra tte riz z a qu ella ehe ella definisce „ l’u ltim a fase d e ll’evoluzione c a p italistica ” 41. La m ia — scrive la L u x e m b u rg n e ll’A n ticritica — „a prim o asp etto puô sem b rare u na elucu brazio ne p u ram e n te teorica. T u ttav ia, l’im p o rtan za p ratica del pro- biem a è c h ia ra p erché si ricollega al fatto più sa lie n te della v ita politica a ttu a le : l’im perialism o ” 42.

E aggiunge:

U niversalm ente note sono ormai le m anifestazioni esterne tipiche del periodo im perialistico: lotta di concorrenza tra stati capitalistici- per le colonie, le sfere di interessi, i campi di investim ento del capitale europeo, sistem a dei prestiti internazionali, m ilitarism o, protezionismo doganale; ruolo dominante del capitale

36 Rosa L u x e m b u r g : L’acc, del cap., op. cit., p. 341. 37 Ibid., p. 104.

38 Ibid., p. 105. 39 Ibidem. 40 Ibid., p. 354. 41 Ibid., p. 171.

42 Rosa L u x e m b u r g : Cid che gli epigoni hanno fatto della teoria marxista.

Una anticritica., in L’acc. del cap., p. 489. II corsivo e mio.

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finainziario e della industria cartellizzata nella politica mondiale. II loro legam e con l ’ultim a fase d ell’evoluzione capitalistica, la loro im portanza per l ’accum ula- zione del capitale, sono ormai cosi evidenti che li riconoscono sia i rappresentanti sia gli avversari delPim perialism o 4S.

In rea lté , cio che alia L u x em b u rg sfuggiva era il fatto che p ro p rio il binom io im possibilité ob iettiv a della econom ia capitalistica — tra n - sizione al socialismo, era a ll’origine tan to del suo catastrofism o, q u a n to (in te rp re ta to in ch iave diversa) del revisionism o, n ella m isu ra in cui si fondano su una m edesim a riduzione econom icistica del prob lem a del m u ta m e n to sociale. A questo punto, eviden tem en te, si in co n tra un o dei probierni c e n trali (e anche uno dei più spinosi) d ell’indagine m a rx ia n a e d e ll’in te ra vicenda teo rica del m arxism o. Il problem a è com plicato dal fa tto che qui non si tr a tta solo di ric o stru ire il discorso m arx ian o in tu tta la sua com plessità, m a anche — come ha rile v a to di rec e n te O. N eg t — di in d iv id u are e riconoscere a ttrav e rso la sua tra m a ,,i program m i incom - p iu ti di M a rx ” 44.

O ra, se si considéra l ’analisi di M arx non si fa fatica a re n d e rsi conto che il suo prog ram m a scientifico era rita g lia to sulla base délia esigenza di cogliere genesi del m utam ento sociale e leggi di evoluzione délia s o c ié té 4S.

Q uesto tra sp a re ch iaram en te, oltre che dal suo program m a sc ie n ti­ fico, dalla sua m etodologia tesa alla costruzione di u na u n ité sin tetica dei „concetti fo n d am en tali della sociologia, della storia econom ica, del- l ’econom ia e (sino ad u n certo punto) délia filosofia” 48.

N a tu ra lm e n te l ’analisi d ell’economia capitalistica ha un ruolo rile - v a n te n e ll’im postazione scientifica di M arx, m a questo ha u na d u p li­ ce giustificazione: u na di c a ra tte re storico e una di c a ra tte re m etodo- logico.

43 Ibid. Sul rapporto presente n ell’analisi luxem burghiana tra indagine sul capitalism o m onopolistico e indagine su ll’imperiialismo; cfr. Sw eezy, Introduzione a R . L u x e m b u r g : Vacc. del cap., op. cit., p. XV, cfr. anche Dobb M., Teoria

economica e socialismo, Roma 1974, p. 345. Di parere opposto è, dnvece, K owalik

ehe sépara la riflessione luxem burghiana sul capitalism o m onopolistico da quella suH’im perialism o, distinguendo — secondo il mio parere in m aniera troppo netta — tra le esigenze teoriche presenti ne L’accumulazione del cap. e quelle presenti n ell ’Anticritica; cfr. K o w a l i k : R. L u x e m b u r g : il pensiero economico, op.

cit., pp. 66—67.

44 O. N e g t : Introduzione a AA. VV., L ’Antidu hring: afjerm azione o de/or-

mazione del marxismo, op. cit., p. 24.

45 Questo aspetto è stato am piam ente trattato da Cerroni U., Teoria della crisi

sociale in Marx, Bari 1871, cfr. soprattutto pp. 174 e sgg.

48 R. L. M e e k , Il m etodo economico di Marx, in Meek, S tudi sulla teoria

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P e r q u an to concerne il prim o aspetto è év iden te che l’indagine del capitalism o ottocentesco, co n fortata dai ris u lta ti cui erano p e rv e n u ti tan to Q uesnay, q u an to l’economia politica classica, pone M arx dinanzi ai seguenti risu lta ti:

a) la re la tiv a autonom ia d e ll’econom ia risp etto alle istituzioni po- litiche, religiose, ecc. ecc. nella fase del capitalism o concorrenziale;

b) la s tre tta connessione tra increm en to della „ricchezza delle n a - zioni” e sviluppo della società;

c) il rap p o rto , em p iricam ente c o n s ta ta b ile 47, tra le trasform azio ne via via più com plesse d e ll’ordinam ento sociale e q uelle del sistem a eco- nomico.

Se a cio si aggiunge l ’originale approccio m etodologico m arxiano, la fondazione m ate ria listica d ell’indagine sociale di cui egli e ra parzialm en te d eb ito re a Ludovico Feuerbach, la sua idea che il processo lavorativo non è solo u n m om ento a tto alla creazione di m erci, m a dé­ te rm in a anche ideologie, com portam enti, regole di civile convivenza, ecc. ecc., insom m a tu tto ciô che puô essere estensiv am ente com preso sotto la dizione di „ ra p p o rti sociali”, si com prende l ’opera m arx ian a e le ipotesi di fondo che la percorrono. Si tra tta v a di ric o stru ire l ’in e- lim inabile intreccio che in te rc o rre tra m u tam en to economico e m u ta - m ento sociale e, al contem po, di m e tte re a fuoco ritm o , direzione, m o r­ fologia del m u tam en to sociale.

C erto, M arx se da un lato ha fornito tu tta u n a serie di indicazioni circa la necessaria connessione tra dinam ica econom ica e dinam ica evo- lu tiv a délia società; d a ll’altro non h a ric o stru ito i m eccanism i causali che potessero re n d e re questa connessione com piutam en te definita. D ’a l- tro canto, l’idea di M arx, v a riam en te espressa, era che non fosse possi- bile ric o stru ire c o rre tta m e n te questo rap p o rto senza u n a p relim in are com prensione del m u tam en to economico. Questo, ap p are tan to più n e - cessario in q u an to se non si com prendono genesi e senso del m u ta m e n to economico no n solo non si p o tran n o fo rm u la re ipotesi soddisfacenti circa la evoluzione délia società, m a si s m a rrira n n o persino gli elem enti di p e- c u lia rità del sistem a sociale capitalitico, i tr a tti d istin tiv i che lo d iffe - renziano dagli a ltri sistem i sociali.

In ogni caso, non bisogna dim en ticare la p eculiare consistenza a n a - litica delle catégorie econom iche di M arx, il fatto che — come h a rile

-47 Anche Sm ith sviluppa a tal proposito un’attenta riflessione, basti pensare a ll’ analisi della divisione del lavoro e sugli effetti da essa prodotti non solo sul sistem a economiico ma anche su quello sociale. Cfr. A. S m i t h : Indagine sulla

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vato S ch u m p eter — esse presuppongono n ecessariam ente u n a doppia chiave di le ttu ra , u n a di tipo economico e l ’a ltra di tipo sociologico 48.

O ra, se noi consideriam o gli „schem i di rip ro d u zio n e” sulla base di q u esto profilo analitico e a ll’in te rn o del vasto orizzonte problem atico coperto d a ll’indagine m arx ian a , è ev idente che essi assum ono u n signi- ficato diverso risp e tto a quello ehe è stato in prevalenza a ttrib u ito loro nel periodo della Seconda Internazionale.

Essi ce rtam e n te no n sono né u n ’analisi d e tta g lia ta d e ll’econom ia ca- p ita listic a (contenuta, e — tra l ’a ltro — in m aniera incom pleta, in tu tto il C apitale), né u n ’indagine concreta della dinam ica evo lu tiv a della société capitalistica. N on possono, dunque, essere considerati come la dim ostrazione di u n a ten den za s tr u ttu r a le d e ll’econom ia capitalistica v erso u n a posizione di equilibrio. Sem m ai, come è stato g iu sta m e n te ri- levato, essi spiegano „come m ai questo modo di produzione puô sussis- te re m algrado l ’in te rru z io n e costante d ell’equilibrio e quella periodica della riproduzione a lla rg a ta ” 49.

In fondo, se si g u a rd a bene, i lim iti del d ib attito su qu esto tem a n el periodo della Seconda In tern azio n ale sono dovuti al presupposto di d e riv a re da essi, senza le dovute m ediazioni, elem en ti di an alisi della dinam ica concreta delFeconom ia capitalistica e a d d irittu ra d ell’evoluzio- ne sociale del capitalism o 50.

N a tu ra lm e n te gli „schem i di rip ro d u zio n e” non sono un m odello vuoto, essi contengono significativi elem en ti di analisi economica e, so p rat- tu tto , ripropongono u n approccio m etodologico di g ran d e in teresse ai prob lem i dello sviluppo economico e a quelli del m u tam en to sociale.

P e r cio ehe concerne il prim o aspetto non c’è dubbio ehe essi evi- denziano:

a) u n a critica d efin itiv a d e ll’im postazione so tto c o n su m istica 51 ; b) la constatazione ehe, dati certi ra p p o rti q u a n tita tiv i tra i diver- si se tto ri pro d u ttiv i, l ’accum ulazione del cap itale puô procedere su scala a lla rg a ta senza av ere problem i irrisolv ibili sul v e rsa n te del c o n su m o 5î; c) il fatto ehe date le storiche p e c u liarità del capitalism o (ruolo del m ercato , atom ism o decisionistico, ritm o del progresso tecnico, dinam ica

48 Per questo aspetto cfr. quanto Schum peter scrive in Capitalismo socialismo,

dem ocrazia, Milano 1977, pp. 5 e sgg.

41 E. M a n d e l : La formazione del pensiero economico di Marx. Bari 1971, p. 104, r.ota n. 44.

E0 Cfr. R. R o s d o l s k y : Genesi e struttura del ’Capitale’ di Marx, v. 2, Bari 1975, v. 2, pp. 522— 23; cfr. anche E. M a n d e l ; T rattato m arxista di eco-

nomia politica. Roma 1974, pp. 536 e sgg.

51 M. D o b b ; Economia politica e capitalismo. Torino 1972, p. 106; vedere anche E. M a n d e l ; Trattato m a rxista di ec. pol., op. cit., p. 536 e sgg.

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dei co n trasti tr a le classi, ecc. ecc.) tale ris u lta to viene rag giu n to a ttr a - verso oscillazioni, crisi economiche, v e ri e p ro p ri sconvolgim enti eco- n om ico-sociali53;

d) u n a in te rp re ta z io n e delle crisi econom iche non in chiave ca ta stro - fica, come „m om ento m o ri” del capitale, m a p iu tto sto come inev itabile m eccanism o reg o lato re degli squ ilib ri che caratterizzan o s tru ttu ra lm e n - te l’andam ento della economia capitalistica.

In conclusione, se gli „schem i di rip ro d u zio n e” non sono in grado di dirci n u lla né p e r q uan to rig u a rd a le tra m e concrete di sviluppo della econom ia c a p italistica (e delle sue crisi), né p e r quan to rig u a rd a l ’evo- luzione della società capitalistica, tu tta v ia , contengono, e siamo al secon- do aspetto del problem a, due preziose indicazioni sul piano m etodolo- gico che sono state colte da T ugan-B aranow skij (anche se svilu pp ate in senso im proprio e a ll’in tern o di un orizzonte problem atico eccessiva- m en te angusto): in prim o luogo, la necessità di ev ita re u n a eccessiva sem plificazione d e ll’analisi economica. In q uesto senso b asta rim a n d are a q uel fam oso bran o del M anifesto in cui M arx evidenzia il fatto che p e r l ’economia capitalistica la ricerca d ell’equilibrio passa in ev itab il- m ente a ttra v e rso il continuo rivoluzionam ento dei m etodi e dei ra p p o rti p r o d u ttiv i54; in secondo luogo, la necessità di non ric o n d u rre (e rid u rre ) m eccanicam ente l ’analisi del n u tam e n to sociale a quello del m u tam en to econojnico. Sotto questo rig u ard o è p roprio M arx che fornisce n a Le

lotte di classe in F rancia, uno splendido esem pio della enorm e dilatazio-

ne pro blem atica indispensabile p er in d iv id u are anche le radici e x tra - econom iche dei fenom eni essenziali che cara tte riz z an o i g ran di som m ovi- m enti sociali 5\

In q u esta sede non è possibile am p liare u lte rio rm e n te questo discor- so, m a è ev id e n ten te che il m arxism o della Seconda In ternazio n ale riceve da M arx, s o p ra ttu tto a ttra v e rso il filtro di F. Engels, due diverse esigenze conoscitive.

L a p rim a era re la tiv a alla necessità di in d ag are le m odificazioni in- do tte dalle trasfo rm azio n i econom iche a ll’in te rn o del sistem a cap italisti- co. Q uesto com pito tu tto som m ato è svolto in m an iera assai dignitosa dai teo rici del m arx ism o della Seconda In tern azio n ale. U tilizzando l ’ap- p a ra to categ oriale m arx-engelsiano, essi sono riu sciti a in tra v ed e re, p ri­ m a e m eglio degli altri, elem en ti essenziali delle m odificazioni in corso 53 Su tale aspetto mi sia concesso di rimandare al mio S vilu ppo e crisi nel

capitalismo monopolistico, Bari 1987, pp. 50—1.

54 M a r x - E n g e l s : Manifesto del partito com u nista , in Opere scelte, a cura di L. Gruppi, Roma 1969, p. 295.

55 Molti si sono sofferm ati sul ruolo ricoperto da quest’opera alFinterno della riflessione m arxiana. Cfr., ad es., quanto scrive C olletti L., II m arxism o come

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a ll’in te rn o della s tr u ttu r a economica del capitalism o m onopolistico. Se si raccolgono, in m an iera ragionata, le pagine m igliori delle opere di K a u tsh y , di R. L u xem b urg , di H ilferding, di O. B auer, di L enin ecc. si p o trà ric o stru ire , in m an ie ra su fficientenen te convincente u n q u a d ro dei più im p o rta n ti fenom eni economici (la loro genesi ed evoluzione) v e rifi- c atisi tra il 1890 e il 1914.

N on solo, già M arx ed Engels avevano d im ostrato con la loro opera la possibilité di u n collegam ento assai convincente tra ricerca em pirica e ind ag in e teorica, funzionalizzando la giovane scienza statistica alle esigenze della loro a n a lis i56. I teorici della Seconda Intern azion ale h an - no d im o strato di sap er svilu p p are tale im postazione per cui le loro ope­ re appaiono come sintesi riu sc ite e, talv olta, b rilla n ti di riflessione te o ri­ ca em pirica, teo ria econom ica p u ra e indagine statistica 67.

Di conseguenza, l ’analisi economica p ro dotta dai teorici m a rx isti nel perîodo della Seconda In tern azio n ale, p u r con gli in ev itab ile lim iti do- v u ti al livello della conoscenza dell’epoca e a talu n e erro n ee im p osta- zioni m etodologiche, si m o stra pienam ente valida. J. Robinson h a rile - vato, a proposito di R. L uxem burg, ehe L ’A ccum ulazione del C apitale „con tu tte le sue confusioni ed esagerazioni, [...] m ostra una prescienza m aggiore di q u an to possa p reten d ere qualsiasi contem po raneo -orto do s- so” 58. P ro b ab ilm en te, cio ehe vale p e r la L ux em bu rg, vale p e r g ran p a rte dei m aggiori teo rici della Seconda Internazionale. In questo senso, è c e rta m e n te vero q u a n to h a rilev ato H. J. S teinberg, quando ha sc ritto ehe a u to ri come Bebel, K au tsky , B ernstein, ecc. seppero in d iv id u are „m eglio di tu tte le a ltre teo rie riv a li” 58 i fenom eni essenziali della nuo- va m orfologia del capitalism o.

Il lim ite della loro analisi, dunque, non è da ricercare negli asp etti econom ici della loro riflessione (ehe, nel complesso, reggono bene anche risp e tto aile odierne verifiche), ma — p iu tto sto — n ella p rete sa di in­ d iv id u are esclu siv am en te (o quasi esclusivam ente) in tale orizzonte an a- litico gli elem en ti essenziali di una teo ria di tran sizione al socialism o o, p iù in g enerale, di u n a teo ria del m u tam ento sociale. In qu esto senso, non solo accettavan o a criticam en te i canoni tip ici della filosofia della

58 F. J o n a s , Storia della sociologia. I, Bari 1975, v. 2, p. 297.

57 Per rendersi conto di quanto questo atteggiam ento teorico penetrö nella cultura m arxista basti pensare a opere come Lo sviluppo del capitalismo

in Russia (Opere Complete, III) o L ’im perialismo (Opere Complete, XXII) di Le­

nin oppure a opere come La questione agraria (Milano 1959) di K autsky o II capi­

tale Finanziario (Milano 1971) di Hilferding.

68 J. R o b i n s o n , Introduzione a ll’ed. in glese de L ’accumulazione del cap. di R. Luxem burg, in AA. W . , II futuro del capitalismo, op. cit., p. 683.

89 H. S. S t e i n b e r g : II partito e la formazione d ell’ortodossia, in AA. W .,

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storia rim essi in circolazione a ll’in te rn o del m arxism o da F. Engels in opere com e L ’origine délia jam iglia, délia propriété e dello S t a to 60 e V A n tid u h rin g , m a ne derivav ano — g e n e ra lm e n te secondo

la m oda p o sitivistica del tem po — u n a u lte rio re sem plificazione 61. P ercio viene a c ce tta ta e co n tin u am en te rip ro p o sta (con il su pporto di concezio- ni teoriche diverse ed e ste rn e alla trad izione m a r x is ta 62 l ’idea che la genesi del m u tam en to sociale an d ava cercata n ella dinam ica della s tr u t- tu ra econom ica o, m eglio ancora, n ella sua incapacité, n ella fase del capitalism o m onopolistico, di assicu rare ritm i di sviluppo ad eg u ati alla crescita delle forze p ro d u ttiv e e alle esigenze di consum o delle m asse popolari.

Econom icism o e determ inism o divengono i due asp etti di u n m ede- simo approccio m etodologico che è condiviso dai m aggiori teorici della Seconda In te rn az io n ale da K a u tsk y a H ilferding, da L enin a R. L u x ­ em burg, da O. B au er a B ern stein, i qu ali tendono a v e rific a re la possi­ bilité di sviluppo in d efinito della société capitalistica o di tran sizio ne al socialismo su lla base di u n a le ttu ra ottim istica o pessim istica, arm o - nica o catastro fica della dinam ica d e ll’econom ia capitalistica.

In questo senso, Rosa L u x em b u rg si pone come u n tassello di u n mosaico ideale e c u ltu ra le ehe p a re in te ra m e n te c a ra tte riz z ato da diverse to n alité di u n m edesim o colore. L ’econom icism o ap p are come il d ifetto di nascita del m arxism o della Seconda Intern azio n ale: figlio, tu tto som m ato, non illeggittim o, m a neanch e unico, di M arx.

GRAMSCI: LA CRITICA ALL ECONOMICISMO E LA PREVISIONE SCIENTIFIC A

Se si g u a rd a bene, l ’afferm azione k a u tsk ia n a secondo cui la riv o lu - zione non è qualcosa ehe si fa, m a qualcosa ehe a v v ie n e 8S, puô essere considerata come il tr a tto d istin tiv o di tu tto il m arxism o seco n d in

ter-60 Circa le conseguenze teoriche prodotte dalla interpretazione engelsiana del pensiero di Marx cfr. quanto Cerroni scrive in Materialism o Storico e scienza, Lecce 1976, pp. 27 e sgg.

81 Corne ha giustam ente rilevato a tal proposito H. J. Steinberg, „L’interpreta- zione evoluzioniistica delle afferm azioni m arxiane porto a pensare ehe il deter­ minismo econom ico fosse l ’elem ento veram ente im portante della dottrina m arxia- na, con il risultato di spezzare la sintesi di rapporta econom ici e di attivism o politico-rivoluzionario”, Steinberg, II partito e la form, d ell’ortodossia in AA. W .,

Storia del marx., II, op. cit., p. 490.

** Per una am pia riflessione su questi terni cfr. H. J. S t e i n b e r g : Il so­

cialismo teorico da Bebel a K a u tsk y , Roma 1979 e Hobsbawm E. J., La cultura europea tra Otto e Novecento, Torino 1979.

M Su taie aspetto cfr. Mark W aldenberg, La strategia politico della social-

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nazionalista; il segno di u na tem perie cu ltu rale — rinfocolata d a ll’evo- luzionism o positivista — co n trad d istin a d all’idea di una evoluzione „ n a ­ tu r a le ”, oggettiva d ell’organism o sociale.

Con G ra m s c i64 ci tro viam o in presenza di un itin era rio teorico no- tev o lm en te diverso. N ella sua riflessione vengono via via a cadere tu tta u n a serie di tem i c e n trali ehe avevano sostenuto quella im postazione a ll’in te rn o del m arxism o della Seconda Internazionale. Espressioni co­ m e „lim iti o b iettiv i”, „ten d en za n a tu ra le ”, „necessitä” , „crollo econo- m ico”, ecc. ecc. о vengono lasciate da p a rte о vengono rid e fin ite in chiave non d eterm in istica, dando l ’avvio ad u n ’analisi della crisi del capitalism o e della tran sizio n e al socialismo con connotati nuovi e, p er m olti asp etti, in editi risp e tto alia precedente tradizione rnarxista.

Q uesto evidenzia u n a d istanza notevole tra il m arxism o di G ram sci e quello della Seconda In ternazionale. Tale distanza balza subito agli occhi non solo se si ra ffro n ta l’approccio m etodologico di G ram sci con quello di K autsky, m a anche nel caso lo si ra ffro n ti con quello della L u x e m b u rg (anche se in R. L u xem burg il discorso metodologico e ap - pena abbozzato e, tu tto som m ato, abbastanza e le m e n ta re )65.

In fa tti, l ’opera di G ram sci e c a ratterizzata da u n a g ran d e dilatazione del discorso m etodologico, teso alia ricostruzio ne deH’o rigin alita del m etodo di indagine m a rx ia n a e alia ridefinizione (e riattu alizzazio ne) del suo ap p arato categoriale. Pro p rio p er questo G ram sci sviluppa la sua analisi del capitalism o m onopolistico lungo il filo di u n duplice con- fro nto : il prim o, n e ll’am bito del m arxism o, p er v erificare quanto i te o ri- ci m arx isti avessero sviluppato delle indicazioni scientifiche di M arx; il secondo, a ll’estern o del m arxism o, con pensato ri come Croce, Sorel, Bergson, Spengler, ecc. ecc. le cui concezioni non potevano essere com - p rese (alm eno in p arte) senza l ’opera di M arx, essenziale tr a it- d ’union tra la c u ltu ra d ell’O ttocento e qu ella del N ovecento ee.

II presupposto teorico di questo complesso disegno, tracciato nei

Q u ad ern i, va ric e rc a to n ella convinzione g ram sciana ehe la tra sfo r-

m azione socialista di u n a societä capitalistica av anzata non e possibile senza la com prensione da p a rte del m ovim ento operaio (e la rid efin

i-64 Per una ricca e articolata riflessione sul pensiero gram sciano rimandiamo agli atti del convengno tenuto a Firenze nel 1977, A A. W . , Politdca e storia in Gramsci, Roma 1977; si vedano soprattutto i saggi di Vacca, De Giovanni, Bada- loni.

05 La cosa e probabilm ente dovuta al fatto ehe la preparazione filosofica della Luxem burg non era molto approfonditä. Su tale aspetto cfr. Amodio L., Intro-

duzione a Luxemburg, Scritti Scelti, Torino 1975, p. XIII.

86 Su tale aspetto cfr. quanto scrive Badaloni, Gramsci e la filosofia della

prassi come previsione, in AA. VV., Storia del marxismo. I l l Torino 1981, pp. 251—

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zionę e n tro u n a diversa cornice concettuale, en tro il q uad ro di u n a d i- versa ratio sociale) degli elem enti ideologico-culturali che costituiscono la tra m a d ell’egem onia della borghesia. E n tro q u e s t’ottica si com prende bene che la dilatazione del discorso m etodologico presen te n e ll’opera gram scian a è d ire tta m e n te funzionale alla dilatazione d ell’orizzonte en tro cui si svolge la lo tta tra le classi nella società capitalistica ,avan- zata, alla com plessità delle p ro ced u re e dei co n ten u ti che ne c a ra tte riz - zano l’evoluzione.

Se si considéra l ’approccio m etodologico lu x em b u rg h ian o si h a la percezione im m ediata di u n a notevole d iv ersité sia n e ll’im postazione teorica generale, sia n ella concezione délia lo tta di classe in u na socie­ tà capitalistica avanzata. In R. L u x em b u rg , in fa tti, la teo ria del crollo alim en ta tan to u n ’in te rp re ta z io n e rid u ttiv a délia lo tta di classe (il m o- vim ento operaio deve solo p ren d e re a tto delle contraddizioni irriso lv i- bili da cui è a fflitta l ’econom ia capitalistica); q u a n to u n a in te rp re ta z io - ne rid u ttiv a delF im presà scientifica di M arx e délia m etodologia da lui a d o tta ta . Non casualm ente, rifle tte n d o sul m otivo p er cui il III libro del

Capitale non aveva avu to la diffusione sp e ra ta a ll’in te rn o del m ovi-

m ento operaio, ella sotto linea rip e tu ta m e n te la presenza di u na so rta di su rp lu s analitico e scientifico n e ll’opera di M arx risp etto aile esigen- ze délia lo tta di classe:

La creazione di Marx __ scrive la Luxem burg — che in sé, in quanto presta-zione scientifica è un tutto gigantesco, oltrepassa già le esigenze dirette della lotta di classe. Tanto nelPanalisi circostanziata e separata d ell’economia capitalistica, come nel metodo di ricerca storico con il suo incom m ensurabile campo di appli- cazione Marx ha offerto di più di quanto sia im m ediatam ente nccessario per la lotta di classe pratica 67

In questo senso il I libro del C apitale è, secondo il p a re re della L u x ­ em burg, sufficien te p er le esigenze p ra tic h e del m ovim ento operaio, in q u an to da un lato m e tte a fuoco i m eccanism i oggettivi dello s fru tta - m en to capitalistico; d a ll’a ltro d im o stra l ’in ev ita b ilità del socialismo „co­ m e im m ancabile risu lta to finale della produzione del plusvalore e della progressiva concentrazione di c a p ita li” 6S. Come si vede, questo iato tra teo ria e prassi recide dal tro n co d e ll’evoluzione teo rica del m arx ism o e da quello dei cosiddetti in te ressi „im m ed iati” del p ro le taria to tu tta u n a serie di ram i il cui sviluppo M arx rite n e v a essenziale p er la cre- scita del m ovim ento operaio, ered e della filosofia classica tedesca. L ’ana- lisi delle classi sociali, dello S tato , delle articolazioni polico-ideologiche del dom inio della borghesia, ecc. ecc. passano in secondo piano nel

67 R. L u x e m b u r g : Ristagno e progresso nel m arxism o, in Luxemburg,

S critti Scelti, op. cit., p. 229. Corsivo mio. 68 Ibid., p. 227.

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quad ro delle esigenze della lo tta p ratica della classe operaia. T u tti „questi probierni — sottolinea ancora la L u xem b urg — p er im p o rta n ti che siano dal pun to di v ista teorico sono perô su fficentem ente in diffe- re n ti dal p u n to di v ista della lo tta di classe p ra tic a ” 69.

Se si v a lu ta q u esta im postazione (e si coglie il fatto che essa è p ro - fo nd am en te leg ata alla concezione teorica p rev a len te nel periodo della Seconda Intern azion ale), ci si rend e conto che tu tta l’analisi g ram sciana puô essere considerata come u n a vigorosa reazione contro di essa, che, com prim endo l ’o riginale spessore teorico d e ll’indagine m arx ian a , com ­ p ro m ette irrim e d ia b ilm en te la „espansività c u ltu ra le ” del m arxism o; cioè, sia le sue possibilità gnoseologiche che q uelle pratich e. Secondo G ram sci, l ’insistenza m arx ian a sul nesso causale che in te rco rre tr a m u- tam en to economico e m u tam en to sociale non deve p o rta re alia id en ti- ficazione del m aterialism o storico con la sua versione „v o lg are”, 1’ ’’economismo storico”.

M arx, in fatti, delineando la fondazione m aterialistica delle scienze sociali, non ha inteso c o stru ire una filosofia della storia, nè tan to m eno u na filosofia della storia contrapposta a quella idealistica m a fo ndata su un m edesim o principio di sem plificazione del concetto di causalité p er cio che concerne il d iv enire sociale. Se si coglie la com plessità del- l ’elaborazionë m arx ian a non si puô, dunque, c a ra tte riz z are il m a te ria ­ lismo storico come univoca ed elem entare ricerca dei fatto ri economici a ll’in te rn o d ell’evoluzione sociale, ma si deve piu ttosto sottolineare la sua intenzione di co m p ren d ere la genesi del m u tam en to sociale e la sin- tesi dei diversi fa tto ri che concorrono a d e te rm in a rn e le caratteristich e.

Si puô dire — scrive Gramsci — che il fattore econom ico (inteso nel senso immediato e giudaico d ell’economismo storico) non è che uno dei tanti modi in. cui si présenta il più profondo processo storico (fattore di razza, di religione ecc.) ma questo profondo processo che la filosofia délia prassi vuole spiegare e ap- punto perciô è una filosofia, una „antropologia”, e non una sem plice canone di ricerca storica 70.

Anzi alla dom anda „se” i fa tti storici sono d e rm in ati dal m alessere o benessere econom ico”, cioè dai fatto ri economici p ro p riam en te detti, G ram sci risponde in m a n ie ra negativa, rim arcan d o il fatto che ris- poste significative in tale direzione vanno ric e rc a te p iutto sto su u n pia­ no ,,di ordine politico e in te lle ttu a le ” 71. Il che, n a tu ra lm e n te , non puô p o rta re alla conclusione opposta ten dente a d im o strare l ’irrilevanza dei fa tto ri economici; bensi a ll’idea che il loro dispiegarsi, la loro dinam ica

69 Ibidem.

70 A. G r a m s c i ; Quaderni del carcere, a cura di V. Gerratana (da era in poi Quad.), p. 1917. Corsivo mio.

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in tern a, la loro incidenza su ll’in tero sistem a sociale non possono essere ad eg u atam en te coite se non a ll’in te rn o di u n qu adro di rife rim e n ti più ampio, che d ilati l ’indagine scientifica in direzione della funzione dello Stato, del ruolo dei p a rtiti politici e delle ideologie, della coesione cul- tu ra le delle classi sociali e cosi via.

Il m aterialism o storico, cioè, deve sapere in ca rd in a re la sua analisi non solo sui connotati storico -m ateriali della società capitalistica, m a anche sulla dinam ica delle classi sociali che sono i soggetti del m u ta - m ento sociale e non u n m eccanico p rodotto di esso. D ’altro nd e, se l ’ana- lisi scientifica, alia ricerca dei „ fa tto ri oggettivi”, esclude dal proprio orizzonte il ruolo svolto dalle classi sociali a ll’in te rn o d ell’evoluzione della società, si co n danna ad u n duplice fallim ento: uno, di ordine scientifico; l’altro, di ord in e pratico. L ’illusione della ,,previsione ogget- tiv a ” circa l ’evoluzione della società, ch e è com m une al positivism o e alle in te rp re ta z io n i econom icistiche del pensiero di M arx, sottovalutando il ruolo della so ggettività nel processo di trasfo rm azio ne della società, conduce a ll’ap rio ristica esclusione di u n elem ento essenziale p er com - p ren d e re la dinam ica del sistem a sociale.

V iene cosi ign o rato il fatto che:

a) la dinam ica sociale è il risu lta to di u n ’applicazione della volontà u m an a alla „società delle cose” (societas r e r u m ) 72,

b) „p rescin d ere da ogni elem ento v o lo n tario ” n e ll’analisi sociale si- gnifica in r e a ltà ” calcolare solo l ’in te rv e n to della a ltru i volontà come elem ento oggettivo del giuoco g e n e ra le ” 7S,

c) il „pro g ram m a”, il „prog etto politico” (vale a dire, l’in terv en to della volontà co llettiv a o rganizzata in vista del perseg uim ento di u n fine) sono d ati c e n trali p e r l ’analisi sociale e p er la previsione d ell’evo- luzione di u n a d e te rm in a ta società: „chi fa la previsione in re a ltà ha u n „p ro g ram m a” da fa r trio n fa re e la previsione è ap p u n to un elem ento di tale trio n fo ” 74.

A nalisi sociale e progetto politico, secondo G ram sci, sono im possibili se non si considéra il ruolo d é te rm in a n te di quei p ecu liari „oggetti so­ ciali” che sono gli uom ini e, so p ra ttu tto , le classi sociali nella m an i- festazione della loro soggettività; anche se, n a tu ra lm e n te , non è scon- tato che una classe si cara tte riz z i consapevolm ente come soggetto sociale nel corso di u n processo storico. Ma p erch é l ’analisi possa in clud ere al suo in te rn o questo fo n d am en tale intreccio di consapevolezza (o

inconsa-72 Ibid., p. 1811.

73 Ibid., Sul concetto di previsione in Gramsci cfr. oltre al citato saggio di Badaloni, Gramsci e la filosofia della prassi come previsione, cfr. anche quanto scrive Paggi^L., Gramsci e il moderno principe, I, Roma 1970, pp. 13 e sgg.

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