ZESZYT SPECJALNY
DOI: http://dx.doi.org/10.18290/rh.2068s-2
LIA FAVA GUZZETTA
1LA POESIA DI KAROL WOJTYŁA:
UN ITINERARIO ASCETICO
*2Nella raccolta delle poesie giovanili di Karol Wojtyła curata da Marta Burghardt esiste un gruppo di 17 sonetti, contenuti in una lettera del 14 no vembre 1939 indi
rizzata dal giovane poeta all’amico professore Mieczy slaw, accompagnate peraltro da un commento dello stesso Wojtyła. L’interesse di tali testi, ormai a disposizione dei lettori, consiste nel fatto che si pre sentano a tutt’oggi, come vere primizie in nostro possesso. Il secondo sonetto in forma di lettera è particolarmente significativo in quanto contiene l’affettuosa richie sta all’amico di non disperdere queste poesie iniziali ma piuttosto di custodirle almeno nella memoria: «Rammenta il mio primo fascio di versi» (PG 41).
Nel commento che accompagna l’invio, interrogandosi sull’origine del suo po
etare, egli aggiunge: «Eseguiti nel dolore e nello sgomento […] Soltanto brandelli, pezzetti, primissimi inizi della sintesi, i più pallidi riflessi dell’al beggiare. Comunque l’albeggiare» (33). Dunque: l’albeggiare. Ma l’albeggia re di cosa? L’albeggiare della poesia? Della ricerca di senso? Del desiderio di dialogo? Dell’attesa di risposte e di segni? Del significato della vita? Della fede?
A ben leggere ci si accorge che tutte queste cose sono presenti nei «primissimi brandelli» dell’animo inquieto del giovane Wojtyła sulla soglia dei vent’anni, quando, appena uscito dal liceo, egli sta per aprirsi alla nuova scelta della vita universitaria.
Prof. Lia Fava Guzzetta – Università LUMSA (Roma); e-mail: liafava2@gmail.com
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