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Ventidue anni di studi e lavori sul Po dal 1919 al 1941

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Dott. Ing. OSTILIO GORIO

ISPETTORE GENERALE DEl GENIO CIVILE

VENTIDUE ANNI DI STU I

E LAVORI SUL PO

DAL 1919 AL 1941

ROMA CARTOTECNICA ROMANA

(2)

PREMESSE

I lavori di sistema<Ìmle del Po ad alveo di mag1·a fn1·ono imi.zìatì ·11el 1919

e sono tuttora. in corso; ess1: fnrollo esegnih in un primo tempo '//el solo ùn-teresse della ·nam:gazione per natwnti dn 600 tmmellate nel t·ratto ·intermerlio

della vùt cl'acquct Fenezia-Jliilano, ed in segnito pn:ncipabnente cmne ope·re eli s·istemazione del basso alveo d.cl Po, •JMl tratto tra foce Adda. e foce }J{incio. Si {'1'(/.fta eli lavo·ri di ca.1·attere eccezimw.le cd nnico, aZ:m.eno pe·r qna.nto 1''/:g·ucwrlc" l'Italia, pe·r i quali fnrono escogitati dei siste·m .. 1: d·i lavo·ro o1·ig1:nali e forse degni di qualche ·nùmzìouc. .

Nellct ·redrt.zione dei pl'imi ZJI'O[!ctti llo collaborato con l'Ispettore del Genio CHvile. addetto all/Is1Jettorato del Po, P1·of. h1g. Carlo Falentini, e successi·nam.ente p1·osegni·i nel completam.ento dei ·1·ela.tivi stncZ1:, e alla ese-c·nzione dei lamor1: escogitando ·nuo·m: sistemi ecmwm:ici per l' esecnzione d elle ope1·e ·in alveo e cli·1'1:gencZo ·1: la·vo·I'Ì fino al 1941, quando fni ch:iamato a Ro-ma qnale Capo clell'Uffiòo del Tevere.

Tl ·1nio posto, dopo 1t:ll((. Meve cHrezione tennta. clcr wn altro fnn.z1:onario, fn occ~tpato dall 'Ingegne·re del Genio Civile Rossi·n i 'l'orqu.ato, (oggi Ùlge-gnere Ca.po) che ji11 dal 1926 ave'l!(t eo11 me collaborato allo studio ed ai lm•o1'-i del Po c che tnttora. li dirige.

Si-i desùle·ra 0'1'((, pa·rlare cui qu.esti lavori, perchè ·rim.anga. qualche r'ÌCOI'-do della pass1:on.e porta.ta. a tale p1·oblema e delle ansie sofferte, ams1:e che se ora, dopo funte p·I'O'IM, sono cessate, e'/·ano al.l.o·l'n incombent·i, qu.r/'lldo ·il Po hz, piena., collandato1·e poderoso, ma eli: pochi ·1·igu.anli, a.ff'I'Onta·va con le sne sollec-itazioni le ope1·e incom.plete.

Be con questo scn:tto sz: volessero ricordare le pe·rsone che hanno colla-bora.to

o.·i

lavo/'1:, dov·rebbero anzz:t·u.tto essere indicati i nom.1: dz: qu.egli ope·rai, fortnnata:lnente pochi, che per z:nfortu:nio caddwl'o w.i ln·von:, ed ·1:'110ltr'e d·i t·u.ttz: coloro che, spz>nt-i dai ]J'rim.i risultati e dalle pri·me esperienze collabora-rono, ecl alcllini a:1wo·ra. collaborano, con e·ntu.siasmo, con intell·igenza e con capacità pc·1· ·1·accogl·zlC'I'e qualche fru.tto eli tanfo travaglio nwteriale ed ·intel· z'ett·u.a.le.

S.i intende soprahr.tto rico'I'Cla1'e ciò che è stato fatto pe1· la sistemazione del Po nel penoclo dal 1919 al 1941 da pa·l'ie dell'Ufficio del Gen·io Civile cz.i Pcwma, clenom.ùwto Sezione Anfononw per il Po, per l.'wvvio e la esec/1-z·l:one della parte Ù1.izùtle eli un'ope·ra cos·ì poderosa e più che altro pe·rchr 1·est·i tmccin eli qu.este fatiche e si conosca come si è gùmt-i ai 'l'isulta.ti del

1941, zwi m.igl·iom.t·1: in segnito, col m.aggiore avanzamento de1: la•uori. L'Ingegnere Ca.po del Genio C·i·vile Rossini Tm·qnato che, wme ho ·ricor-cla.to 1ni è su.ccecluto couw di1·ettore dei lavori di sistemazione del Po, in una s·u.c~ mem.o·1·ia. dal t#olo "In ca·mm1:110 verso ln sistem.o,zione d,el, Po", che 'VI:C'Iw pnbbl-ica.ta. quas·i conten1porameamentc alla presen.te, dà not·iz-ia amche del p1·oseg'W1 cZei lavori e dei risultati fi·11o a oggi consegu.di.

Roma, settembre 1953

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N ella. presente me·lìUJria. v·iene trattato della sistemnz,ione a corrente li-ber((, del Po, nell'inte·resse della 1w:v'igazione e della. d·ifesa iclnt:nlica, come ZJI'ogettct.z·ione e come esecusio11e de·1: lavori e viene descritto nno spec·iale

s1'ste-llut economico adottato JHW la. cost,r·nzione delle d·ighe in alveo ne1: [ùf.mi et. letto mob-ile.

*

Da.ns le prèsent m.élnoire il s'agii de l'aménagement cl1t. Pi3 à conrant

z:,:b,·e

da.ns l 'intérét de la. naviga. Non et de la défense hyclmnliqne so-it com-'me projef((.fion soit camme exècnt·ion cles trava'l/:c et on met en éviclence nn spécia.l systè·rne écon01nique adopté pou:l' la constl··uction des d.1:gnes dans le

z.it

d'étiage cles flenves à lit mobile.

The objet of the present work is the arrangement of the rive1· Po whith fhe "free flowing wate1·" system, fai' the 1w1Jigation profit a;nd ,fo1· the hy-d,mnlic p1·otect·ion, projecta.tion and execution o.f the wo1·ks .

.Llio1·eove1' thM"e is described cm econo,m.ic and szYecùt.Z. system aclopted [o1· the consh·nction of t h e dams ·in

t

h e strram of the rivers wh·ich h((.Ve a va.g1·ant cha.nnel.

*

In gege·n·1vii:rtigen N otizb1tch ist es die Iheiestro,ma.nonlmnng cles Po-flnsses ·1:n dmn In t eresse der S chi.f.fahrt ·1111 cl de1· H ycl')'(t.U.lischen Y erteid~l:gnng beha!lldelt, ·u:nd das wie als Pla'n, so als TVerka·usfiiJt'l'·nng. Ist es 11och m:1 besoncle1·es spa:1·swmes a11genomme·nes Sysfem .fii:r den Ban de1· hn Flnssbett·~ gel.egenen Dii:m·me-1· beschrieben in dem Fall de1· FWsse'l' mit beweglichem, Betf.

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I N

D

I C E

Comportamento clellè opere eli sistemazione nel basso alveo del P o sotto l 'azione della più alta piena conosciuta cioè quella del

novembre 1951 . .

Inizio dei lavori eli sistemazione del Po. Progetti Valentini-Gorio Commissione del l\iinistero dei LL.PP. - D.J\1:. 15 luglio 1922 n. 8319 .

Progetto eli massima dell'Ufficio Idrografico del Po di Parma del 7 novembre 1923 .

- Proseguo dei lavori sul Po dopo le conclusioni della Commissione Condizioni del Po prima della sistemazione - Concetti fonda-mentali adottati nella progettazione del canale di magra fra foce Adda e foce Mincio

Happresentazione piana del còrso del Po Rilievo del corso del Po

Studio del tracciato eli sistemazione . Tipo di opere proposte per la sistemazione

Necessità di trovare un sistema economico per la costruzione delle opere in alveo

Speciali attrezzature costruite per l'esecuzione del tipo econo-mico idea t o

Complesso galleg·giante ideato per la rapida costruzione delle opere in alveo economiche .

Cantieri ed officine eli Boretto

N a tanti in servizio dei lavori del P o. Unità avute dalla Ger-mania in conto riparazione danni di guerra .

- l\iateriali occorrenti per tutte le opere di sistemazione - Un nuovo tipo eli buzzone .

Calcoli analitici delle curve. Loro tracciato sul terreno Come praticamente sono stati eseguiti lavori in alveo Esperienze acquisite a tutto il 1941 .

Opere eseguite a tutto il 1941 .

Economia che si realizzerà, a lavori ultimati,· avendo adottato, per le opere in alveo, il f>istema Gorio

- Hisultati ottrnnti

Servizi istituiti nell 'interes:-;e clr1le navigazione e delle piene - Necessità dei lavori sul Po e c1ella c·ostruzione del canale cla

Cremona-Milano a completamento della grande linea d 'acqua Venezia-Milano Pag. l » l »

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CO:rvrPOR'J'AMEN'l'O DELLE OPERE DI SISTEMAZIONE DEL BASSO ALVEO DEL PO SOTTO L'AZIONE DELI1A PIU' AI,TA PIENA

CONOSOJUT A CIOE' QUELLA DEL NOVEMBRE 1951

r,a relazione 21 agosto 1952, che fu redatta dalla Commissione per lo studio dei problemi tecnico-scientifici determinati dalle alluvioni dell 'au-tunno UJ51, nella parte in cui si sofferma sul problema del bacino del Po e precisamente nel capitolo che tratta dell'alveo del fiume, ha posto in par-ticolare rilievo che l 'alveo sistemato, o meglio in corso di sistemazione, da foce Adda a foce Mincio, ha assolto in tempo di piena una duplice fun-zione e cioè quella di impedire gli spostamenti del filone principale di cor-rente contro g·li argini, e quella di mantenere nella sezione dell'alveo di pie-na, un 'area a fondo libero, sg·ombro di vegetazione e di ostacoli, di isole ecl alluvioni, nella quale il deflusso di piena poté procedere senza brusche va-riazioni di sezione liquida e eli raggio medio, con andamento regolare a curve ampie opportunamente adottate.

Le opere, c(m la loro azione dell'allontanamento del filone di piena dalle sponde, hanno impedito corrosioni degli arg·ini maestri ed infatti le rÒtte dell'autunno del 1951 nelle provincie di Parma e di Reggio Emilia non sono avvenutfl per corrosione.

Continua la relazione col riconoscere anche il fatto che durante la cata-strofica piena del Iiovembre 1951 nel tratto considerato le opere di sistema-zione, benchè incomplete, hanno riportato danni minimi corrispondflnti a solo il 2% circH dell'importo dei lavori.

Risnltato questo veramente eccezionale in considerazione del metodo economico adottato per la costruzione delle opere in alvflo, che sono le più importanti, comp, verrà in appresso indicato.

TJa predetta Commissione propone una più rapida esecuzione delle ope-re di completamento con una spesa di 6 miliardi di liope-re, nonchè la esecu-zione m altre località .di opere analoghe con un 'ulterior8 spesa di lO mi-lianli eli lire.

INIZIO DEI LAVORI DI SISTEMAZIONE DEL PO. PROGE'l'TI V ALENTINI-GORIO

I,o studio della sistemazione dell'alveo di magra del P o fu iniziato nel 19HJ più particolarmente a scopo di miglioramento della navigazione del fimuf' nella sua asta intermedia per natanti da 600 tonnellate.

· Il primo progetto, compilato dall'allora Ufficio Superiore del VI Com-partimento (Ispettorato del P o) con sede in Parma, porta la data del 20 maggio 1919, risulta firmato dall 'Igpettore Superiore del Genio Civile Ing·. Prof. Carlo Valentini, che dirigeva allora detto Compartimento, e clall 'In-gegnere eli 33

classe Ostilio Gorio, che nel 1919 era stato messo dal Ministero dei LL.PP. a disposizione dell'Ispettorato predetto.

I1a Direzione Generale delle Opere Idrauliche, con lettera 27 dicembre 1918 n. 6784/7117/7212, aveva dato ordine di predisporre dei progetti, nei limiti di quattro milioni, per opere atte ad ottenere l 'aumento della possi-bilità di navigazione sul Po per la portata di 600 tonnellate, come da pro-poste prima avanzate dall'Ispettore Valentini il 2 dicembre 1918 con

let-tera n. 1745 del detto Ufficio del VI Compartimento eli Parma. Nel progetto venivano proposte, nell'interesse della navigazione:

l) Escavazioni artificiali;

2) Opere destinate a contenere e raccogliere la corrente; 3) Servizio eli segnalamento della linea çli rotta.

Per contenere e indirizzare la corrente, vennero proposti lavori da ese-og·uire nel tratto di Po fra lo sbocco dei suoi affluenti Enza e· C1•ostolo. co11

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lo :sviluppo, secondo il filone, di eirca 14 Km. e per l 'importo di L. G.000.000,

facendo conoscere, nella relativa relazione, l[nali erano state le direttive di masç;ima adottate 1ier la sistemazione proposta ('!.').

Fn scelto tale tronco perchè fra i più difficili e percbè vicino alla sede di Parma.

~Bhegniti aecnrati rilievi planimetrici ed altiù1etrici nella zona in esa-me, determinata in 400 mc. al secondo la portata di magra del Po, e defi-nito in metri 2,50 il minimo fondale occorrente ed in m. 250 la larghezza del ranale regolato sulle soglie per la navigazione di natanti da GOO ton-nellate, la sistemazione fn proposta partendo anzitutto dal concetto di con-servare la stesc;a lunghezza del filone quale era stata rilevata, di chiudere i bracci seconclari allo scopo di riunire in un unico ramo le acque eli magra e fissanclo le cnnie concave in destra e sinistra nel numero eguale a quello

riscontr::~to nei rilievi.

Co1ue tracciato per le curve venne fissato per la prima volta un

anda-mento planimetrico parabolico, per meglio assecondare la corrente lungo le rive, tenendo conto delle osservazioni <sperimentali del Farg·ue che poi portarono alle sue leggi (*'*") e per la loro stabilizzazione venne proposta una struttura eli doppio strato eli buzzoni (elementi cilindrici già noti e eli anti-co uso sul Po, formati da nn nucleo eli ciottolo ed nn involucro di rami di salice, legati con lacci di filo di ferro) ricoperti poi da uno strato eli pietrame. Nelle parti convesse e nei rettifili per restringere il fiume venne fatto

affidamento sulla funzione di palificate di legno da infiggere nell'alveo, a riclosso delle quali dovevano venire appoggiate delle graticciate di salice, alfine di ridurn· la velocità delle acque, determinare il deposito delle tor-bide e quindi provocare degli interrimenti laterali al canale principale, in analog·ia a l[ nanto era stato fatto, con esito soddisfacente, in Franeia sulla Loira e snl Rorlano.

N el progetto del 1919, a pag. 28 e seguenti della copia litografata, si disrnte nei riguardi della curva da sceglierr per le parti eoncave del traeeia-to. Si conclude con 1 'adottare il tracciato planimetrieo parabolico come quel-lo che, pur eonservancquel-lo la imperfezione di quelquel-lo eireolare nei riguardi del punto di tangenza, pur tuttavia annulla l 'altro ineonveniente della eostanza della curvatura ehe invece nelle parabole risulta massima nel vertice e

mi-nima~ nel punto di raccordo col tratto rettilineo.

E' la prima volta, almeno a quanto mi consta, che sia stato proposto ed adottato nn tipo di enrva paraboliea. Sta però il fatto che, nelle tavole che accompagnano detto progetto, per semplicità di disegno il traeeiato fu segnato circol1;1rr anzichè parabolico.

Snceessivamente il 10 febbraio 1920 con eriteri simili e dopo i neeessari rilievi fn presentato con le stesse firme il progetto relativo alla sistemazione del Po nel tratto adiacente a monte, foee Taro - Foce Enza della hm-ghezza di circa Km. 2G dell'importo di L. 9.700.000 (Fig. 1).

Cosicchè con i due primi progetti di massima si prevedeva la sistemazio-ne clrl Po ad alveo di magra da foee 'raro a foee Crostolo di uno sviluppo di eirca Km. 40 e per un importo totale di Lire 16.200.000.

T criteri fondamentali di massima adottati dall'Ispettore Prof. Carlo Valentini, per la sistemazione del Po, ebbero poi negli effetti la eonferma della loro esattezza, eioè si mostrò appropriato il metodo consistente nella fissazimH' di curve a traeciato parabolico alternato sulle due sponde, fissando (*) Cfr. Progetto per il miglioramento della 11avigazione r1el Po per grande traffico nel tratto fra lo sbocco dell'Enza e quello del Crostolo - Valentini-Gorio - P a l'ma - Lito-grafia Zanlari - 20 maggio 1919 ..

(**) Cf1'. · Hyc1raulique fluviale. La forme d n li t de rivièl'es a fond mobile pal' L. Fargue - Paris 1908.

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solo lp parti cc:ncave del tracciato che si raccordano a tratti rettili11ci nel passaggio o sulle :o;oglil' da una spom1a all'altra, ma lasciando sullP soglie stessA nna opportuna larghezza in rapporto alla portata di magra e prov-vedendo poi a costruire, ove fosse necessario, dei pennelli nelle patti con-vesse r1el. tracciato e in corrispondenza ai tratti rettilinei di raccordo. Il tipo sperimeutato per le opere in alveo, che erano state previste in semplici pali-ficate con graticciate, e ciò allo scopo precipuo di raggiungere la sistemazio-ne col minimo di8pendio, non dettero invrro esito favorevole quale ave-vano r1ato, come si è detto, sopra altri fiumi francesi, quali la Loira ed il R.odano marittimo.

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TratciAI~ del primo progHto per le ii$!~maz~ del l'o Tratto Sacca· fott!: P.trma.ntiu

l

Fw. l - Tracciato per la sistemnzione del Po, nel tratto Sacen foce Panna seeomlo il pro-gotto Yalentini-Gorio clel lfl20 (graficamente le cmTe sono arehi rli eerchio nnziehè archi~ eli. paraholn, come pToposto nel JH'Ogetto).

I;a spesa nomplessiva per g·li èsperimenti delle palificate fu di circa

lr. 500.000 in quanto Cfnella per l'impianto delle attrezzature, quali le por-tiere, cioè barche piatte in lamierino di ferro da trasporto, ed i battipali

na-tanti, fnrono poi utilizzati in pieno nei successivi lavori di altro tipo. Ora r,he i lavori di sistemazione del Po sono avanzati nel loro syilnppo e si sono determinate in alveo zone protette dalla violenza delle acqur di piena, Ri è ritornati al concetto di adottare in qualche zona le palificate con graticci o buzzoni, in condizioni però ben diverse da quando il fimne era completamente allo stato selvaggio ed il filone di piena poteva vag·are

in 1111 alveo largo anche vari chilometri rd era libero di affrontare le f'lponde

anche normalmente. In tale situazione si possono formare dei fondali note-voli,::sim[ e così., per citare un esempio, a 'rorricella Mantovana si sono ri-.scontrati più di 20 metri sotto la magra in un tratto in cni il ramo

prin-cipale di Po affrontava normalmente la sponda .

.l'l'la nelle sistemazioni dei fiumi, r,ome autorevolmente eone] n de anchP il nr l\'fn·.; nella sua c;pera « Rivii'res f1 courant libre », alla fine del capitolo -gulht « R.égularisation cles flenves rt riviè·res » (*), solo con una lunga e~pe­

rienza basata sopra pazienti osservazioni e spesso a seguito eli sconfitte ripe-(*) Ufr. Na,igation Tnt6rimue - RiYièrl's h. cournnte lilll'e pn1· F. B. Dc 1\IAS

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tute si può giungere a riconoscere quali siano il metodo e le opere più oppor-tune da adottare per un determinato fiume. E qui mi permetto di aggiun-gere che questo avvi t> ne perchè ogni corso d 'acqua ha una sua natura speciale e quindi per ciascuno di essi vanno adottati provvedimenti ed opere adatte alla particolare loro caratteristica.

COMMISSIONE DEL l\'IINIS'rERO DEI LI~.PP. - D.M. 15

I~UGLIO 1922 N. 8319

Dopo la morte del compianto Ispettore Valentini (24 maggio 1922) ed in vista degli ulteriori sviluppi dei lavori e del complesso dell'impianto della grande linea di navigazione Venezia-Milano, e quindi per un g·enerale riesame eli tutto il problema relativo alla navigazione del Po, il Ministero dei LI1.PP. con decreto del 15 luglio 1922, n. 8319 nominava una Commis-sione p1·esiecluta dall'O n. Senatore Ing. Leone Romanin J acur e composta dagli ing·egneri Eugenio Bergamasco (Senatore), Francesco Mauro ( clepu-tato), Nicola Caletta Presidente emerito del Consiglio Superiore dei LL.PP. Luigi Luiggi Ispettore Superiore del Genio Civile (deputato) e dei seg·uenti altri Ispettori Superiori del Genio Civile: Edmondo Sanjust Di Teulada, Edoardo Sassi, Luigi Cozza, Ugo Gioppi, Antonio Averone, Paolo Pizzi, e

del Prof. Gaudenzio Fantoli del Politecnico di Milano. Fungeya da Segre-tario Capo l 'Ing. del Genio Civile Mario Gian dotti, Direttore dell'Ufficio IdrogTafico del Po, con diritto eli voto, assistito dall'avv. Antonino Vitali, Capo Divisione del Ministero dei LIJ.PP. e dall'Ing. Ostilio Gorio del Ge-mo Civile, Direttore dei lavori eli sistemazione del Po.

T quesiti proposti alla Commissione in riassunto furono i seguenti: l) se le opere eli palizzate avevano dato buoni risultati e se era il caso c1 i. estenderne l 'impianto;

2) se, nel caso che l 'anzidetto sistema si riconoscesse di scarsa effica-cia, migliori effetti non potessero conseguirsi con altri sistemi di opere, tenuto conto anc~he di quanto con buoni risultati, in paragonabili cireostanze, era stato fatto all'estero;

3) se nei riguardi dell'esercizio della navigazione fossero da temersi

i dannosi effetti derivanti al regime del fiume recipiente dal trasporto e dai depositi di materiali convogliati dai principali corsi d 'acqua tributari; 4) se e in quali limiti anche nei riflessi economici potesse farsi asse-g·namento sulle draghe per rimuovere gli ingombri di eui innanzi.

Gli studi e le discussioni in seno alla Commissione, che pubblicò po1 1

suoi lavori

C"),

furono fecondi eli utili risultati e molti concetti poterono

esser~? messi in chiaro.

Anzi. tutto fu riconosciuto:

I) che il Po nel tronco Cavanella Po - foce Adda possiede natu-ralmentle, ai fini della grande navigazione, caratteri suoi fisici ed idraulici assai migliori ed in ogni caso non inferiori a quelli pertinenti a celebrate v1e fluviali dell'estero, ridotte dali 'arte della sistemazione in alveo di ma-gra a potenti arterie navigabili;

TI) che con opportune opere eli regolazione dell'alveo, traendosi am-maestramento dalla fatta esperienza e seguendo nella loro esecuzione le direttive di larga massima contenute nei verbali della Commissione e negli (*) Cfr. - :Ministero LL.PP. - Commissione per lo studio llelle questioni attinenti alla navigazione clel Po per natanti <li almeno 600 tonn. D.Ì\L 1571922 n. 8319

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studi e;;,egnitì dall'Ufficio Idrografico del Po di Parma si sarebbe potuto ragginn,'],'ere lo >:capo di ottenere, in eletto tronco, i fondali adeguati ai biso-gni della navigazione per i natanti da 600 e più tonnellate;

ITI) che l 'esecuzione delle opere di sistemazione del P o, dando un pm regolare andamento al corso vivo del fiume, sarebbero riuscite, a causa delle difese, a tutelare o salvare vaste estensioni di tmTeni golenal·z:

produt-tivi, ciòr dei terreni sih1ati fra gli argini maestri e le sponde;

IV) che ove venisse decisa la grande navigazione dall'Adriatico, per Milano, poi al IJago Mag·giore, il Po, sistemato come sopra detto, nel tratto Cavanella -- f()ce Adda, sarebbe cla preferirsi per ogni riflesso ad altre soluzioni di canali laterali !:' di vie pedemontane.

PROGETTO DI ìVIASSIMA DELL'UFFICIO IDROGR.AFICO DEL PO DI P ARMA DEL 7 NOVEMBRE 1923

N el corRo clei suoi lavori la Commissione nella sua 5" adunanza del 10-8-1923 aveva dato incarico all'Ufficio IdrogTafico del Po, essendo detto Uffir•io per la sna specifica funzione in possesso di maggiori dati fisici ed idrm1lici relativl al Po, di predispmTP un progetto generale di sistemazione, tenendo debito conto degli effetti e risultati ottenuti dalle opere esegnite con l'inizio dei lavori dei primi dne progetti del 1919 e 1920.

'L'ale progetto porta la data del 7 1wvembre 1923 ed è riportato per esteso nella pubblicazione fatta dalla Commis:;;ione a pag. 78 e seguenti: ed in appendice soì1o riportate le planimetrie dell'Istituto Geografico :Militare in scala l: 50.000 con le indicazioni della sistemazione proposta (Fig. 2). Da dette planimetrie si rileva senz 'altro che, per ciò che riguarda il

gTafìr~o. si tratta eli nn andamento acctmnato e di larghissima massima, che altrinwuti non· si giustificherebbero le anomalie che si riscontrano in lunghi tratti del fimne serrato fra due difese pressochè parallele e continue, come si rilev:mo di:owPndendo fra Brancere (Cremona) e Polesine Parmense per oltre 5 km. e fra Zibello (Parma) e foce Taro per circa altri 10 km. e pro· postt' r1i lunghe difese convesse che non avrebbero potnto migliorare il corso del fìuiY,e, mentre è noto che il rinserramento di nn fiume lungo due. sponde opposte è sempre da evitarsi, perchè procura uno scavo ·generale a m:onte ed nn deposito generale a valle con peggioramento progressivo dei fondali. In conclusione, se la relazione del progetto fu fatta con ogni cura, non altrettanto si rileva dai grafici, tanto che è da presumere che siano stati tracciati non dal progettista in persona, ma r1a persona forse non troppo competente.

Ciò è anr~he confermato dal fatto che lo stesso Ingegnere Prof. Giandot-ti ebbe poi ad approvare incondizionatamente il vero tracciato esecuGiandot-tivo, il q n a lP, se segue le direttive teoriche cl e i progetti Va lentini del 1919 e 1920 e del Giandotti del 1923, non segue certo quelle. dei .tracciati indica-tivi elw que~t 'ultimo progetto accompagnavano. · ·

Sta però di fatto che nella elaborazione descrittiva del progetto, che è certo (1a ritenPre la sola parte fatta direttamente dal Capo dell'Ufficio Idro-grafico rlel Po, i concetti principali di impianto non si distaccano da quelli già adottati dai p~·imi progetti Valentini, n è d 'altra parte poteva essere diversamente, data la grande conoscenza diretta che il Valentini aveva di tutte le prineipali Yie di navigazione dell'Europa e del Nord ;bnerica e della sua competenza nei lavori di sistemazione dei fiumi. Natm:almente nel nuovo prog·etto furono abolite le palificate con graticci, sostituite . èon elementi di tipo pil't robusto, quali sono riportati nella Tav. III del progetto 7 novem-bre 1923, elementi che poi praticamente non sono stati mai adottati, per avere r1trovato nel successivo sviluppo dei lavOl'i, possibilità eli tipi più so-lidi e più economici.

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iMM

1000

FIG. 2 Tr,lcriato per la sistemazione del Po nel tratto éla Torricella Parmense a foee Parma seconclo il progetto eli mac2ima clell 'Ufficio Idrografico del P o eli Parma rlel 7 nowmbre 19:23.

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7

In detto progettc tlel 1923 fn ammessa la esistenza eli 18 punti fissi nelle divagazioni che il finme libero da ogni opera effettuava dopo ogni piena, ed in particolare Eu stabilito di non seguire a valle eli Casalmaggiore la curva a ridosso eli foce Parma in destra, ma la più breve via in sinistra eletta di Fossa Caprara, perchè su questo argomento si era aperta una lunga e dibattuta discussione nel corso delle sedute della Commissione.

Sia la questione dei punti fissi che quella eli li'ossa Caprara furono su-perate successivamente dopo altri studi fatti ed approfonditi in occasione dell'esecuzione del tracciato definitivo eli sistemazione in tutto il tratto foce Adda-foce .Mincio eseguito nel 1931.

Dei punti fissi non si tenne più eonto, in quanto risultò che questi non dipendono da caratteristiche peculiari del fiume ma dal fatto che alcuni tratti eli argini maestri più avanzati nel corso vivo del fiume erano stati da tempo potenJemente difefli pe1· opera clell 'uomo, per cui in quelle loca-lità nessuna azione potè più essere consentita alle corrosioni delle sponde, che al succerlersi drllr piene discendono da montr a vallr, come si verificava altrove e comr si sarebbe verificato in corrispondenza di quei punti se quivi nun fossero esistite delle difese.

Avendo suecessivamente iwl trac('iato definitivo fissata la posizione eli 51/ curve mediante robuste difese, queste divennero altrettanti punti :fissi il{ di pen •1en temente da quelli preesisten ti.

Nella definizione di 'eletto tracciato neppure fu possibile tenere conto eli quanto avrebbe voluto la Commissione, di far cioè passare il :filone a valle di Casalmagg·iore in sinistra del braccio detto di Fossa Caprara, più breve rli quello in destra eli foce Parma in quanto la condizione essen-ziale nella sistemazione cl e i :fiumi è quella eli non variare la lunghezza dello sviluppo del :filone sopra un lungo percorso e non quella di non variarlo sopra un breve tratto eli pochi chilom.etri perchè si può allungarlo in nn tratto purchè lo si accorci in nn altro distante da quello.

'rale concetto, preso eli base già nei clne primitivi progetti, fu poi te-unto come una delle condizioni principali nello studio definitivo eli tutto ·il tracciato e ciò con esito positivo, in quanto proprio nel tratto in

questio-ne con le opere eseguitr sulla sponda eli Casalmaggiore fn spostato il filone in destra e sono ormai molti anni che lo stesso si trova a riclosso della curva di foce Parma ( cmva n. 26 di Mezzani) clave già nel secondo progetto del 10 febbraio 1920 tra foce Taro e foce Enza era stabilito di passare, per utilizzare unn lunga difesa già esistente prima delle progettazioni.

D 'R ltra pa1'te questo ultimo fatto è eli per se stesso convincente della

possibili t~ dell'andamento prescelto, in quanto, se vi era una vecchia difesa, è certo che il fiume per di lì era passato e per vari anni.

Il motivo che ali 'epoca cl ella Commissione aveva impedito l 'attivazione totalf' del ramo di foce Parma a danno eli quello eli Fossa Caprara era da ricerrai·:;;i solo nella inefficienza delle poche opere costruite fino allora.

PR.OSEGl!O DEI LAVORI SUL PO DOPO LE CONCLUSIONI DELLA COMMISSIONE

Le conclusioni alle quali pervenne la Commissione furono sottoposte all'esame del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici che nell'Assemblea Generale del 14 novembre 1924 le riconosceva meritevoli d 'approvazione nel loro complesso e cioè riteneva meritevole di appro'Jazione la relazione a stampa 1 O marzo 1924 e le sue conclusioni.

T lavori del Po continuarono però con nn ritmo rallentato in quanto non furono Assegnat! altri fondi oltre quelli eli cui ai dne progetti

(12)

Valentini-8

Gorio del 20 maggio 1919 e 10 febbraio 1920 per il complessivo importo eli L. 16.200.000 fino a che il Ministro Crollalanza potè assegnare per la clisoc-cunpazione invernale 1931-32 L. 46.000.000 e nel successivo esercizio altre L. 40.000.000 come assegni speciali per i lavori clel Po.

fl Ministro con nota n. 1285/275 in data 2fi gennaio 1931 della Direzio-ne GeDirezio-nerale delle Acque ecl Impianti Elettrici del Ministero dei LL.PP., clava la prima notizia che era suo intendimento eli affrontare in pieno i la-vori rli. sistemazione del Po a corrente libera fra foce Adda e foce Mincio col primo assegno dei 46 milioni di lire con l 'obbligo però di iniziare i lavori, come allora si usava, il 28 ottobre 1931, in tutte le provineie rivierasche dei Po interessate e cioè in sinistra nelle provincie eli Cremona e Mantova ecl in destra in quelle eli Piacenza, Parma, Reggio Emilia, ed ancora :Mantova.

CONDIZIONI DEL PO PRIMA DELLA SISTEMAZIONE - CONCETTI

FONDAlVIEN'rP~LI ADOTTATI NEI1LA PROGETTAZIONE DEL CANALE

DI MAGRA~ TRA FOCE ADDA E FOCE MINCIO

Tn antieo, clopo aver costruito gli argini ehe accompagnano il Po in destra e sinistra dalla Provincia di Pavia a valle fino alle foci, non era stato imposto al fiume alcun vincolo. Si era intervenuti solo nel easo in cui il Po avesse minacciato danni agli argini stessi e per questo saltuaria-mente ~rano state costruite delle difese eli sponda che sono pressochè vicine e para1lele agli argini maestri.

A parte clunque queste difese, il Po correva libero nel suo alveo eli magra, per moc1o che in tale e orso cl 'a equa si verificavano tutte quelle disor-dinate variazioni di plastica fluviale che avvengono naturalmente nei fiumi a fondo mobile non regolati ( veclàsi Fig. 3) e che, nel caso specifico cl el P o, si risolvevano in gravi danni per la· continua asportazione eli grandi esten-sioni eli terreno golenale produttivo.

Nello stato eli magra il fiume, nel suo corso SU])eriore e medio, serpeg-giava irregolarmente nel proprio alveo; quasi sempre si divideva in due o più rami, si riuniva in brevi tratti in un Rolo canale, si dilungava in alcune zone in curve a grandi raggi, altre volte si rivolgeva bruscamente

qua~>i ad angolo retto.

JJaddove si hanno più rami, o nel passaggio fra due curve successive in senso contrario, i fondali si ridueono notevolmente; dove la corrente af-fronta con anclamento pressochè normale le alte sponde, forti sono i fondali e violente le corrosioni, che sono invece molto meno sentite nelle curve a

gran-di rag·gi. .

Ridurre il fiume in un solo eanale, sbarrando i bracci secondari, fis-sare mediante difese le varie curve, alle quali anelava dato un opportuno tracciato regolare, stabilizzare la posizione delle zone di passaggio fra due curve susseguentisi in senso opposto, ossia la posizione delle soglie; in tntto questo t~onsisteva Rinteticamente il lavoro eli sistemazione del fiume, siste-mazione che avrebbe dovuto condurre ad una diminuzione dei fondali nelle botte e ad un ·approfondimento nelle soglie, piwe lasciando al fiume la naturale caratteristica di og·ni corso cl 'acqua dèll 'alternanza dei fondali, massimi pressoehè al vertice delle curve, minimi nelle soglie.

La sistemazione del eorso cl 'acqua avrebbe dovuto · podmie, come ha por-tato, non solo nn miglio'ramento nelle condizioni di mwigabilità, ma anche qriello, ancora pij't importante, della difesa idraulica del nostro maggior

fiume. ·

Ed è questa la ragione. principale per la quale, dovendo stl1diare una qualsiasi soluz~one eli allaeciamento per via d 'a equa di Venezia con l'viilano, c 'è. tutta la convenienza di seryirsi, nella parte inte1'meclia, del corso del l'o.

(13)

_ ...

Variazione del tratto di Po da Foce Taro a Foce Parma

Rilievo del 1812 Rilievo del 1912 sponde alle reni/,. sponde al!t? remi/ é!rg/ne maestro A Sanguigna nel periodo 1812 -1912 SCALA=

9

--J

0.5 2

FrG. 3 · Variazioni dell'alveo tlel P o dal 1812 al 1912 l'ella zona foce Taro · foee Enz~ (l 'aggiornamento del 1812 è stato tr,ltto dalla «Carte r1a cours c1u Péi cl ans le Département clu Taro» rileyato clngli ingegneri frnn· c esi del. Regno d 'Itali'1 ).

(14)

10

RAPPRESENTAZIONE PIANA DEL COR.SO DEL PO

Per ottenere un possibile tracciato di sistemazione del Po occorreva anzi-tutto aYr>rne una esatta rappresentazione riportata sopra un piano carto-grafico, ·cosa che eviclentemente però è stato possibile ottenere solo defor-mando i vari elementi geografici e cioè la distanza e gli azimut delle

con-giun~·enti. i vari punti del terreno.

E' bene anzitutto osservare che il corso del P o da foce Adda a foce Mincio si sviluppa sensibilmente da ovest ad est in una fascia di snpeficie terrestre, che i'> tagliata in due parti dal parallelo passant~ per il punto tri-gonometrico eli terzo ordine di Casalmaggiore definito dall'Istituto geogra-fico Mil1tare dtllle coordinate geografiche:

Latitudine ()

=

44°.59'20",36 - Longitudine ti)

=

1".29'40",16

Detta fascia si estende per uno sviluppo di latitudine molto piccola di circa o·Jl5' e per uno sviluppo di longitudine di ci n• a l 016 '.

Poichè l 'estensione nel senso della latitudine è piccola, per ottenere la rappre:-:Entazione piana si è potuto opportunamente ricorrere ad un tipo di proiezione cilindrica, considerando cioè un cilindro retto con la direttricE' parallela all'asse terrestre e la generatrice coincidente col parallelo eli Ca-salmaggiore.

I vari meridiani su questo cilindro vengono proiettati nelle generatrici' intersezioni fra il cilindro medesimo e il piano del meridiano in esame, e cioè vengono rappresentati da tante rette parallele fra loro e normali al parallelo che funziona da generatrice del cilindro.

Fra le lunghezze vere geografiche, misurate sngli archi dei meridiani e fra quelle corrispondenti nella rappresentazione del cilindro viene con-servata la perfetta uguaglianza, cosicchè i vari paralleli verranno nel cilin-dro rappresentanti da altrettanti curve eguali a quella del parallelo di Casalmaggiore.

In definitiva, sviluppando poi il cilindro retto sul piano, i meridiani e i paralleli verranno a costituire una rete eli rette fra loro ortogonali.

Come assi ortogonali nella rappresentazione piana vennero assunti il parallelo per il punto trigonometrir.o eli Casalmaggiore ({lsse della x) e il meri eliano per lo stesso punto (asse delle y ).

In questo modo eviclentementr, se rimangono inalterate le distanze nel senso dei meridiani, quelle nel senso dei paralleli vengono deformate e pre-cisamente vengono nella rappresrntazione piana aumentate le distanze nel senso delle x dei punti a nord del parallelo di Casalmaggiore e accorciate quellf' a ~mel.

Da calcoli fatti risulta però che le deformazioni sono poco sensibili e assolntamente trascurabili per lo scopo a cui doveva servire la rappresen-tazione rartogt'Rfica.

lJe deformazioni nel senso dei paralleli sono evidentemente massime per· i punti più lontani dal parallelo di Casalmaggiore. Sul parallelo del punto trigonomPtrico di Spinadesco, che nella zona in esame è quello più lontano da Casalmagginre, l'errore fra due punti che distano nel geoide eli l Km. nel senso clri pnralleli, è eli circa metri 2.80.

Tale errore dal punto eli vista pratiro e non geodetico è insignificante poichè, <~onw è ovvio, nella determinazione del tracciato eli regolazione non occorre nn 'alta precisione.

Anche ueg·li azimut per la deformazione adottata si vengono natural-mente acl introdurre degli errnri ma anch'essi sono trascura bili, perchè risulta rh e al massimo, nell'estensione Ile lla zona eh e a noi interessa, pos-sono rHf!'ginngere circa i 5 '.

E' interessante dare le formule eli trasformazione fra le coordinate geo-graficlw r quelle ortogonali.

(15)

11

Se x ed y sono le coordinate ortogonali, nella rappresentazione adottata, di un punto qualsiasi P e se indichiamo con Òtù '' e

ò

fl 11 le differenze rispet-tivamente fra la longitudine e la latitudine di P rispetto a quelle del punto trigonometrico di Casalmaggiore eRpresso in Recondi si avrà:

x

=

a.o(l)" }

=

b.ò

o"

I coefficienti a, b sono rispettivamente: a la distanza vera di due punti situati snl ·parallelo di Cwmlmaggiore la cui longitudine differisce di nn secondo, e b la distanza vera di due punti disposti. Rimmetricamente a nord e a sud del parallelo eli Casalmaggiore, la cui latitudine differisca eli nn secnndò.

Dagli opportuni calcoli geodetici istituiti, le lunghezze in metri eli detti d ne parametri risultano:

a

=

m. 21,903429 b

=

30,R66485

Re indichiamo con X ed Y le coordinate geodetiche fra un punto qual" siasi P rispetto al parallelo ed il meridiano per il punto trigonometrico eli Ca>:almaggiore' risulterà :

x < x Y=:y

- >

Se interrssa conoscere il valore:

IX~xi=E

cioè l 'errore che si commette, senza indugiarsi nei calcoli, si ottiene: E

=

l X - x l

=

e".

ow".

ò

B"

Il valore fli e'' risulta

e" = 0,0001062941

Se invece si vuole il valore clell 'errore E in fnnz1one delle coordinate lineari f:Ì ha:

E = l X - x l = e.x.y ave e

=

0,0000001572

Qur~te formule permettono di calcolare gli errori che vengono

commes-si, sia n0llt> rlistanze nel senso dei paralleli sia nei valori degli azimut adot-tando la predetta rappresentazione ortogonale.

RIIjfEVO DETj CORSO DEL PO

Ci<') premes~;o 1 ecco eomr si è proceduto per avere il rilievo del eorso del P o in una grande scala, eh e è stata scelta di l: 5000.

Sopra un foglio di carta· si è tracciata, in scala, una rete di rette orto-gonali distanti l km. in modo da rappresentare rispettivamente i paral-leli erl i meridiani ehe distano di ehilometri interi dagli assi fondamentali . assunti (parallelo o meridiano per Casalmaggiore).

Oon l~ preçl~tte formule di trasformazione delle coordinate geografiche in quelle lineari ortogonali, si sono determinate le coordinate x ed y dei vari ptmti trigonomet.riei che corrono lungo le due sponde del Po, servendosi eli quelle geografiche fornite dai fascicoli pubblicati dell'Istituto Geografieo 1VIilitarA di Firenze.

Con opportuni eolleg,amenti ai punti trigonometrici si sono lanciati tanti vertici nei pressi delle sponde del Po in posizionE' opportuna, vertici ehe sono stati fissati nel terreno mediante grossi picchettoni in eemento profon-damente interrati.

Fra i suecessivi picchettoni in cemento si sono poi sviluppati con l 'uso

del t~lCheometro e di stadie da un centimetro, delle poligonali (sono state

eseguite 34 poligonali in sponda destra e 32 in sponda sinistra) aventi lati della lunghez7.a di circa 150 metri.

I1e somme delle proiezioni di questi sopra lE' due direzioni ortogonali estcoveRt e 'nord-sml si. sono compensate con le differenze delle aseisse e delle ordinate ortogonali già calcolate dei due picchettoni di partenza e di arrivo.

(16)

12

Poh~hè da ogni picchettone è visibile ahiìello im pùnto trigonometrico è stato possibile eseguire in precrclenza la chiusura angolare delle poligonali. Nelle chimmre delle varie poligonali, per rico:i1oscere se fossero in tol-leranza, non si è però tenuto conto degli azimut e delle distanze quali ·risul-tano dalla rappresentazio11e ortogonale adottata, ma degli azimut e delle distanzi:' geodetiche perchè per l'appunto, come si è visto, la rappresenta-zione cartografica adottata ha già per se stessa inti·oclotto e1Tori che . non debbono gi·avare sopra il controllo dell'esattezza delle poligonali e quindi dei rilievi.

Corrette e compensate le poligonali si sono calcolate le coordinate x ed y di ogni suo vertice ed i punti di dettaglio sono stati quindi posti sul disegno parten cl o dai lati e dai vertici così definiti.

r~ungo i percorsi delle varie poligonali si sono fissati c alcuni vertici in

posizioni opportune mediante picchetti di cemento situati nce1 ter1'eno, dei quali :-;i conoscono pertanto le coordiilate rispetto .alla rappresentazione adot-tata, nella previsione di adoperarli per il futuro tracciamento delle cm'''e sul terreno.

Partendo da questi picchetti, eli cui si conoscono le coordinate m·togo-nali, c0llimando un qualsiasi altro punto analogo od uno trigonometrico, sarà possibile anche in futuro procedere a qualsiasi rilievo di dettaglio

sen-~a bisogno eli appoggiarsi ai puuti trigonometrici e quindi con operazione di campagna semplicissime.

STUDIO DEij TRACCIATO DI SISTElVIAZIONE

Per lo studio del tracciato sono stati eli grandissima utilità i rilievi a pelo rontemporaneo fatti eseguire dall'Ispettorato del P o tra foce Adda e foce 'Mincio negli stati eli magra degli anni 1905 1906 1907 1908 -1909 <: 1913 - 1916 - 1D19 - 1921 - 1922 - ] 923, dai quali è stato possibile rilè,iare la conformazione clel fiume nelle varie ep·oche e qnindi le variar-ioni avvenute nella lunghezza del filone e nel m1mer6 dei passaggi, nello stessd tratto, cl a una sponda all'altra.

La sistemazione, nel progetto esecutivo, è stata ottenuta realizzando nel-l 'anel-lveo denel-l fiume un cananel-le regonel-lato che successivamente si appoggia sunel-lnel-la riva destra e a quella sinistra (Fig. 4). ·

~yond"

a,eslra·

(17)

La larghezza del canale'· noÌl è eostante ma varia da un minimo, calco-lato in base alla portata, :mlle soglie acl un massimo variabile in corri-spondenza al vertice delle curve che in generale sono archi eli parabola ed eecer,ionalmente. quando le condizioni locali l 'imponevano, archi di cerchio. Se consideriamo separatamente le due linee che delimitano· eletto canale in destra e in sinistra, risulta che esse presentano una successione inin-terroth di curve paraholiche, riunite tra 'loro da tratti rettilinei acl esse tangenti.

Rispetto al canale, nella ~uecessione dello sviluppo, ad una curva con-cava· \e ··ne contrappone una convessa eh e potremo ehiainare cont'/'OC1/.1'VO. j invece i tratti rettilinei si fronteggiano fra loro. ..

'n'problema di fissare il trac(~iato P, natriralmente incletel1mhwto,

per-' .ehè infinite sono le soluzioni pure rispettarido le eondizioni geomeh~fo~\' ·più sorù·a indicate e tutte le· altre a cni il eanale (leve sodclisfarè chè: sono principalmente le segnrnti:

·n) cun;e regolari a tracciato parabolico, già adottato nei proget,ti del 1919-1920 e ritenuto come molto opportuno, perchè offre la continuità della VHl'.Ìazione della cu].'vatnra, con ::-iemiparametri possibilmente non infeì'iori ai 1000 metri;

Il semiparmnetro di 1000 metri è stato adottato anche perchè

clall'esa-nii~ · fJei predetti rilievi a pelo contemporaneo si è potutò riconoscere che ·. varie.· corrosioni in atto presentavano spontaneamente andamento planime-trico 'pressochè parabolico avente eletto semiparametro e l'esempio più tipi-co _è certo l'<mrlamento della sponda a foce Parma che era stata stabilizzata da nna lunga difesa costruita vari anni prima che si pensa;:;se alla sistema-zione del Po.

b) la larghezza del canale regolato s1ille ·-soglie di circa 250~1J.1eÙi; l:on allargamento del canale, in corrispondenza del vrrtice dellr curve, intorno ai 400 metri.

c) syjluppo totale del tracciato qnasi eguale a quello naturale del filonE'. E' risultato così il canale sistE'mato della lunghezza di circa 140 km. d) vertici delle curve successive ad una media distanza non troppo forte (chilometri 2,8) per ottenere la stabilità del traeciato e buona suc-cessione dei fondali conservando all'incirca lo str:sso nnmero dei passaggi ehe si riscontrano naturalmente nel fiume. Sono dsultate 51 cnrve sopra il predetto percorso di 140 chilometri. (T<'ig·. 5).

In verità non è tanto importante la distanza media snccessiva delle va-rie clirve, ma il fatto che ciascuna di esse non abbia uno sviluppo tanto elevato che più che una curva si debba considerare come due consecutive r tanto peggio se i due tracGiati più a monte e più a valle ,'Sono collegati da nn trntto R gTan,clissimo rljggio, come in particolare si è avuto nella

cur-va n. 45 eli Crrmona e peggio in qnella n. 2.7 di Casalmagg~ore,

e) maggiore possibile utilizzazione delle ·vecchie difese già esistenti, per ragioni eli economia, :;;enza proporne la demolizionE' di alcuni tratti. Ne sono risultate. utilizzate per circa 23 chilometri.

f) sfocio degli affluenti nelle parti conca,re delle curve, allo scopo di

consentn·r allè acqne del Po di rimuove.i·e più facilmente e · rapidamente g·li apporti solidi dei suoi affluenti. 1

. . •

r;) maggiore possibile adéientramento clelle parti c.oncave delle curve nelle alte sponde del fiume, allo scopo di ridurre la lunghezza delle opere impiantate completamente nell'alveo di ma1gra, eh e sono le più cost6se,

dan-rlo invece il più grande sviluppo possibile alle difese radeiiti. eli 'sponda e ciò per conseguire la maggiore economia nella spesa g·enerale della si~te­

mazione.

(18)

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...

M A

.(Tratto foce Adda · Casalmaggiore) Fra. 5 - Tracciato definitivo della sistemnzion~ del Po Qtu~sti concetti teoriei all'atto pratico non si sono però sempre potuti

tenere rig·orosamente presenti salvo quelli essenziali indicati più sopra con le lettere c), f), l1 ).

Praticamente si sono dovute tenere presenti altre condizioni di oppor-tunità, come ad esempio:

l) quella eli non avanzare esageratamente entro le alte sponde con le curve concave per evitare forti espropri in quanto quasi tutte le sponde sono eli proprietà privata; ciò ha condotto acl aumentare in varie curve i semipa-ramenti fino anche a 2000 metri adottando quindi delle curvature a raggio elevato che risultano non troppo favorevoli per ottenere: che il filone resti facilmente aderente alle stesse;

2) la necessità eli utilizzare il più possibile le difese esistenti per ra-gioni eli economia, ma anche quella eli non arrivare acl alcuna demolizione di quelle che erano state eseguite a protezione delle sponde e eli vicini argini maestri;

3) la necessità di ottenere delle buone soluzioni di andamento del ca-nale eli navigazione in corrispondenza ai ponti stabili stradali e ferro-viari e di quelli stradali apribili in barche; quella dell'avvicinamento del canale regolato alle esistenti derivazioni di acqua a scopo irriguo ed infine al Cantiere Officina di Boretto, o ve si riparano i natanti clèll 'Ammim-strazione.

Date tutte queste necessità si dovettero tentare molti possibili tracciati e si ritiene che quello infine proposto sia il migliore che si sarebbe potuto realizzare fra le infinite altre possibilità, dato che nel complesso qualunque altra· soluzione non avrebbe mancato eli avere più gravi inconvenienti (Fig·. 6).

(19)

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con le 51 ~nrye tra foce Adrla e foce :Mincio. ('l'ratto Casalmaggiore foce Mincio) Prohabilmente le condizioni meno opportune sono quelle più sopra

in-dicatP delle Curve di CrPmona e Casalmaggiore dove sarà necessario che in contrapposto alia parte centrale a grande rag·gio venga costruito anche un certo tratto eli controclll'~'a perchè il filone non si stacchi dalla parte con-cava del traceinto. Questo especliPnte è stato già in parte adottato per la Curva di Casalmaggiore e probabilmente lo dovrà anche essere per quella di Cremona.

Si ha JWr<Ì la persuasione che per dette due curve una migliore :;:olu-zione wm si sarebbe potuta trovare.

Il tracciato di Ri:>temazione definitivo nella zona : foce Taro - foce Enza coincide con quello stnaiato nei progetti del l 919-1920.

Tl tracciato è stato riportato sn sette tavole al 5000 che sono le seguenti: l) Tavola col tracciato da foce Adda a Cremona.

2) Tavola col tracciato da Cremona a foce Ongina.

3) Tavola col tracciato da foce Ongiaa_ a foce Taro. 4) Tavola col tracciato da foee Taro a foce Parma.

5) Tavola col tracciato da foce Parma a foce Crostolo. 6) 'l'avola col traeeiato da foce Crostolo a foce Oglio. 7) Tavola col tracciato da foce Oglio a foce ì\'Iincio.

I1e lunghissime e laboriosissime operazioni eli rilievo, di calcolo, della

trasformazione cartografica acl assi ortogonali iniziata. nel gennaio 1931 era pressochè ultimata alla fine del maggio dello stesso anno.

(20)
(21)

17

TIPI D [ OPERE PROPOSTE PER LA SISTEMAZIONE Fin c1all 'epoca delle conclusioni della Commissione Ministeriale del 1922 alla metà del 1931, sebbene i lavori fossero proseguiti lentamente, tut-tavia fn possibile fare nna lunga e sicura esperienza nei riguardi dei tipi delle opt>re da adottare indipendentt>mente da quelli impiantati prima della nomina della Commissione e di quelli poi dalla stessa Commissione proposti. Si è arrivati così a quei sistemi costruttivi che hanno resistito senza danni sensibili alle varie piene, compùsa quella catastrofica clell'antnnno del 19fi], sistemi che quindi sono ormai definitivamente rieonosciuti idonei. Poichè, come si è detto, l 'ordine del JVIinistt>ro nel gennaio del 1931 era qut>llo eli dare lavoro a tutte le provincie rivierasche, ciò che voleva dire iniziare quasi tutte le 51 curve eli progetto, si dovè contemporanea-mente studiare il tipo da adottare per i tratti di curva che si internano nelle sponde (elette sul P o pianle) e, cosa ben più difficile, il tipo per quei tratti di eurvll. che, uscendo dalle piarde, si dovevano spingere arditamente nel ba~:"o alveo del finme.

Nel comple~so dallo studio del tracciato derivarono i seguenti tipi di opere:

a) clifes~' esistenti da utilizzare; b) difese internantisi nelle p iarde;

c) dift>se in alveo o pennelli e relative traverse.

J,e i'ecchie difese eseguite da tempo nel medio corso del Po erano di regola state eseguite, come si è detto, per proteggere vicini tratti di argini maeshi secondo l 'andamento delle sponde esistenti.

Le piarde, in corrispondenza del fiume, si presentano per 4 o 5 metri emergenti dalla magra ordinaria a profilo pressochè verticale o comunque molto inclinato al eli sopra del pelo d 'acfgla.

Al di sotto, una sponda di consistenza normale, ha un profilo concavo degradante verso il fondo ma che mediamente può considerarsi del 2 di base per 1 di altezza.

Le difese hanno lo scopo di protPggere talP scarpata con materiale che non possa essere trascinato dalla violenza delle acque anche nei periodi del-le forti piene.

A questo rig-uardo l'esperienza ha sanzionato da tPmpo due tipi che era-no già era-normalmente in uso sul Po.

Nel corso medio del Po, all'incirca a monte eli foce Oglio il metodo più in uso è il seguente:

Si costruiscono dei buzzoni, cioè dei ci1indri formati esternamente da nn involucro di rami di salice eli frPsco taglio riempito intername~1te eli ciot-toli eli torrente di volume non troppo grandP. Il salice rivPste tutto intorno i sassi ed all'estremità gli stessi rami posti lnngo le generatrici vengono rovesciati indietro in modo da chiudpre le tPstate er1 impedire l 'uscita dei ciottoli. (Fig. 7).

Qu~sti cilindri, che di regola sono costruiti del diametro di 45 centi-metri e della lunghezza di 4 centi-metri, wngono poi legati circolarmente con numero'li lacci di filo di ferro. Si ottengono in tal modo degli elementi del peso eli circa 400 chilogrammi e chr hanno il pregio della flessibilità, qua-lità questa precipua perchè consrnte il loro perfetto aclagiamento sul fondo.

Cinque buzzoni, avvieinati in piano e riuniti con palPtti eli salic·e, che

attraver~ano il corpo di tutti gli Plementi, costituiscono una piattinata di

buzzom:.

I, 'immersione delle piattinate avviPne mPdiante l 'nso di nna barca clPtta

pùdt,i·no sulla quale è fissato un piano che sporge al di fuori

cla

una delle due bande del natante.

(22)

18

FIG. 7 - Costruzione di buzzoni rli lunghezz~ superiore ni 4 metri.

Ponendo i einque buzzoni sul piattino, parallelamente all'asse della barca verso la parte sporgente, la barra stessa viene ad inclinarsi verso un lato per modo ehe è poi facile spingere e far scivolare in acqua le piat-tinate. CF'ig. 8).

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19

Con opportuni riferimenti e spostamenti del. piattino è possibile coprire e quindi proteg·gere completamente tutta la superficie della sponda dal pelo d'acqua fino al massimo fondale.

Dopo questa prima protezione, (che a volte viene ripetuta a più stra.ti) al eli sopra viene immerso del grosso ciottolo eli torrente o del pie-trame di cava fino a raggiungere possibilmente la scarpata regolare del 2:1, srnrpata che, mediante scarico eli terra, viene proseguita fino af1 una certa qnota al Ili sopra del pelo eli magra dove viene co.struita una baurhi-na, auch 'essa protetta con bnzzoni e pi('trame. (Fig. 9).

Fra. D - Tipo lli difesa in buzzoni e pietrame.

Al fli sopra clella banchina lo scarico di sponda viene pure proseguito

c~on scarpata eli regola drl 2 :l e la superfic.ie ottenuta si protegge col pian-tamento, che viene chiamato difesa ·in ve·rde, costituito da picchetti eli salice eli fresco taglio infissi alla reciproca distanza in quadro di 60 centimetri e sporgrnt.i dal terreno. Nei due sem;i normali delle maglie vengono intrec-ciati ai picchetti altri rami eli fresco taglio, in modo cla formare un gra-ticciato c h e si adagia sul terreno. Tutto l 'insieme viene poi coperto con leggero strato rli terra vegetale che più facilmente consente l'attecchimento dei salici.

Questo tipo eli difese ha dato sempre ottima prova, perchè la primitiva mantellata di buzzoni impedisce che il sovrastante riYestimento, specie se fatto di elementi pesanti, sempre più si affondi nelle sabbie dell'alveo.

A valle eli foce Oglio, dove cominciano a scarseggiare i boschi di salice e dove il trasporto per via fluviale del pietrame dai Colli Euganei, che ha nn pesn specifico poco elevato, riesce più e~onomico, anzichè ricorrere al preventivo strato dei buzzoni, si formano le difese mediante l 'immersione eli solo pietrame, col qnale si ottiene in acqua nn imbottimento della penden-za eli 2:1. (B'ig. 10).

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Gr,ueralmente in queste zone anche la sponda al di sopra della ban-china viene protetta con rivestimento di pietrame, anzichè con difesa in verde.

Que<sto tipo resiste meno all'azione continua delle ·acque che nescono col tempo a far affondare nella sabbia parte degli elementi eli pietrame, tuttavia ha dato buona prova, specialmente quando si usi del pietrame avente leg-gero peso specifico.

Questo secondo tipo peraltro non è mm stato usato per i lavori tra foce Adda e foce J\'fincio.

Comunque, nel caso concreto della sistemazione del Po, per fare delle difese di questi tipi sarebbe stato necessario asportare _tutta la terra anti-stant<J all'andamento del tracciato con una spesa ingentissima.

Si. è allora ricorso al cosidetto siste'ma delle difese 1:n cassero (Fig. 11)

che com::iste ùell 'eseguire, secondo la curva cla ottenere, una trincea fino al peln d'acqua, predisponendo la parete verso la campagna con la pen-denza del 2 di base per 1 eli altezza con una banchina di circa 3 metri a 2 metri sulla quota eli magra ordinaria, portando il fondo dello scavo il più possibilmente basso, fino acl incontrare l 'acqua, acl una larghezza varia-bile e proteggendo questo fondo e la parete verso campagna con buzzoni ricoperti poi eli pietrame.

FIG. 11 - Tipo di difesa in cassero.

La terra antistante alla curva fra questa e la sponda naturale non vie-ne rimossa, ma si lascia che sia asportata dall'aziovie-ne dell'acqua durante le piene, allorquando la correÙJe per azione delle opere in alveo a monte viene spinta contro la parte antistante della opposta difesa in cassero a valle, corrodendola fino acl arrivare alla trincea già predisposta.

A questo punto i materiali posti nel fondo della trincea si abbassano in acqua ed arrestano una ulteriore corrosione violenta. ma allora si deve provvedere a difendere la parte più bassa sotto acqua mediante opportune gettate eli buzzoni e poi sovrastante ricarico di pietrame.

Qnesto sistema, se ha consentito di lavorare dovunque, non è scevro di inconvenienti perchè quando la cm'rosione aÌTiva alla trincea bisogna essei·e vigila n t i e pronti a fermare la corrosione stessa perchè non Cl si arretri

oltre la curva prestabilita.

Tuttavia non si è riusciti a trovare un sistema migliore in quanto la

asporta:.~ione della terra antistante al cassero anche se fatta con draghe (del-le quali peraltro non ve ne sono molte disponibili) avrebbe richiesto somme assai elevate ed inoltre non si sarebbe saputo dove depositare le materie asportate senza ingombrare notevolmente l 'alveo.

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Un beneficio però c 'è stato ed è quello che si è potuto per quasi tutte le curve fissare una volta per sempre l 'andamento del tracciato definitivo.

NECESSITA' DI TROVARE UN SISTEMA ECONOMICO PER. LA COSTRUZIONE DEI1IJE OPERE IN ALVEO - TIPO IDEATO

Arrivati a questo punto la Sezione Autonoma per il Po eli Parma, alla quale era stato riservato l 'incarico eli costruire tutte le opere in alveo, la-sciando ai vari Uffici del Genio Civile rivieraschi eli eseguire le difese in cassero. si trovò eli fronte alla gravissima difficoltà della spesa che sarebbe stata necessaria sostenere per la esrcuzione eli tali opere in a.lveoJ chiamate

anche pennelli o dighe.

Seguendo i concetti della Commissione di provvedere con opere ben più robuste che non le palificate con graticci, veniva presentato il 20

di-cembre 1923 nn primo progetto per la costruzione di nn pennello in alveo alla curva n. 2J eli Pomponesco (Mantova) per una lughezza eli 200 metri. Il prog·etto veniva approvato per. l 'importo eli L. 1.200.000 e cioè con una suesa di circa L. 6.000 al ml. pure essendo il pennello della larghezza in sommità di soli 2 nwtri ed essendosi prevista l 'opera non tutta in pie-trame, ma con nn nucleo interno di ghiaia c terra.

In qnell 'epoca il buzzone a nucleo <li ciottolo riportato a metro cubo costava a piè d'opera L. 60, cioè all'incirca lo stesso prezzo, a piè d'opoera sulle sponde, del metro cubo di ciottolone o pietrame da immergere in ac-qua e poichè la sezione dei pennelli avrebbe dovuto essere all'incirca di forma trapezia dell'altezza di almeno 10 metri (8 metri di fondale, più la parte emergente) e con scarpate del due di base per uno di altezza si sarebbe avuta mediamente una sezione di 250 mq. e quindi una spesa a metro lineare (te-nuto conto r1el costo di L. 60 a mc. di materiale buzzoni o pietrame) di oltre L. 15.000.

Dato che eli pennelli se ne sarebbero dovuti costruire circa ml. 80.000 il costo totale per tutte le sole opere in alveo sarebbe sa1ito a circa nn miliardo r' duecento milioni eli lire, cifra in quell'epoca elevatissima.

Qw~sto importo così elevato probabilmente avrebbe offerto motivo per rinviare sine clie o addirittura abbandonare l 'idea della sistemazione del-l 'adel-lveo di ma gru dedel-l P o nedel-l tratto foce Adda foce Mincio, che nedel-l prog·etto di massima presentato dalla Commissione, era stato valutato, per tutta l 'opera, in sole L. 267.000.000, comprese le difese radenti.

Per realizzare delle economie, nacque l 'idea già adombrata nel progetto più sopra indicato di Pomponesco, di studiare jl modo, se fosse stato possi-bile di costituire il nucleo del pennello con materiale di basso costo. Anzi fu tfmtato addirittura eli adoperare come nucleo la sabbia del fiume che, posta in opent con le draghe in dotazione dell'Amministrazione, sarebbe costata solo pochi centesimi a metro eubo.

IJe (lifficolt:\ da superare eratw però non poche, perchè era necessario operare fino a fondali eli 6 od anche 8 metri sotto la magra, in acqua avente una velocità di circa un metro a l secondo, rd ottenere delle opere che aves-sero potuto resistere alle più poderose pienr quando si hanno pressioni molto rlevate dovute acl un carico eli vari metri di aequa.

Fu proprio sulla curva n. 21 eli Pomponesco dove, si doveva costruire il pemwlJo dellr. lunghezza eli 200 metri, che furono iniziati nel luglio 1924 i primi esperimenti.

In !~omple~:-:o le rieerche furono indirizzate nel senso di ottenere una sezione trapezia costituita alla ·periferia di buzzoni o pietrame ed al centro di sabhia di Po messa in 11osto con le draghe aspiranti.

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Il sistema fu poi concretato come appresso:

In pianta sia A·B la diga in alveo cla costruire e sia C D D C la sezione rla realizzare per la diga medesima.

Mediante l 'uso di uno speciale battipalo galleggiante supponiamo eli potere infiggere dei pali di legno nelle posizioni E F con l'estremità E ad una q11ota eli circa 2 metri snl fondo naturale del fiume, ec1 immaginiamo di aver piantato una serie continua di pali lungo tutto il perimetro del pen-nello ad una distanza reciproca di 2 metri l 'uno dali 'altro. (Fig. 12).

+-s. o o

--4-·

29.00 - - - < I P Y l o - - - -31.00 - - - 1 Sezione sehematic& SediA .: 10 15 zo .... o i'~n~do 1"'~ {;".('~ o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o _ _ _ _ - - - · - - · 1/l

·B

A o o o o o o o o o o o o o o o o o O o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o() o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o o L/n~a de/ f>dk fldnimettiò sch•mah<.> se A L A , 5 !D 15 20 2 5 3o :;~ 40 m. o

Fra. 12 · Schema cl el sistema economico icle~ to per In costruzione c1eliè opere in alveo. Sup!1oniamo poi di poter g·ettare m ae<ll1a a ridosso dei pali una certa quantità di buzzoni in modo da riempire i volumi a sezione triangolare C E F lungo tutto il perimetro della diga. Si viene a realizzare una cassa parallelepipeda la cui sezione risulta E F F E, la quale può essere riempita con sabbia.

Si .~ostituisee così la base dell'opera in alveo, la quale deve poi essere innalzata al disopra del piano E E di sabbia.

Cytaty

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