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Il sogno filosofico di Polifilo ovvero del sogno di una cultura universale

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Academic year: 2022

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Anna Klimkiewicz Université Jagellonne de Cracovie

IL SOGNO FILOSOFICO

DI POLIFILO OVVERO DEL SOGNO DI UNA CULTURA UNIVERSALE

Il presentearticolo si propone di ricordare le tendenze letterarie del Rinascimento italiano che mirarono a fondareuna cultura sincrética comprendente tradizioni in comune tra diverse attività umane. Tali tendenze si manifestarono in un’opera anonima che gli studiosi del Rinascimento ritengono ilpiù bel libro del mondo e il più celebre dell’epoca. Pubblicata aVenezia nel 1499 nell’officina di Aldo Ma­ nuzio la HypnerotomachiaPoliphili,scritta da unumanistadigrande sapienza e di prodigiosamemoria crea una visione filosofico-artistica universale e diventa testimone dell’eredità di una cultura che ave­ va cambiato l’Europa: vi si mescolano mondi antichi e presenti, il cristiano nonesistesenza il greco, il latino senzal’ebraico e l’arabo etutteleculturesi influenzano a vicenda1.

1 Hypnerotomachia Poliphili, dietro l’edizione di M. Ariani, Milano 2004. Per la riproduzione del testo aldino del 1499: voi. 1; per la traduzione italiana: voi 2.

L’interesse quattro- e cinquecentesco verso l’Oriente nell’Occi- dente è un fenomeno di carattere generale: i ritrovamenti romani e greci sonoesempidaprenderea modello per i soggetti dellesto­

rie e peri monumenti,lo sono anche i geroglifici egizi, riportati in primo piano dopo la scoperta di Horapollone. Con Hieroglyphica si parla delsignificato di signa arcani enellascrittura dell’antico Egitto si vede una trasmissione della scienza esoterica, della „potenza dei

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simboli <non detti> chesolo glideipossono intendere”2. La lingua elascritturaaraba si pongono fra i fondamenti dellacultura umani­

stica e acquistano unposto accanto alla lingua latina e greca: è una conquista filologica degli intellettuali del XV secolo che ampliano i loro studi e indirizzano le ricerche verso il mondo e le tradizio­

niorientali.Il fenomeno assume un’importanzaparticolare quando Giovanni Pico della Mirandola esprime il progetto di una concilia­ zione degli scrittitestamentari contrastanti, ma collazionabili e Mar- silo Ficinoproponeun confronto dottrinalefrale religioni giudaica, cristiana e musulmana3.

2 J a m b 1 i c o, De mysteriis Aegyptiorum, II, 11, 96-97.

’ M. F i c i n o, De Christiana religione, Firenze 1475.

Il testo dell’opera è ricollegabile a quella particolare forma di espressioneletteraria che siconcentra sul sogno filosofico, unaspet­ tacolareproiezione di una realtà in un’altrache serve per conosce­

re e analizzare ciò che diventa l’universale mondo della saggezza.

Nell’Hypnerotomachia il sogno è un processo iniziatico che non si sviluppa in un motivo stabile e isolabile, ma costituisce lo sfondo sine qua non dell’intero racconto. La storiadell’amoredi Polifillo con Polia diventauna metafora universale del percorso che deve compie­ re l’uomo per capire sestesso e trovarel’unione con il divino e con il mistero. Un ruoloparticolareintale narrazione è svoltodalla sce­ nografìa fantastico-realistica e dai luoghi che accompagnano lefasi del percorso e della metamorfosi delprotagonista.Adogniscena,ad ogni passo Polifiloincontra un oggetto dotato di significato miste­

rioso:traglianimali,ole immagini diessi, si trovanoun cavallo, un elefante, un drago, tra elementi architettonici: porte, logge, colon­

nati; ogni oggetto, ogni spazio, ogni personaggio incontrato sono portatoridivalori occulti eilloro senso va decifrato e riletto. Il testo è volto a trasmettereleidee cherimandano acorrenti filosofichedi­ verse, a contenuti ermetici, cabalistici e pitagorici; per intenderne il significato occorre seguire le descrizioni e osservare le silografie strettamente legate alla storia raccontata e rintracciare le incrosta­ zioni linguistichestraniereinserite nel testo volgare che si mescola

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Il sogno filosofico di Polifilo ovvero del sogno di una cultura universale 161 con illatino,ilgreco e con dei termini vernacolari, ebraici ed arabi;

vi apparepersino la scrittura geroglifica egiziana. L’accenno ai se­ gni geroglifici e ai termini arabi presentinella narrazione di Polifilo costituisce il primo punto che ci incoraggiaa parlare dell’Hypnero- tomachia in quanto testimone della complementarità dipensierooc­ cidentale e orientale.

Latradizioneculturale e scientifica dell’oriente, tramandata da­ gliauctores latini antichi e medievali vi si proietta inunumanistico raccontodelle visioni che evocano il passato e il presentefusi in una culturaunica, visioni che sirileggono allaluce dellacoscienza. Iri­

chiami e le allusioni al mondo araboattingono da ricche fonti del sapereedell’artee svelano diversi aspetti letterari,filosofici e cultu­ rali. Tra le presenze orientali ivi raccolte si notano leepigrafi arabe inseriteneltestoopresentate in silografie. Una tracciaaraba è quindi costituita dasegni che, come segnalato, sono una specie di chiave interpretativadei contenuti e deimessaggi nascosti nell’ipertesto.

Leiscrizioni arabe che cita il testo di Polifilo sono tre : laprima è riportatasul foglio [bii verso],laseconda sul foglio [bvii recto], e la terza sul foglio [h viii recto]. La prima delle epigrafi non èillu­ strata, le altre duesonoaccompagnate dallerispettive silografie. Le iscrizioni silografate hanno un’estrema importanza non tanto per lo stesso libro, ma per la storia della lingua araba, in quanto costitui­ scono il primotestoarabo pubblicatoa stampa nel mondo4. Il libro non citaepigrafi arabe a sé stanti, tuttesi presentano accompagnate da un’altra lingua. Per questo pare significativa lascelta dellelingue delle iscrizioni che sono citatein latino, in greco e in arabola prima ; in greco e in arabo la seconda, e in greco, latino, ebreo ed arabo la terza.

4 Cf. M.A. Piemontese, Le iscrizioni arabe nella Poliphili Hypnerotomachia, [in :] Islam and thè Italian Renaissance, ed. Ch. Burnett, A. Contadini, London 1999, p. 207.

La prima iscrizione [b ii verso] è menzionataquando si narra che Polifilo, preso dal sonno, si trova in una valle, chiusa da un edificio a forma di piramidecon un obelisco sopra. La costruzione

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unisce i due simboli della cultura orientale: l’obelisco e lapiramide e ilfatto di decorare talesimbolica struttura architettonica di scrit­ te in diverselingue, messe l’una accanto all’altra, indica illegame tra culture diverse, ma accomunate dall’arte, dal pensiero e dalla scrittura.

Seguendo le traccearabe nel testo ci troviamo di fronte alla co­

struzione che è testimone dell’antica cultura egizia. L’obelisco, insie­

mecon le piramidi,nonha eguali in ambito occidentale; èun tipo di simulacraAegipti: istoriatodageroglifici è trasmettitoredei segni ieratici, dellascritturadei sacerdoti, alla quale deve essere consegna­ ta l’anticasapienza5. Lafunzione dell’obelisco polifilesconon è tut­ tavia religiosa : l’oggetto, attraverso segni antichi, nella lingua del passato e delpresenteesprimedeiconcettiuniversali ed è una tappa iniziatica nel percorso che aspetta chi vuole scoprire e determinare il proprio posto nell’universo. Nell’Hypnerotomachia l’obelisco ela piramide si uniscono inuna struttura singola e diventanounoggetto unico,simbolodell’unionedeisignificati cheognuna didettecostru­ zioni porta. Tale complesso e strano edificio rappresenta la somma delsaperee dell’arte diun paese antichissimo,consideratoculla della conoscenza e terradi sapienti.

5 Cf. P. C a s t e 11 i, I geroglifici e il mito dell’Egitto nel Rinascimento, Firenze 1979, p. 8.

6 Qui da notare la tradizione pliniana che parla di „obeliscos vocantes Solis sacra- tos. Radiorum eius argumentum in effigie est”. Plinio, 36, 64. Cf. Hypnerotoma­

chia Poliphili, voi. 2, p. 537.

Della prima epigrafe incisa sull’obelisco non si ha nel testo una citazione esplicita e diretta, sappiamotuttavia che alla basedella co­

struzione raffigurata è impiombata una targa di bronzo che dice :

„Sotto poscia della prona piana del Obelisco, unatabella aenea era implumbata resupina, cum antiqua scriptura de notule nostrate, de Graeceet Arabe, perle quale pienamenteio compresi, al summo Sole quello dedicato.” [b viii recto]. L’obeliscoche incontra Polifilo è quindi dedicato al Sole, similmente agli obelischi reali che sim­

boleggiavano il dio del sole Ra che si diceva fosse unraggio di sole pietrificato dell’aten, il disco solare6.

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Il sogno filosofico di Polifilo ovvero del sogno di una cultura universale 163 Le altre due epigrafi arabe sono riportate in contesti testuali di­ versi,anchese laprima di esse [b vii recto] rimane nell’ambito del­ la stessastrutturafigurativa dell’obelisco. Come menzionato, questi tracciati arabisono illustrati in silografie : l’epigrafe [b vii recto] si trovaincisa sulla figura dell’elefante, sullafrontedell’animale che fa partedella struttura piramidale, dove è postauna lamina conil testo bilingue, in greco ein arabo. Le parole iviincise, serilettedal greco, significano: „fatica e operosità”, e se rilettedall’arabo, significano :

„faticaeconoscenza” ossia„fatica e sapere”. L’iscrizionenonè citata nello stesso testo del libro, che riportasoltanto il sensodell’epigrafe: le medesime parole si leggono direttamente solo quando si osservala silografia[fig. 1] che illustra il testo7.

Le illustrazioni riportate provengono dall’edizione dell’Hypnerotomachia del 1499 che si conserva a Venezia nella Nuova Manica Lunga, Fondazione Cini, FOAN TES 171.

[fig. 1] Hypnerotomachia Poliphili, b vii recto

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Qui le lettere arabe sonodisegnate daqualcuno che, con ogni probabilità, non conosceva la linguae aveva soltanto copiato i ca­

ratteri : ,,ta‘ab wa-marifa”(si osservino in particolare le vocali lun­

ghe del primo termine, scritto con errori di ortografia)8 *. Tuttavia i caratteri graficisono chiari e ben leggibili : con virtuosismo vi si espone la calligrafia che è l’arte islamica per eccellenza. La scelta dei due idiomie l’accostamento fra greco earabo indica la comple­

mentarità del sapere scientifico e filosofico comunicato attraverso le rispettive lingue e culture’. Sitratta di un possibileparallelismo tra pensiero sapienzialeoccidentale e orientale originale, espresso attraverso l’idea umanistica di conciliazione delle filosofie e delle visioni del mondo contrastanti, ma integrabili, se inserite in un contesto nuovo che non sia riletto ed interpretato secondo rigide norme dell’uno o dell’altro sistema filosofico-culturale. Il senso italiano corrisponde al significato greco, ma non è corrispettivo all’arabo che si legge come „fatica e conoscenza” o „opera e co­ nosci”. Tuttavia, in entrambe le versioni dette parole indicano la stessa connessione virtus-labor epossono essere intese come una variante del motto benedettino ora et labora e della Dantescaidea di „virtude e conoscenza”10. Per assicurarsi delsignificato del mot­

to Piliphilo deve aspettare fino alchiarimento da parte della ninfa Logistica, guida che segue le regole della ragione, compendio del sapere cosmico eduniversale [hvi verso]. Così nel motto si indi­

ca un richiamo morale alla virtù della fatica o dell’operosità che, contrappostaal viziodell’ozio, conduce l’uomo alle più nobilime­ te11. Ilconcettoè ampliato dallo stesso Politilo checosìlo intende:

„il sofrire più delle fiate è causadinobilissimi effecti” [rvverso].

Un chiarimento successivo siha nella secondaparte del libro con il riferimento all’antica virtù ovidiana12 che „consiste nel saper s Le osservazioni sulla terminologia araba sono state consultate con Elżbieta Gór­

ska, arabista e professore dell’università Jagellonica.

’ Cf. A. P i e m o n t e s e, op. cit., p. 207.

10 Ibidem, p. 208.

11 Per approfondire si veda Hypnerotomachia Poliphili, voi. 2, p. 596 e seg.

12 Nulla, nisi ardua, virtus, Ov„ Ars. Am., 2, 537.

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Il sogno filosofico di Polifilo ovvero del sogno di una cultura universale 165 sopravvivere alle fatiche piùardue e crudeli, alle avverse sciagure, alle provepiùingrate e, con ragionevole speranza, pronta e onesta moderazione, porre un freno e mitigare il disordine dell’anima”

[Dvrecto eDv verso].

L’ultima menzione nell’Hypnerotomachia sul significato della epigrafegreco-arabaallude al suo carattereetico-agonistico, quando Polifilo dichiara la forza della virtù d’animo che lo trattenga dalla morteperlabellezzadi Polia :

SacraSignora, se Polia,[...] lacuiinaudita bellezza facilmente cor­

romperebbe anche gli spiriti celesti, avesseattrattola mia ardente passione senza che io faticassi, mi consumassi nelle amarezze del cuore e rischiassi di perdere l’amabile vita, ebbene, per Giove im­

mortale, senza fare quella parte avrei potuto anche abbandonarla facilmente13.

13 Hypnerotomachia Poliphili, voi. 2, p. 448.

H Ibidem, p. 153.

15 Ibidem.

Laterza e ultimaepigrafecontenenteparole arabe è presente nel foglio [h viii recto]. Ilprotagonista, proseguendo nelsuoitinerario dell’anima, per elevarsi alla libertà dell’intelletto e conoscere le ve­

rità immutabili arrivaad un „bellissimo fiume” attraversato da un superbo ponte di pietra atrearcate, le cui estremitàfinivano susal­

dissimi sostegni alle rive e pilastri. Sopra l’arcata mediana si trovano geroglifici scolpitiinrilievo che Polifilo noncapisce, mache,come spiega Logistilla che continua ad accompagnare il protagonista :

„fanno proprioa proposito dichi è sullaviadelle tre porteeperciò sono opportunatamente collocati ad ammonimento dichipassa”14. Passato il ponte, Polifilo giunge ad un luogo impervio e inaccessi­ bile, sormontatoda una montagna „corrosa escabra,piena di cre­ pacci” nella quale erano scolpitetre porte con sopratre epigrafi „di charactere Ionico, Romano, Hebraeo, et Arabo”15. La scenaè così illustrata :

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[fig. 2] Hypnerotomachia Poliphili, h vi verso

Le lingue ivi riportate sono le tre lingue sacre per eccellen­

za : l’ebraico, il greco e il latino16, cui se ne aggiunge una quar­ ta : l’arabo. Il motivo di tale aggiunta,sarebbe forsepiù profondo di un semplice „soddisfare e completare quella sorta di enciclopedia linguistica che è il romanzo,dove non mancano geroglifici, neolo­ gismi e lo stessovolgare”17. L’iscrizione della porta collocata a destra dice : Cosmodoxia (Gloriadel Mondo), quella a sinistra : Theodoxia (Gloriadi Dio) e la porta centrale è nominata : Erototrophos (Madre d’Amore). Leparoledell’epigrafedellesingoleiscrizioni sono dispo­

ste inrighe esi vedono l’una sopra l’altra in modo tale che alla base sta il testo latino, il testo greco è sopra, l’ebraico sopra ilgreco e il testo arabo sta sopra tutti gli altri. Si formano così due gruppi di

16 Isidoro, Etymologiae, 9,1,5.

17 Hypnerotomachia Poliphili, voi. 2, p. 769.

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Il sogno filosofico di Polifilo ovvero del sogno di una cultura universale 167 testi : i primidue sono testi occidentali, gli altri due- orientali, ma tuttii quattro nel loro insieme sono l’immagine di una cultura uni­

versaleche,pur divisa, si rilegge comeunica. I terminiincisiin arabo sono situati in alto e dominano per la grandezza dei caratteri così che „la versionearabaè espansasulla vasta parete della montagna” ; il fatto non devesignificare tuttavia il „rango linguisticopredomi­

nante dell’arabo, definito necest subceloydioma maius ilio per l’im­

pareggiabile estensione coeva del suo uso in paesi di Asia,Africa ed Europa”18.La disposizione degli spazi grafici sulla silografia potrebbe essere dovuta alcarattere della stessa illustrazione : sitratterebbedi una conformità deldisegnodelle lettere arabe al disegno dei crepac­ cidella montagna su cui sono incise, si noti anche che la calligrafia araba necessitapiùspazio rispetto aglialtritracciati.

18 Cf. A. Piemontese, op. cit., p. 210-211.

19 Cf. L. D o n a t i, Studio esegetico sul Polifilo, „La bibliofilia” 1950, 52, p. 143.

Nella lettura dellefrasi si osserva una inversadistribuzione del­ le righearabedelleepigrafi, mentre i termini latini, greci ed ebrai­ ci rimangono allineati19. Le frasi arabe sono collocate nel seguente modo : adestra, in linea con Cosmodoxia e Gloria Mundi, si legge

„mahd Allàh”, nel significato „gloria di Dio”,a sinistra, in linea con Theodoxia eGloria Dei si legge : „mahdad-dunyà”(Gloriadel Mon­

do), in mezzo, in linea con Erototrophose Mater Amoris si legge : ,,umm al-mahabba” (Madre dell’Amore”). La contraddizione dei termini arabi con quelli greci e latini, può avere la seguente spiega­

zione: l’arabo èdisposto in linea a partire da destrae diretto verso sinistra così come il greco e il latino sono disposti da sinistraver­

so destra. Sitratterebbedunque di una corrispondenza lineare delle espressioni e non di una corrispondenza verticale dei termini, nel senso della disposizione dell’uno sopra l’altro.L’accostamento didi­ verse lingue rappresenta un consenso universale fra le dottrine di diversetradizioni, cristiana e musulmana: qui siarriva ad un’espres­ sionedell’identità, della stessa condizione umana in lontaniambiti spaziali e temporali,dove l’importanza della giustascelta è decisiva perla sorte universaledell’uomo.

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Il luogo incuisono incisi inomi è un locus horridus che prende la funzione del biviopitagoricoespressodalla lettera Y: rappresenta il transito, battaglia psichica e iniziatoria chel’uomo deve necessaria­

mentepassareperarrivare alla vita beata. Ilconcetto si basa sul mito pagano e cristiano e faparte dell’universaletopos antico e medievale cheèin comune fra la cultura occidentale e orientale : le emblema­ tiche porte appaiono in un contestoetico-filosofico. Per tradizione, la parte destradelbivioèeticamente superiore, ma orrida e difficol­

tosa, e invita ad una vita divirtùche porta alla beatitudine,lastrada sinistra facilior, conduceinvecea una vita viziosa ed è simbolo della caducitàdelmondo.Qui si dovrebbe avere lasceltatra il piacere e la virtùdella tradizione che allude al mito di Ercole albivio, il protago­

nista invece passa lasogliadella prima e della seconda porta estrema e,sperimentato l’arduo percorso, ritornaper varcare la soglia della terza portache sta inmezzo. La tripartizione descritta nell’Hypne­

rotomachia ricalca la speculazione classica di origine peripatetica, tuttavia l’episodio delle tre porte si allontana dalla tradizione pita­ gorica. Lascelta giusta nonè conforme a quella ovvia, tradizionale, maè rappresentata,come spiega Thelemia,guida della volontà e del desiderio, dalla „porta mediana” [i ii recto]. Invece del suggerimento per l’una o per l’altravia, comeovvio nel topos, viene quindi mo­

strata la terzavia : quella mediana, la stessache nel biviopitagori­

co appartenevaallastrada facilior. Alle vie estreme della gloria ter­ rena e quella divina si preferisce quindi la chiara scelta del trionfo dell’Amore venereo : lavia giusta porta a voluptasrappresentato da Venere20. Qui, l’esito del percorsouniversale umano non è univoco: con esso non viene confermato il valoredell’aristotelica mediocritas, via di mezzo perevitare gli estremi, ma si indica l’importanza del­ la Erototrophos, epiteto di Mater Amorische nonèMater Dei, ma Venere.

20 Cf. Hypnerotomachia Poliphili, voi. 2, pp. 765 e 775.

L’idea della complementarità dimondi e culture lontani è ricon­

ducibile alla ricerca della lingua universale dell’umanità,oggetto di studiodegli intellettuali del XV secolo,tesi a conciliarele tradizioni

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Il sogno filosofico di Polifilo ovvero del sogno di una cultura universale 169 antica, biblica ed orientale. Le tre porte Polifilesche sono itreaccessi al sapere universalee,se si penetra neilorotesoricelatie profondi, si svela il cielo delle verità,veritàuniche e comuni a tutti.Le esperienze realizzate in somniumfilosofico parlano deldestinodell’uomo,pro­

iettato nel processodellacoscienza e inteso comeascesa dell’intelletto, soloche nell’Hypnerotomachia Poliphili laverità e la divinità da con­ templare siinterpretano nella Natura, nell’Arte, nellTntelletto e nella Voluptas : categorie dellacultura umanistica e rinascimentale.

Summary

Ihe certainty that values common todifferentcivilizations,nations and re­

ligions exist stands at thebaseofthe syncretic literary and philosophical streams of Italy ofthe 15th century. The conceptscontained in the Hypn­ erotomachia match with thevision of culture where two different worlds coexist and completeeachother : the world of antiquityand the contempo­

raryworld,the Christian and the non-Christian world. The certainty that the Christian world may not exist without the Greekculture, theworld of Latin-basedculture without theHebrew and theArabculture, isrelatedto the searchfor the universal languageofhumanity whichisthesubject of theera’s philosophers’ and writers’ research. Their goal was to merge the ancient, biblical and oriental tradition. This article focusesonthequestion oftheArab inscriptions presentintheHypnerotomachia ;theyarealsothe firstprinted text inArabic.

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