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View of A priest in Ignatius of Antioch's letters

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V O X PA TR U M 21 (2001) t. 40-41

Piotr ADAMCZEWSKI O.S.P.P.E. (Roma, Angeiicum)

IL PKKSBITEKO NELLE LETTERE

DI IGNAZIO DI ANTIOCHIA

Sono sette le Lettere, accertate dalia critica come autentiche, che scrive Ignazio di Antiochia durante ii suo viaggio a Roma: Ag/: A: A/agnM/, A; rra//i'an:, A: Roman/, A: F:7ade//:M:, Ag/: .Sm/rneM e A Po/:carpo. Da Smirne scrisse alla comunita di Efeso eon ii vescovo Onesimo, di Magnesia eon Dama e di Tralli eon Polibio, che gli avevano m andato apposite rappresentanze. Scrisse anche alla comunita di Roma, pregandola di non intercedere per la grazia. Da Troade scrisse ai fratelli di Filadelfia e di Smirne. Le lettere ci sono tram andate da due manoscritti: Afcc/icetM deII'XI secolo e Co/herf/no^ del X secolo.

Le Lettere di Ignazio toccano il culmine della concezione cristologica espressa dai Padri Apostolici. Sono la voce viva di una esperienza religiosa meditata e sofferta. Ogni lettera incomincia eon il saluto di Ignazio Teoforo. Non hanno uno specifico scopo dottrinale. Esse sono occasionali e il loro contenuto e determinato dai bisogni delle Chiese alle quali sono indirizzate. Esse anche hanno un calore spirituale, perche comunicano in una prosa spon- tanea e sempłice gli stati d'animo del santo martire. Inoltre presentano I'unita ecclesiale come un organismo vivo intorno al vescovo neM'armonia dei presbi- teri, dei diaconi eon tutti i fedeli. Ignazio e il dottore dell'unita. Giornale di viaggio da una parte e diario spirituale dalPaltra e il genere letterario di Ignazio. Gli bastano solo pochi riferimenti, per lo piu dal Nuovo Testamento, perche il discorso che egli fa sia ricco di sensi biblici nei significato piu reale della parola.

Ignazio nelle sue lettere per identificare i presbiteri usa le seguenti parole greche: o Jtpeopńiepoę, tó Jtpeo)3uTEQtov e ló ouvEÓpLov. La parola greca ó JtpeopńiEpoę e comparativo di ó irgEo^uę he significa: „colui che e prima, che e anteriore negli anni, vecchio, ca n u to "\ II comparativo significa anche: „piu onorato, piu venerato, piu sacro; i seniori della Chiesa cristiana"^. La parola tó JiQEoPuTEQLOv significa: „adunanza o consigho dei seniori"^. L'ultima, *ró

Cf. F. Schenk] - F. Brunetti, D izloaano graco - Tatiano - graco, Genova 1990, 736. Cf. t&Mla/n.

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ouveóptov significa: „il )uogo delFadunanza, la sala dell'adunanza, sala del

consiglio, un collegio di publici ufficiali eon una certa giurisdizione, il sinedrio

degli Ebrei"4. NelFesercitazione usiamo due parole italiane: „il presbitero",

che e quasi adeguato a significato greco, ed „il presbiterio", che normalmente

riguarda una parte della chiesa, ma puó esprimere anche il collegio dei pre-

sbiteri, e preferiamo l'uso in questo senso.

1. Lettera agli Efesini. La prima lettera intitolata „Alla Chiesa di Efeso" e

stata scritta da Ignazio durante la prima tappa del suo viaggio verso Roma,

a Smirne. L'autore scrive ai fedeli ed al loro vescovo Onesimo. Tutta la lettera

contiene 21 piccoli capitoli piu il saluto. Dopo il saluto, che comincia in tutte le

lettere nello stesso modo, Ignazio Teoforo passa alle lodi agli Efesini e al loro

vescovo. Dopo descrive le diverse questioni: nel II capitolo 1'ubbidienza al

vescovo e ai presbiteri. Nel III e IV capitolo tocca il tema delFunita e poi nel

V e VI le caratteristiche personali del vescovo. Dal VII al IX descrive il

comportamento nei confronti degli eretici. Poi nel X incoraggia di essere di

esempio nelle virtu, e nell' XI di temere il Signore. Nel capitolo XII Fautore

esprime la vicinanza del suo martirio e il XIII capitolo lo dedica alla liturgia.

Fede e carita sono il tema del capitolo XIV, testimoniare il Cristo del XV, XVI

e XVII. Poi Fautore passa al mistero della croce nel capitolo XVIII e alFabo-

lizione della morte. Come ultimi ci sono la promessa di scrivere ancora nel

capitolo XX e il congedo nel XXI.

Ignazio nella Lettera agli Efesini scrive direttamente sul tema dei presbi­

teri, o meglio del presbiterio, tre volte, nei capitoli II, IV e XX:

n$enov otiv Eorw Korca navTa igónov Tłiaow Xgtcrcóv w v óo^aoavta upag, tva ćv pt$ tijtOTayti xaiT]pitopEvot, ujtoiaooópEvot i<ą emoKÓJttp xat TM jcgeoPuTEgiĄ x a ra , Jtavra ^TE riyLaopEvot^.

In questo frammento Ignazio riferendosi alFobbedienza e alla sottomissione,

subito dopo aver parlato del vescovo parła anche del presbiterio. L'unita che

deve essere nella Chiesa ha come punto di arrivo il vescovo eon il suo presbi­

terio composto dai presbiteri. Ignazio sottolinea nelle sue lettere Funita e la

spiega. Non si puó dire che i poteri dei presbiteri siano uguali a que!li del

vescovo, poiche quest'ultimo e il garante delFunita, ma il significato del pre­

sbiterio e il suo ruolo vengono da quest'unita eon il vescovo. 11 posto occupato

dai presbiteri e subordinato al vescovo e Fobbedienza e la sottomissione loro

porta ai fedeli la santifieazione che glorifica Gesu:

" Cf. ibidem, 837.

Epicm/a ad Epbesios 2,2, SCh 10,58: „Bisogna gioriBcare in ogni modo Gest) Cristo che ha gioriBcato voi, pcrchć riuniti in una stessa obbedienza e sottomessi at vescovo e ai presbiteri siatę santiScati in ogni cosa".

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IL PRESBITERO NELLE LETTERE DI IGNAZIO DI ANTIOCHIA 143

Tó yap a^Lovóp.aoiov ijp.u)v jtpEoPt)iEptov 10O Beou a^tov, otiiog owńpuooiat IM EJtLOXÓjtM, a)g X°^^CtL xt8ap<y^.

Su questo passaggio de! capitolo IV Ignazio descrive ł'unione del coHegio presbiterałe eon il vescovo usando ił paragone che viene dałła musica. L'unio- ne deve essere come ł'armonia dełle corde dełła cetra. 11 frammento preceden- te dichiara che procedere d'accordo eon la m ente deł vescovo e conveniente ai fedełi. Ił presbiterio efesino e ł'esempio dełł'unione eon ił vescovo. E ' compo- sto non da una persona, ma dai mołti anziani e neł loro procedimento tutti seguono ła mente, ła łinea deł vescovo per non creare nessuna disarmonia nełła Chiesa. Quest'esempio e mołto forte, perche Ignazio usando ił paragone che viene dałła musica rafforza ił significato dełł'unione deł presbiterio eon ił vescovo, dove non c'e posto per ła disarmonia. Se ne possono dedurre łe quałita che appartengono ai presbiteri. Bisogna conoscere bene ił posto, Feta e tutto ció che caratterizza ł'ambiente per descrivere in modo sufficiente i particołarismi dełła vita quotidiana e łe proprieta di questa gente. Ma sicura- mente possiamo affermare che per soddisfare abbastanza quest'unione tra ił vescovo e i presbiteri occorrono persone maturę, oneste, che hanno ben capito Finsegnamento di Gesu e riescono a reałizzarło nełła vita, in modo da farę veramente unita eon ił vescovo nełła mente, nełł'insegnamento, neł procedi­ mento e neł comportamento, diventando un buon esempio per głi ałtri. Per Ignazio quest'unita fa ił vero coro che canta ad una soła voce a Dio per partecipare sempre in Lui.

M a jo ra ećtv ó KUgióg pot ajtoxaXiitpTi o n ot x ai av6pa xotvf) jtavteg xapm óvópaioę owśę^ETE Ev ma jttoiEt xat śv Tł]ooij XgtoiM, np „xaia oapxa" śx yćvov$ „Aautó", itp utd) av8g(ÓJtou xat utM Bsou, Etg 10 un:axovEtv uu.a$ itB EJtioxóJtM xa't i(p jipEoPuiEpta) ajtEgtojtaonp 8tavot<y, &va apiov xX<bviEg, og Eonv t})dgpaxov a8avaotag, avrtóoiog 10O pt) ajto8avEtv, aM.a sv T^oob XpLonI) óta jtavtóg^.

Neł capitoło XX tom a ił discorso suł presbiterio e sul vescovo, in rapporto ałFobbedienza dei fedełi. Nel contesto dełFunita intorno ad un ałtare e ałFunico pane, Ignazio chiama tutti fedełi dełła Chiesa efesina ad ininterrotta Concordia nełFobbedienza ał vescovo ed ai presbiteń. Nuovamente ił presbiterio appare come un gruppo che partecipa alFeucaristia come piu vicino ał vescovo. L'unio- ne dei fedełi e deł vescovo eon ił presbiterio in una soła fede per nutrirsi deł pane

" /bidem, 4 ,1 , SCh 10,60: „II vostro presbiterato ben reputato degno di Dio ś molto unito ai vescovo come la corda aHa cetra".

20,2, SCh 10,76: „Sovrattutto se ił Signore mi riveler& che ognuno e tutti insieme nełła grazia che viene dał suo nome vi riunite in una soła fede e in Gesu Cristo deł seme di David figłio de!ł'uomo e di Dio per ubbidire ał vescovo e ai presbiteri in una Concordia stabiłe spezzando !'unico pane che & rimedio di immortałit^, antidoto per non morire, ma per vivere sempre in Gesh Cristo".

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diventa rimedio per vivere in Gesu. Certamente i presbiteri, pur essendo anche i fedeli della Chiesa, sono piu vicini al vescovo e anche si distinguono da essi: ció significa che it loro ruoło e piu ampio di queMo di semphci consigiieri. Questa posizione e rafforzata attraverso io scopo a cui conduca 1'eucaristia, cioe attra- verso ]'immortaiita, ia vita eterna, ii vivere in Cristo.

2. Lettera ai Magnesi. La iettera di Ignazio aiia Chiesa di Magnesia, dove presiede ii vescovo Dama, e una deiie quattro, scritte da Ignazio durante ia prima tappa dei suo viaggio. Ignazio scrive anche questa iettera mentre si trovava a Smirne. Egii ha incontrato ii vescovo di Magnesia eon due presbiteri ed ii diacono e racconta quest'incontro nei primi capitoli deiia sua iettera. Tutta ia iettera consta di 15 capitoii piu ii saiuto. Ii I capitoio contiene Finsegnamento deiFunione coi Cristo, i due seguenti trattano deiia sottomissione ai vescovo, poi usando i'immagine deiie due monete spiega il destino umano: ia morte o ia vita eterne. La Concordia occupa ii capitoio VI, Fimmagine dei tempio unico di Dio e simboio deiFunita nei VII capitoio. Neii' VIII l'autore spiega ii significato di ricevere ia grazia, poi nei IX spiega Fimportanza deiia domenica. Ii tipo bibiico dei nuovo iievito e usato e dichiarato nei X capitoio. L'autore esprime neii' XI capitoio ia sua piena e ferma adesione a Cristo, nei seguente afferma sua uguagiianza eon gii aitri. Nei terzuitimo capitoio Fautore incoraggia ad osserva- re i precetti dei Signore e degii apostoii; in fine Ignazio passa ai congedo.

In questa iettera sei passi trattano direttamente dei presbiteri e dei presbi- terio: nei capitoii II, III, VI e VII dei presbiteri e nei capitoii II e XIII dei presbiterio.

'Ensl oiiv fi^uóeriv i&etv ńpag óta Aapa iov a^toOeou vp.a)v EJttoxóJtou xat

jtQEoPuiE$Mv Baooou xaL 'AjtoX^.tovtou xai tou auv&ovXov pou

6taxóvou Zoittewg, ou żyd) óvatpr)v, on ujtoiaooEiaL id) Ejttoxójnp Mg yaptn. 8Eou xa't itp jtgEoPniEgLM Mg vóptp Tt]ooti XętoioO.

Per ia prima voita neiie sue iettere Ignazio non paria soio dei presbiterio, dei consigiio degii anziani, ma direttamente dei presbiteri. Ricorda due di ioro: Basso ed Apoiionio, egii ii ha incontrati eon ii ioro vescovo e ii diacono Zootione. Essi sono la buona e degna rappresentazione deiia ioro Chiesa in Magnesia. Sono tutte persone che s'identificano ufficiaimente eon ia Chiesa partieoiare: il vescovo, i presbiteri ed i diaconi. Esiste un ordine che permette di distinguere tre diverse unita fra i rappresentanti ufficiaii deiia Chiesa, ma ie iettere di Ignazio non dicono niente deiia caratteristica essenziaie deiia

diffe-8 Eptria/a ad MagnaHos 2, 2, SCh 10, diffe-80: „Ho avuto ['onore di vedervi in Dama, vostro vescovo degno di Dio, nei degni presbiteri Basso ed Apoiionio e nei diacono Zootine, mio conservo, deiia cui presenza mi auguro sempre gioire. Egii e sottomesso ai vescovo come aiia grazia di Dio e ai presbitero come aiia iegge di Gesu Cristo".

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IL PRESBITERO NELLE LETTERE DI IGNAZIO DI ANTIOCHIA 145 renza fra di ioro. Ii presbiterio net suo carattere e piu vicino ai vescovo ed e piu a)to neiia dignita rispetto ai diaconi. La posizione dei diaconi ormai era fissata negii Atti degii Apostoli e Ignazio, definendosi il „conservo" come il diacono, fa quest'atto per umilta, ma afferma che le posizioni dei presbiteri e dei diaconi non erano uguali e anche gli impegni erano diversi. I presbiteri sono uniti eon il vescovo nella liturgia ed anche nelFordine della vita della Chiesa.

11 passaggio che segue definisce eon chiarezza che il diacono e sottomesso al vescovo e ai presbiteri. Ci porta anche un paragone: il vescovo e la grazia di Dio, il presbiterio e la legge di Gesu Cristo. Questo passo in primo luogo esprime la natura della differenza tra il vescovo e il presbitero. 11 ruolo del vescovo e piu libero e piu ampio come la grazia, il presbitero ha per sua attivita pastorale un territorio ben definito come la legge. Chiaramente possiamo dire che 1'obbedienza al vescovo e al presbiterio nella Chiesa riguardo alla fede, la moralita, la liturgia e ben definita. D ato che la natura della grazia e diversa della legge, quali saranno le proprieta della grazia in confronto alle qualita della legge? La risposta concreta non e facile. Sicuramente possiamo afferma- re che i presbiteri nella loro vita ecclesiale hanno meno potesta del vescovo in confronto ai fedeli. Sembra che la potesta dei presbiteri riguarda il livello quotidiano e intero della Chiesa, applicando le usanze e i costumi gia fatti; i vescovi hanno i poteri piu ampi e eon la grazia possono superare la legge non rompendola.

K a O rn g eyvMV x c tt i o i i c a y ć o u g jtę E o P u T Ś ę o u g o ti jtpooEtXr)<j)ÓTag Tt)v ())atvo)iEVT]v VEMTEptxr)v i a ^ t v , aXX Mg (])povtp.ot)g Ev B stp o v y x M p o u v r a g a u i ą t , o u x a b i Ą 6 ś , ÓXXa TM J ta i g L 'IłlOOD, X$LOTOt), TM JtÓVTMV EJttOXÓJtM^.

Tutto il terzo capitolo parła della sottomissione al vescovo. Nel passaggio citato Ignazio loda i presbiteri che sono sottomessi al giovane vescovo non sottova- lutando sua giovinezza. 11 presbiterio, essendo piu vicino al vescovo, puó influenzarla. Se resistono a questa tentazione, come afferma Ignazio, sono persone ben scelte che non guardano il proprio vantaggio ma il vero bene della Chiesa e dei fedeli, che cercano la vera unita intorno al vescovo, che rappresenta secondo Ignazio „il Padre di Gesu che e il vescovo di tutti". I presbiteri sono saggi in Dio, cioe eon il loro comportamento manifestano che la prow idenza da senso a tutto.

'E nEL o w Ev i o t g jtQ o y E y p a p p .E v o tg jtp o o M J to tg TÓ r t a v jtXf)Oog sO E M p rio a e v r t t o r s t x a t f) y a n T )o a , j t a p a t v M , óp.ovot<y 8 e o 0 o jto n ó a ^ E T E j t c t v t a J tp a o o E tv , JtgOXa6łIHEVOU TOU EJTtOXÓJtOU Etg TÓJtOV O so ti XCtl TMV JtQEOPvTEQMV Etg TÓJtOV OUVE&ptOU TMV CtJtOOTÓ^MY, x a t TMV ÓKXXÓVMV TMV EROt yXvxVTCtTMV

/bidem, 3,1, SCh 10,82: „In realta ho saputo che i vostri santi presbiteri non hanno abusato delta giovinezza evidente in lui, ma saggi in Dio sono sottomessi a lui, non a lui, ma al Padre di Gesti Cristo che & il vescovo di tutti".

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jtejttoiEuuEvo)v 6tctxovtav T tioou X gtoioO 05 Jtgó at(óvmv jr a g a JiargL r)v xaL sv TŹXEL E())aVT]'°.

Vediamo ii nuovo paragone. Ii vescovo eon i presbiteri e i diaconi guida ia comunita ecclesiastica. Ii vescovo e ai posto di Dio, i presbiteri ai posto dei coliegio apostolico. Tutti essi eon i diaconi svoigono il servizio di Gesu Cristo. Ii presbitero e un servo che svoige ii suo servizio come apostolo. Ii vescovo e per ia comunita, e come Gesu per i discepoli e gii apostoli. Essi portano ia Buona Noveiia aiia gente. Servono ii popoio ia, dove ii vescovo non puó essere presente. Essi possono servire cosi perche sono nelTunita coi vescovo e rap- presentano iui. Di nuovo i'autore afferma ia vicinanza tra ii vescovo e il presbiterio, ma aggiunge che i presbiteri proiungano i'azione dei vescovo, i'attivita pastoraie dei servi dei popoio cristiano.

QojtE$ ouv ó xugtog avEU ro u jra ig ó g ouÓEV EJtott]OEv, r)vo)p.Evog <5v, ouiE 6 t' E an io u oijiE 6 ta i(5v ajtooióX M v, o iiio g pqÓE ńpEtg avEi) 10O Ejrtoxójtou x a t ić&v JtgEOPł)TEQMV p.T)&EV JtgaOfJEIE**.

La piena guida deiia Chiesa particolare e ii vescovo eon ii suo presbiterio. Ignazio ancora una voita pone 1'accento suil'unita fra ii vescovo ed ii presbite­ rio. Questa cooperazione presbiteraie diventa importante per i fedeii, che devono pienamente coiiaborare eon ii presbiterio, seguendo Gesu neiia sua sottomissione ai Padre. Pure i'autore accenna ai raggio d'azione dei presbiteri: sotto ia presidenza dei vescovo essi dirigono ia Chiesa verso ii Padre e servono i cristiani.

2nouó(%ETE ouv ]3EPam)6f)vai &v 1015 ó ó y p a o tv roO xu g to u x a t iorv ajtooTÓX(nv, tv a „ J ta v ia ooct jtotetiE, xaTEUo6o)6f)iE" oagxi. x a t jtvEńp.an, jttcrtEt xctt a y a jtp , Ev utćj x a t jta r p t xa't Ev jivEijiJ.au, ćv

apxt)

x a t Ev rś^Et, p e ta 10O a^tojtpEJtEoraTon Ejttoxójtou 6ptbv ^ctt a^LOjtXóxor jtvE upanxoO oiEt)iavou to i) jtgEoPuiEgion ńp(bv xa't id)v x a i a 8 só v 6 tax ó v a )v ^ .

Neii'uitimo passaggio deiia iettera ai Magnesi che parła dei presbiteri il cołiegio presbiteraie e chiamato „la preziosa corona spirituaie". Che cosa in

/U dem , 6 ,1, SCh 10,82-84: „Poichś neiie persone nominate sopra ho visto e amato tutta la comunita vi pręgo di essere soiieciti a compiere ogni cosa neiia Concordia di Dio e dei presbiteri. Con ia guida dei vescovo ai posto di Dio, e dei presbiteri ai posto de! coiiegio apostolico e dei diaconi a me carissimi che svoigono ii servizio di Gesu Cristo che prima dei secoii era presso ii Padre e aiia fine si & riveiato".

*' /Mdem, 7 .1 , SCh 10, 84: „Come ii Signore nuiia fece senza ii Padre coi quaie & uno. nś da soio n ś con gii apostoii, cosi voi nuiia fate senza vescovo e i presbiteri".

/Mdem, 13, 1, SCh 10, 90: „Cercate di tenervi ben saidi nei precetti dei Signore e degii apostoii perchś vi riesca bene tutto quanto fate neiia cam e e neiio spirito, neiia fede e neiia caritit, nei Figiio, nei Padre e neiio Spirito, a) principio e aiia fine, con ii vostro vescovo che & tanto degno e con ia preziosa corona spirituaie dei vostri presbiteri e dei diaconi secondo Dio".

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1L PRESBITERO NELLE LETTERE Dt IGNAZIO DI ANTIOCHIA 147 particoiare rappresenta ii presbiterio, tanto da essere chiamato ia corona, rafforzato dai due aggettivi? Soia ia corona normaimente esprime ia potesta reaie e ia ricchezza dei proprietario, essendo anche un eiemento decorativo. Dio e ii re di tutti noi; i presbiteri, essendo una corona, sono una parte deiia Chiesa che per ia sua sostanza e i'attivita orna tutta la Chiesa che appartiene a Dio. Questa parte, cioe i presbiteri, compiono ia vocazione deiia Chiesa portando ia saivezza che viene da Dio aile genti attraverso ii suo servizio, servizio dei vescovi, dei presbiteri e dei diaconi. Tutto quel processo, ai quaie partecipano i presbiteri, diventa una corona che simboieggia ii compimento deiia promessa fatta da Dio, che si reaiizza nei servizio proveniente da Dio, ii servizio dei presbiterio e dei diaconi. L'importanza dei presbiterio riguarda ia sfera spirituaie deiia Chiesa cioe i'insegnamento acquistato da Gesu. La corona e preziosa, e raffinata; secondo Ignazio, e anche importante per i presbiteri che ia creano. Ignazio aggiunge: „dei vostri presbiteri", ció vuoi dire che i presbiteri sono parte essenziaie deiia comunita, sceiti da essa.

3. Lettera ai Traiiiani. La iettera indirizzata aiia Chiesa in Traiii e ia terza deiie quattro, scritte da Ignazio quando si e fermato in Smirne. Ii vescovo di Traiii, Poiibio, e venuto a Smirne eon due aitri a saiutarii. Ignazio scrive poi una iettera composta da 13 capitoii piu ii saiuto. Come in tutte ie aitre, Ignazio inizia eon ie paroie: Ignazio, Teoforo. Dopo ii saiuto, nei primo capitoio Fautore ricorda i'incontro eon ii vescovo Poiibio e Fimpressione avuta fin daii'inizio. Dopo passa aiia sottomissione ai vescovo che e per ia comunita come Gesu. Ii capitoio seguente contiene ia meditazione di Ignazio che riguarda ia Chiesa che non puó esistere senza i diaconi, i presbiteri e ii vescovo. Nei capitoio IV e V Fautore esprime ia sua voionta di diventare vero discepoio di Cristo, e anche tocca ia reaita dei cieio. Ii VI capitoio contiene ia preoccupazione d'avere ia pura fede. Dopo, nei capitoio VII, Ignazio usando Fimmagine dei santuario chiama i fedeii ad operare neiFunita, e nei capitoio seguente a ricrearsi neiia fede e neiia carita. Nei capitoio IX Ignazio afferma che senza Gesu, vero Cristo ed uomo, non abbiamo ia vera vita. Poi spiega perche e incatenato e va a morire. L'immagine deiia pianta dei Padre neii' XI capitoio serve aiFautore per chiarire chi da ii frutto buono. Gii uitimi due capitoii, XII e XIII, contengono ii congedo di Ignazio.

I passi che comprendono i testi riguardanti i sacerdoti neiia iettera Ai Traiiiani sono nei capitoii II, III, VII, XII e XIII.

'Avayxatov ouv Eortv, atoneę ttotEtiE, avev iov EJttoxÓJtot) pr)&EV jtgaooEw upag, aXX ujtoiaooEoOat xat i<p ^gEopoiEgtM rnę iot$ ajtooióXotg 'Inooij XgLoioii tfję E^jtióog r)p.MV, Ev J) 6tayovtE$ EUgEOtioópEOa*^.

* EpŁMa/a ad Tra/tianos 2, 2, SCh 10, 96: ,,E' necessańo, come giił fate, non operare nulla senza it vescovo, ma sottomettervi anche ai presbiteri come agii apostoii di Gestt Cristo speranza nostra, e in iui vivendo ci ritroveremo".

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Di nuovo ii coiiegio presbiteraie e paragonato agli apostoli. Ii capo deiia

Chiesa particoiare e ii vescovo, ma ia sua azione e proiungata dai presbiteri che,

autorizzati, operano e servono come coliaboratori dei vescovo, ma anche

edificano un gruppo che serve ai vescovo come ausiiio. Gia abbiamo pariato

dei presbiterio che e stabiiito intorno ai vescovo. Chiaramente tutto questo

discorso ci guida aiFunita. In quest'unita ii presbiterio occupa un suo proprio

posto. Non conviene omettere i presbiteri operando senza di ioro. Nei passo

citato sembra che Ignazio vogiia piu decisamente indicare ii posto dei presbi­

terio che eon ii vescovo guida ia comunita cristiana deiia Chiesa. La sottomis-

sione ai presbiteri, che sono neiFunita eon ii vescovo, porta ia sicurezza di

operare secondo i'insegnamento deiia Chiesa.

'OpotMg ttavcEg EvigEJtEoOMoav roug 8taxóvoug Mg 'lT)oońv XgLOióv, tóg x a t ióv EJtioxoJTOv ó v ra TUJtov io u naip ó g , roug 8s ttgEoPuićęoug Mg ouvE&puyv BsoC xai Mg ovvÓEopov anocrtóXMV' /Mpig iouiM v ExxXriota oti xa^.EtTaJ'*.

Ignazio decisamente indica che ia Chiesa ha bisogno dei vescovi, dei pre­

sbiteri e dei diaconi. Senza di ioro non esiste ia Chiesa. Essi formano un

organismo importante, senza di cui ia Chiesa non puó continuare ia sua essen-

ziaie missione. In questo frammento deiia iettera ai Traiiiani Ignazio ai posto di

„sottomissione" usa ii „rispetto" per indicare ai fedeii i ioro pastori. La sfuma-

tura dei „rispetto" e diversa daiia sottomissione. Ii rispetto esprime piu di una

sempiice accettazione, nei senso di riverenza deiFautorita. L'autore aggiunge

un nuovo paragone che riguarda i presbiteri. Essi sono come ii coiiegio degii

apostoli e come ii sinedrio di Dio. Questo paragone eon ii piu aito consigiio

ebreo sviiuppa ia conoscenza dei ruoio dei presbiteri. Ii sinedrio era per gii

Ebrei ia piu aita autorita reiigiosa. Per ia sua scienza ii sinedrio istruiva e dava

ie spiegazioni aiia gen te neiie difficolta di capire ia iegge. Tra i suoi membri

veniva sceito ii sommo sacerdote, che poteva entrare nei tempio di Gerusa-

lemme, una voita aii'anno, nei santo dei santi. Ii consigiio dei presbiteri compie

un ruoio simiie. E' composto dagii anziani, saggi che servono i fedeii eon ia ioro

saggezza e Fesperienza. Per i loro studi approfondiscono ia fede ed awicinano

i fedeii a Dio compiendo ia missione deiia Chiesa. Uno di ioro a causa delie sue

virtu, deiia saida fede, diventa ii vescovo. La missione deiia Chiesa si esprime

anche nei compiere ii precetto di Gesu di spezzare ii pane, cioe nei ceiebrare

Feucaristia. I presbiteri partecipano neiFeucaristia accompagnando ii vescovo

che presiede. Ma ia ioro posizione e anzitutto coiiegata eon ii servizio ai

vescovo ed ai fedeii.

*** /hidem, 3, 1, SCh 10, 96: „Similmente tutti rispettino i diaconi come Gest! Cristo, come anche ii vescovo che ć i'immagine dei Padre, i presbiteri come ił sinedrio di Dio e come ił coiiegio degii apostoli. Senza di loro non c'& Chiesa".

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IL PRESBITERO NELLE LETTERE DI IGNAZIO DI ANTIOCHIA

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'O Evtóg 8uotaoit]ptov x a8 ap ó g Eoitv* ó 6e Exióg 8rotaoiT]ptot! &v ov x a- Bapóg EoiLV i o v i ' Eonv, ó XMptg EJtioxÓJtou xa't ngEoPuiEgŁou xa't 6taxóvtov jtgaooMY it, ouiog ov xa8aQÓ$ Etrtw if) ot)vEtóf)OEt'^.

Ancora una voita Ignazio neHe sue iettere esprime ['unita, [a struttura deHa

Chiesa ed i[ posto che occupano i presbiteri in questa struttura. Anche ii fatto

che „partecipano in tutto" e importante per [a Chiesa, cioe nella missione deHa

Chiesa. Questo passo di nuovo afferma che il presbiterio e sostanziate neHa

Chiesa. L'autore ripetera questa formuiazione ancora perche fa parte deHa sua

visione deiia Chiesa unita intorno a[ vescovo.

rtpEKEŁ yap uptv lotg x a 8 Eva, E^atpeiMg x a i 1015 jtpeoPuiEpoig, avcnjruxEtv ió v EJtioxojtov Etę npr)v ttaip ó g 'IqooC XętoioO xa't i(bv anoaióXarv'6.

I presbiteri, come gia abbiamo notato, formano un coHegio dei coiiabora-

tori del vescovo. La loro attivita si svo[ge anzitutto net servizio ai fedeii, ma

vediamo anche che esiste una parte deHe ioro attivita che riguarda ii vescovo.

Tutti devono „confortare" ii vescovo, in particoiare i presbiteri. In quaie senso

si esprime i'azione di confortare? Lo esprime megiio ii verbo „rafforzare".

Possiamo distinguere due iiveiii: naturaie o umano e di fede. Ii coHegio pre-

sbiteraie aiuta ii suo vescovo come noi aiutiamo gii amici, preoccupandosi di

ioro. Ma anche aiuta ii vescovo eon ii proprio consigiio. E questo e giusto. Ii

vescovo serve aiia comunita ed essa fa io stesso per iui, soprattutto queiii che

sono piu vicino ai vescovo, appunto ii coHegio presbiteraie.

EgQMo6E EV 'iEOOTJ XptOIM, VJIOiaOOÓpEVOt IM EJtLOKOJtM Mg lf) EVroXf), ÓliOLMg x a i IM JtpEOPuiEpi(p*^.

Ignazio neii'uitimo capitoio deHa iettera ai Traiiiani ricorda ai fedeii deHa

Chiesa in Traiii che devono essere forti neHa fede sottomettendosi ai vescovo

ed ai presbiteri. La fede forte e saida deve essere riconosciuta dai vescovo e dai

presbiteri come pastori che neH'unita, raccoiti intorno ai vescovo, guidano ia

Chiesa. Essere in Cristo significa essere neH'unita eon ii vescovo e eon i pre­

sbiteri per partecipare pienamente neHa Chiesa di Gesu Cristo.

4. Lettera ai Romani. La iettera di Ignazio, intitoiata „Ai Romani", e stata

scritta anch'essa a Smirne, durante ia sua presenza. Ha un carattere un po'

diverso, perche Ignazio scrive aiia comunita che raggiunge per subire ii

marti-/ńidew, 7 ,2 , SCh 10,100: „Ció significa che chiunque operi separatam ente dai vescovo, dai presbitero e dai diaconi, non e puro neiia coscienza".

/Udem, 12, 2, SCh 10, 102: „Conviene che ciascuno di voi, e in particoiare i presbiteri, conforti ii vescovo neiia gioria dei Padre di Gest) Cristo e degii apostoii".

/hidem, 13, 2, SCh 10, 102: „Siatę forti in Gestt Cristo, sottomessi ai vescovo, come ai comandamento e ai presbiteri".

(10)

rio. N on la conosce personalm ente, e questo implica che doveva scrivere in ahro modo. T utta la lettera contiene 10 capitoli. H tem a generale riguarda il martirio, che dovrebbe unire eon Cristo come il vero discepolo. Ignazio in questa lettera non scrive niente che tocca direttam ente i presbiteri. Si concentra su altri temi come abbiam o detto prima. D opo il saluto, nel I capitolo, esprim e la sua volonta di vedere la Chiesa rom ana e di com piere il suo m artirio p er diventare un vero discepolo di Cristo. 11 capitolo seguente esprim e la sua preparazione per rice- vere il m artirio. 11 III capitolo contiene l'incitam ento di perseverare nelTinse- gnam ento di Gesu, nonostante l'odio del m ondo verso il cristianesimo. Nel IV capitolo 1'autore paragona se stesso eon il frum ento che deve m orire, e che deve essere m acinato p er diventare pane puro. Poi Ignazio di nuovo parła della sua volonta di diventare discepolo di Cristo attraverso il m artirio, di raggiungere Cristo in questo m odo. Similmente, nel capitolo VI, Ignazio esorta ad imitare la passione di Gesu. N el V II capitolo da consigli di resistere al principe di questo m ondo e ripete la sua volonta di m artirio. N el terzultim o capitolo Ignazio chiede alla Chiesa di R om a di ricevere la sua lettera, com e scritta secondo la mente di Dio. I due ultimi capitoli contengono il congedo.

5. L ettera ai Filadelfiesi. L a lettera alla Chiesa in Filadelfia e la prim a delle tre L ettere di Ignazio scritte duran te la seconda tap p a del suo viaggio verso R om a. Ignazio, partito da Smirne viene a T roade, dove scrive le nuove lettere. T u tta la lettera contiene 11 capitoli. Com e tu tte le altre, essa inizia eon il saluto: „Ignazio, T eoforo", dopo di quale 1'autore spiega in m odo generale 1'impegno del vescovo, basandosi sulFesempio del loro vescovo. Poi consiglia di sfuggire la faziosita e le dottrine perverse. U sando 1'immagine delle erbe cattive sugge- risce nel capitolo III di stare lontano da quelli che non sono nelPunita eon la Chiesa, eon il vescovo e nel capitolo seguente, p arten d o dalFunica carne e sangue di G esu chiam a i fedeli a riunirsi in un a sola eucaristia intom o al vescovo. N el V capitolo ricorda 1'esempio dei profeti che prim a hanno annun- ziato G esu ed il vangelo. D opo nuovam ente chiede di essere attenti alle małe arti e agli inganni del m ondo. N el V II capitolo ricorda che essi devono pre- occuparsi del proprio corpo com e del tem pio di Dio. Poi incoraggia a seguire G esu e la vera dottrina, senza la fazione, l'ira, lo spirito di contesa. N el capitolo IX 1'autore scrive del com pim ento nel vangelo delFincorruttibilita. N el capitolo seguente Ignazio esprim e la sua gioia a causa della pace in A ntiochia, della cessazione delle persecuzioni. L 'ultim o capitolo contiene il congedo.

Ignazio nella lettera ai Filadelfiesi si riferisce ai presbiteri sei volte: nel saluto e nei capitoli IV, V, V II, V III e X.

... EoiLV X3QÓt ctLMVLoę xai nctga)iovo$, gćth.urta eav ev Evl MOLV vuv TM

EKMDtÓntp xal TOtę €U)V ai)TM JtgEOpDTEgOH xai 6kaxÓ*VOH aJtOÓE&ELy^EVOH EV vó)m) 'lT]oou Xgi.OTOij, ou$ x a ia ló LÓLOV 6EXq)ra Eorf)gL§EV sv pEpauoofiv(i TM aylą) auToi) jtvEvp.an.'°.

(11)

IL PRESBITERO NELLE LETTERE DI IGNAZIO DI ANTIOCHIA

151

Ił primo passo tocca anzitutto l'unita della Chiesa. Possiamo notare due

nuovi aspetti che riguardano ai presbiteri: sono scelti, secondo ia voionta di

Gesu, sono confermati e fortificati eon lo Spirito Santo. Ii primo aspetto

esprime ia vocazione, oppure ia sceita che viene da Gesu. Per diventare pre-

sbitero occorre quaiche partieoiare processo per essere sicuri che ii candidato e

degno di essere presbitero. Poi i vescovi, i presbiteri e i diaconi ricevono lo

Spirito Santo, che conferma ia ioro vocazione e la fortifica. Possiamo affermare

che per dirigere e servire ia Chiesa i presbiteri ricevono doni particolari che

permettono di compiere megiio ia ioro vocazione.

... pta yup oap^ loti xuptou f]pmv 'I^ooC XQtoiou xat ev jtoiriptoy Etg Evmotv tou atparog auioti, Ev 8uotaoifiptov, mg Etg EJttoxojtog a p a im jtgEoPuiEgttp xat 6taxóvotg, rotg (ruv6oó^.otg pou*^.

Si tratta di un aitro passaggio che riguarda soprattutto i'unita deiia Chiesa e

ieucaristia. La Chiesa, neiia sua funzione liturgica e composta da un soio

vescovo, i presbiteri, i diaconi ed i fedeii. E' paragonata aii'unica carne di

Cristo, un caiice dei sangue, un aitare. Queste realta riguardano la sostanza

deiia Chiesa e deiia sua missione. 11 presbiterio e sostanziaimente incarnato

neiia complessa struttura deiia Chiesa: ció Ignazio dimostra tante voite. Occu-

pa ii posto ministeriale, cioe serve aiia comunita deiia Chiesa e eon i diaconi ed

i fedeii, intorno al vescovo, crea Punita della Chiesa partieoiare.

'AXX fi jtpooeu/f) upmv Etg 8EÓv ps ćtJtapiLOEL, tva m xXfipm fiXEf)8nv entru/m, JtQOOt))uymv rm EuayyEXttu mg oapxi. 'Itioou xa't rotg ajtooró^otg mg jtpEoPutEpttp

ExxXtiotag^°.

Come prima, Ignazio vede qui ia simiiitudine tra gii apostoii e ii presbiterio

deiia Chiesa partieoiare. Possiamo dedurre che ii presbiterio, i presbiteri se-

guendo ii coiiegio degii apostoii, aiutano tutti coioro che cercano rifugio neiie

diffieoita e nei dubbi deiia fede. Gii apostoii, accanto agii aitri impegni, hanno

incoraggiato i fedeii, hanno edificato e approfondito ioro fede. Similmente

devono farę i presbiteri. Ii vescovo e soio, ma essi sono piu diffusi e possono

rafforzare i fedeii neiie diffieoita attraverso ii ioro servizio. Per ii ioro i'inse-

gnamento e i'esempio, gii apostoli sono diventati i testimoni di Cristo e deiia

'a Epirtu/a ad fbdade/pbe/Hes. Tli., SCh 10, 120: „Essa & i] mio eterno e continuo giubilo specialmente se «i fedeii^ sono in uno col vescovo e eon i suoi presbiteri e eon i diaconi sceiti neiia mente di Gesu Cristo che, secondo ia sua voiont&, ha confermati coi suo Santo Spirito".

9 /bidem, 4, 1, SCh 10, 122: „Una & ia carne di nostro Signore Gest) Cristo e uno ii caiice neii'unit& dei suo sangue, uno & i'aitare come uno soio ii vescovo eon ii presbiterato e i diaconi, miei conservi".

° /bidem, 5,1, SCh 10,124: „Ma ia vostra preghiera in Dio mi perfezionera per raggiungere misericordiosamente i'eredit&, rifugiandomi nei vangeio come neiia carne di Gesu e negii apostoii, come nei presbiterato deiia Chiesa".

(12)

fede. Netta testimonianza si svolge anche il ruolo dei presbiteri. Essi danno

l'esempio alla gente, perche, eonie ormai abbiamo detto, i presbiteri devono

esser ie persone maturę, incorporate neiia missione ricevuta dal Cristo.

'E x p a u y a o a p E ia^ u mv, eX aX ow peya^r) <j)tovf)' T Ą EJttoxó:tM jtp o o E /E is x a l iĄ JtgEOPuiEpLM x a l &MXXÓVOH .

Ignazio senza dubbio e il dottore dell'unita. Con voce alta chiama i fedeli ad

essere sottomessi al vescovo, ai presbiteri e ai diaconi. Vediamo di nuovo la

struttura della Chiesa particolare composta dal vescovo, dai presbiteri e dai

diaconi. Ignazio rafforza la sua richiesta gridando ad alta voce, una voce che

viene da Dio.

I Ia o tv o w u E ia w o D o w aĄtEt ó xń$toę, Eav p.Eravor)OMOtv elg E ^ ó rn ia OEOb x a l

CTUVEÓętOV lOTJ EJttOXÓJtOt)^.

Questo frammento parła del perdono, e spiega anche alcuni aspetti della

Chiesa particolare. La sorgente del perdono e solo Dio, ma chi cerca il perdono

si deve pentire per Dio e per il sinedrio del vescovo. 11 sinedrio rappresenta

1'azione di Dio nel mondo materiale. Per il „sinedrio del vescovo" intendiamo il

vescovo che ne fa parte, ed il presbiterio. Sicuramente in questo processo il

vescovo rappresenta di piu 1'autorita della Chiesa, ma per evitare dubbi e

rafforzare la posizione del vescovo, questo ultimo non si presenta da solo,

ma con il collegio presbiterale che serve il suo vescovo. Vediamo che in questa

situazione i diaconi sono esclusi e il loro impegno e diverso. Ma i presbiteri

rimangono come i collaboratori piu vicini del vescovo, ed essendo uno con lui

rappresentano insieme 1'autorita della Chiesa nel processo dl perdono.

OeX ouatv &s ijplv o u x Eoiw a ó b v a r o v óttEp óvóp.aiog Orob, ó ę x a l a l Eyynna ExxXtiotat EJtE}upav Ejttcotójtog, a l 6 s ttpEOpuiepo^ x a l 5taxóvot)$22.

Questo e un altro passaggio che riguarda i presbiteri. Ignazio, dopo aver

ricevuto 1'annunzio che le persecuzioni sono cessate in Antiochia, vuole che

la Chiesa di Filadelfia elegga un diacono e lo mandi in Siria per portare i saluti,

i rallegramenti e gli auguri a causa della pace alla sua propria Chiesa anti-

ochena. L'autore scrive che questo servizio onorevole lo compiono di solito

i diaconi, i presbiteri ma anche i vescovi. Noi notiamo come novita 1'impegno

dei presbiteri: oltre al ministero nella propria Chiesa, essi portano anche il loro

2' /U dem , 7, 1, SCh 10, 126: „Q uando ero in mezzo a voi gridai e a voce alta: State uniti al vescovo, ai presbiteri e ai diaconi".

22 /indem, 8,1, SCh 10,126: „11 Signore perdona a chi si pente, se si pente per ['unita di Dio e ii sinedrio del vescovo".

22 ibidem, 10,1. SCh 10, 130: „A voi che io voiete non sara impossibile per il nome di Dio come anche ie Chiese vicine m andarono i vescovi, oitre i presbiteri e i diaconi".

(13)

!L PRESBITERO NELLE LETTERE DI IGNAZIO Dt ANTIOCHIA 153 servizio alle altre Chiese. Diventano eon i diaconi un mezzo ufficiale delłe comunicazioni tra le Chiese partieoiari e messaggeri del vescovo.

6. Ledera ag!i Smirnesi. La sesta lettera indirizzata alla Chiesa in Smime e stata scritta da Ignazio, come la precedente, a Troade, dove si fermava viag- giando a Roma. La lettera contiene il saluto piu 13 capitoli. Nel primo capitolo si parła di Gesu, vero uomo che realmente era nato dalia vergine e morl sulla croce per gli uomini. 11 capitolo seguente e dedicato alla realta delle sofferenze e della risurrezione di Cristo. Poi Ignazio testimonia la risurrezione nella carne di Gesu. Essendo consapevole della realta camale di Gesu, nel IV capitolo chiede ai fedeli di sopportare tutto in Cristo. La passione del Signore e la risurrezione dei fedeli, e questa posizione difende Ignazio nel capitolo V, poi nel seguente spiega ai lettori il significato della fede e della carita nel compor- tamento cristiano. Critica la faziosita, aw isa di stare lontano da quelli che contestano 1'eucaristia come vera carne di Gesu. Ignazio dedica il capitolo VIII al comando di seguire il vescovo eon il suo presbiterio. Riconoscere il vescovo e onorarlo e giusto; di questo parła nel capitolo IX. Ignazio, ringra- ziando la comunita di Smime, offre la sua vita e le sue catene. Neli' X I capitolo, prima del congedo e come nella lettera Ai Filadelfiesi, Ignazio chiede alla comunita di Smime di eleggere uno per andare ad Antiochia a congratularsi eon la sua Chiesa per aver riacquistato la pace. Gli ultimi due capitoli, il X II e XIII, contengono il congedo.

La lettera alla Chiesa di Smime contiene due passi che parlano direttamen- te dei presbiteri, nei capitoli V III e XII.

naviE$ IM emaKÓno) axoXorOELiE, mg Tr)oovg Xptcrróg IM jiaigt, Kai IM Jt$eoPuiEQlą) Mg lotg anooróhotę ioug ÓE ó)axóvot!g EVTQEJiEo8E tbg Osou EvioXriv^''.

In questo passaggio della lettera agli Smirnesi Ignazio porta ai fedeli l'e- sempio di Gesu che seguiva Dio Padre, compiendo la sua volonta. Anche i fedeli devono comportarsi cos! verso il loro vescovo ed i presbiteri, seguendo loro come gli apostoli. Sembra che nel pensiero di Ignazio il vescovo eon il suo presbiterio rappresenta 1'autorita, che e uguale alPautorita degli apostoli. Pos- siamo supporre che in qualche modo il presbiterio, come consiglio, sostituisce 1'esperienza diretta della conoscenza personale di Gesu, che gli apostoli ave- vano. Imparavano direttamente da Lui e come maestri della fede hanno espe- rienze piu profonde. Tutto questo non mette i vescovi sul livello piu basso degli apostoli; niente nelle Lettere di Ignazio suggerisce questo, ma per avere piu sicurezza nella fede i vescovi sono aiutati dai presbiteri, dal collegio

presbite-24 Upirta/a ad Smyrnaecs, 8,1, SCh 10,138: „Come Gest) Cristo segue il Padre, seguite tutti ii vescovo e i presbiteri come gli apostoii; venerate i diaconi come ia Iegge di Dio".

(14)

rale. Gli apostoli come primi hanno presieduto le Chiese particolari, dopo di

loro vengono i vescovi, consigliati dai presbiteri. Di nuovo possiamo dedurre

quale ruolo compiono in questo caso i presbiteri. Essi sono i consiglieri del

vescovo che si preoccupano della fede, della comunita e sono un gruppo che e

piu vicino al vescovo. Sappiamo anche da altri passi che i presbiteri prolungano

1'azione pastorale del vescovo. La Chiesa particolare e condotta dal vescovo

eon i suoi presbiteri.

'Aon(Hou.ctL ió v a^LÓ9EO*v EJttoxoJtov x a i BeonęejtEg jtgEoPuiśgLOY x a l roug ouv5oi)Xou$ pou 6taxóvoug x a l roug x a l x a i ' d v 5 g a xotl xotv^j jta v ia g óvópaTt 'Iqoou X $torou x a l Tt] o a$ x l au ro u x a l TM a tp a n , jtaOEt TE x al avaoraoEL, oaQxtxp TE x a t jtveupaTtxf) EVÓTqn Osou x a l ńpt&y^

Questo secondo ed ultimo passo relativo ai presbiteri nella lettera Agli Smir-

nesi non ha tanta importanza. Ignazio nel congedo elenca prima il vescovo, poi

i presbiteri e i diaconi. Al vescovo ed ai presbiteri aggiunge gli awerbi. Prati-

camente entrambi significano: degno di Dio. Se ci rendiamo conto che il

vescovo e scelto dal collegio presbiterale per condurre la Chiesa particolare,

non ci si stupisce della somiglianza tra le definizioni aggiunte.

7. Lettera a Policarpo. La settima lettera di Ignazio, e - a differenza delle

altrea- indirizzata solo al vescovo di Smirne, Pohcarpo. E ' stata scritta, come le

due precedenti, in Troade. E anch'essa, come tutte altre, comincia eon il saluto:

„Ignazio, Teoforo". Essa contiene 8 capitoli. Nel I capitolo Ignazio loda la piet&

di Policarpo, ben fondata sulPinsegnamento di Gesu ed anche lo incoraggia

a resistere bene. Usando la parabola evangelica del serpente e della colomba,

gli consiglia d'essere prudente come il primo e semplice come l'altro animale,

nella sua vita di vescovo. 11 III capitolo porta l'esempio di un atleta che subisce

i colpi e vince, similmente il vescovo deve stare fermo e sopportare ogni cosa

per Dio e per i fedeli. Nel IV capitolo Ignazio suggerisce di preoccuparsi delle

vedove, degli schiavi e di tutti i fedeli, di avere la vera liberta. Nel V capitolo

1'autore si dedica ai consigli che riguardano la vita matrimoniale e la castita.

Ogni cosa deve essere fatta per la gloria di Dio. Eccezionalmente il VI capitolo

e indirizzato ai fedeli. Ignazio chiama tutti a riunirsi intomo al vescovo. Nel VII

capitolo, come nelle due ultimę lettere, Ignazio, avendo ricevuto buone notizie

dalia propria Chiesa, del ritorno della pace, chiede Policarpo di eleggere uno,

che porti in Siria gli auguri dalia Chiesa di Smirne. 11 cristiano deve vivere non

per sć, ma per servire al Dio. L'ultimo, VIII capitolo, contiene il congedo.

/bldem, 12, 2, SCh 10, 142: „Saluto ii vescovo degno di Dio, i) venerabite presbiterato, i diaconi miei conservi e uno ad uno tutti insieme nei nome di Gesd Cristo, neiia sua carne e net suo sangue, netta passione e netta resurrezione corporate e spirituate in unione a Dio e a voi".

(15)

IL PRESBITERO NELLE LETTERE DI IGNAZIO DI ANTIOCHIA 155 NeHa lettera a PoHcarpo Ignazio una volta sola parła direttam ente dei presbiteri, nel capitolo VI che, come unico, e indirizzato alla comunita.

'Av-ttt)njxov eyd) Tóv ujtoiaooop.EV(ov iM EJttoKÓJttp, ngEoPuiegon, 6iaxóvoi5 ^ .

Ignazio ancora una volta ricorda di sottomettersi al vescovo, ai presbiteri e ai diaconi. Afferma la propria opinione, offrendo la sua vita per quelli che fanno cosi. La struttura della Chiesa particolare e ben esposta. 11 capo e il vescovo. I presbiteri e i diaconi sono suoi collaboratori, ma hanno impegni diversi. Noi ci concentriamo sui presbiteri, che formano il collegio presbiterale, un gruppo di consiglieri che sono piu vicini al vescovo. 11 loro impegno pastorale deriva dal vescovo, ma servono il vescovo come quelli piu vicini, che lo aiutano eon la loro saggezza e !'esperienza. Essi formano una parte sostanziale nella Chiesa parti­ colare.

Ignazio nelle sue sette lettere 23 volte dirige il suo pensiero ai presbiteri. Abbiamo visto quali sostantivi usa. 11 primo, ó npeopńrEgoę, e introdotto da Ignazio 9 volte, nei casi genitivo, dativo ed accusativo, tutte le volte al plurale. 11 secondo, npEo]3uTEQt.ov, e usato 13 volte, nei casi nominativo, genitivo, dativo ed accusativo, tutte le volte al singolare. L'ultimo, ró ouvE&ptov, e usato solamente una volta.

Ignazio offre una prospettiva dei presbiteri di tipo descrittivo. La sua visione e ecclesiale, ma soprattutto pratica, utile. La missione del presbitero ha la sua sorgente in Cristo^. I presbiteri, come il vescovo, devono avere il pensiero di C risto^. 11 presbitero compie la funzione del m ediatore fra Dio e gli uomini29. Ignazio consiglia 1'unita dei presbiteri eon il vescovo non per sotto- lineare la potesta gerarchica, ma per ricordare che 1'atmosfera ecclesiale si alimenta di armonia e di com unione^. La vicinanza tra il vescovo, i presbiteri ed i fedeli e soprannaturale^. L'unita del pensiero del vescovo e dei presbiteri attua concordemente la volonta di Dio^^. 11 collegio dei presbiteri e immagine

Lp/r/a/a ad Po/ycarpaa], 6, 1, SCh 10, 150: „Offro in cambio la vita per quelli che sono sottomessi al vescovo, ai presbiteri e ai diaconi e eon loro vorrei essere partecipe in Dio".

2? Cf. P. Meloni, La atZ&Hoae de/ vescovo /a 7gaaz/o d/ Aadocb/a e ae//a /darg/a, in: S. Felici (ed ), La/orataz/oae a/ sncerdoz/c ał/ad/er/a/e ae//a ca/ecber/ e ae//a /esd'a:oa/aaza d/ vda de/ Padr/ [= Biblioteca di Scienze Reiigiose 98], Roma 1992,22.

28 Cf. /b/deat, 23. 29 Cf. /b/deat, 24. 8° Cf. /b/deat, 27. 8' Cf. /b/deat, 29. 82 Cf. /b/deat, 30.

(16)

del collegio degli apostoli^^. Ai presbiteri Ignazio raccomanda anche le virtu proposte a tutti i credenti: la saldezza nella fede, 1'umilta, lo spirito di pace, la bonta, la purezza, la temperanza, il rispetto, la sapienza, la serenita, la fuga dalFira, 1'impegno nella vita sociale, il dono di se, la vittoria sulla gelosia, la magnanimita, la fortezza e la perseveranza sino alla fine, l'equita, la calma, la pazienza, la semplicita, la prudenza, lo zelo, la fede perseverante nella preghie- ra e nelFannunzio del Vangelo^. 11 presbiterio deve essere in armonia eon il vescovo e eon il popolo^.

Ignazio presenta Timmagine del presbitero, nascosta nelle sue lettere. Accanto alle sue caratteristiche, espone nella struttura della Chiesa il posto particolare dei presbiteri. Anzitutto sottolinea Funka che collega i presbiteri eon ii vescovo ed i fedeli. Con grazie a Ignazio, possiamo meglio scoprire chi erano i presbiteri nel II secolo della Chiesa.

QUID S. IGNATIUS ANTIOCHENUS IN EPISTULIS SUIS DE PRESBYTERIS PUTAVERIT?

(Argumentum)

Studium de presbytero apud Ignatium Antiochenum tractat: de eius persona, de eius navitate ecclesiastica, de eius magisterio. Post introductionem de vita, origine, martyrio et epistulis inquisivimus, quibus definitionibus utatur Ignatius scribendo de presbytero. Deinde investigamus explicationem singulorum epistularum fragmen- torum. In fine, in compendio studia et praxim Ignatii exhibere conati sumus.

Cf. dMdełn. Cf. iUdem, 33.

35 Cf. C. Riggi, 7/ jacerdoza? annuferia/e ne/pem iero dl 7gMnz<o d; AndocAia, in: S. Feiici (ed ). op. cit., 45.

Cytaty

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